Votare Pd ma con la netta avversione a Renzi (quanti lo faranno?)
C’è un algoritmo perfetto per stabilire sin d’ora il risultato delle prossime elezioni. Basterà calcolare il numero delle persone di sinistra che non sopportano Renzi […]
Anche Podemos vive i suoi travagli. Che visti dalla postazione italiana riportano alla memoria alcune scelte fatte dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, con problemi davvero simili pur nelle specificità nazionali. Il partito spagnolo, reduce da un eccellente risultato elettorale, sta facendo i conti con più di qualche questione complessa al suo interno. Finiti i fasti, insomma, si torna alla dura realtà. Il leader Pablo Iglesias ha deciso di licenziare il numero tre del partito, il segretario dell’Organizzazione Sergio Pascual. Il motivo ufficiale è la «cattiva gestione» imputatagli dopo le dimissioni di dieci dirigenti di Podemos a Madrid, legati all’altro uomo forte del partito, Íñigo Errejón (ritenuto un numero due). In apparenza sembra una questione locale, con Pascual che comunque resterà deputato del partito.
Tuttavia, gli osservatori hanno fatto notare come all’interno dei “post Indignados” stia montando uno scontro interno relativo al rapporto con i socialisti di Pedro Sanchez per la formazione del governo. Il Psoe ha infatti cercato il dialogo con Iglesias per formare un esecutivo di cambiamento, insieme anche a Ciudadanos. Ma i vertici di Podemos hanno chiuso a qualsiasi dialogo con Albert Rivera, giudicando incompatibile il programma economico. E ignorando un dato: che in questo modo non ci sarebbero stati i numeri per formare una maggioranza.
Sergio Pascual è stato indicato come il capo della corrente aperturista per creare un’ampia coalizione con lo scopo di sbloccare il Paese finito in un pantano politico. E soprattutto per evitare il ritorno al voto, che sembra l’opzione più quotata, con la possibile vittoria dei popolari di Mariano Rajoy, dati per favoriti in un’elezione bis. Quindi per gli analisti Iglesias ha voluto lanciare un avvertimento ai ribelli interni: chi sbaglia paga con l’estromissione. «Un fatto mai accaduto nella breve vita di Podemos», ha scritto il quotidiano conservatore El Mundo.
Irene Montero, una dei portavoce di Podemos alla Camera, ha confermato la linea ufficiale: Pascual è stato rimosso per errori di gestione dei rapporti con gli esponenti locali. Con il caso Madrid a fare da esempio in una fase delicata per la vita politica spagnola. Ma anche queste parole aprono un fronte interno al movimento, ossia l’esistenza di varie fazioni, visto che i dirigenti dimissionari nella Capitale spagnola sono vicini a Errejón. Insomma, pur nelle loro differenze ideologiche e di struttura, Podemos e Movimento 5 Stelle vivono la medesima difficoltà nella fase di maturazione: il rapporto da instaurare con i partiti “tradizionali” di centrosinistra (il Psoe in Spagna e il Pd in Italia); e ancora di più la strutturazione sul territorio, spesso difficile da gestire. Se non a colpi di allontanamenti.
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