Il compleanno di Gianni Letta: ottant’anni buttati (e dimenticati)

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15 Aprile 2015

Mi sarei aspettato almeno un giretto per la città con la fascia tricolore, alla “sindaco per un giorno” come già accadde per gli ottant’anni del grande Albertone. Ho sfogliato i giornali: niente. Mi sarei aspettato almeno un piccolo buffet della camera dei Deputati, che un quarto d’ora di celebrità non lo nega a nessuno, neppure a chi scrive certe mattonate di libri inutili che ti raccomando. Ho sfogliato i giornali: niente. Mi sarei aspettato il palazzo de «Il Tempo», che il nostro autorevolmente diresse in beata giovinezza, fasciato a festa e invece niente. Mi sarei aspettato, a pagina quattro di politica, un pezzone in ogni giornale per raccontarne le gesta non proprio eroiche ma almeno, come tutti ma proprio tutti i giornalisti hanno sempre narrato, “al servizio del Paese”, quando invece ne ha sempre servito uno solo di padrone e sappiamo chi. E invece niente, solo una quindicina di tristissima righe sul Mattino che lo chiama il “problem solver” del Cavaliere. Insomma, mi sarei aspettato un sacco di cose per il genetliaco – e che genetliaco – di Gianni Letta, nato ad Avezzano il 15 aprile del ’35, e invece niente di niente: ottant’anni buttati.

Anch’io in fondo ho aspettato a scriverne a pomeriggio inoltrato non avendo intercettato in città nulla che fosse predisposto alla bisogna festaiola, e ne scrivo ancor più convintamente dopo aver visto ciò che malinconicamente mi è passato sotto gli occhi durante il pranzo all’enoteca Spiriti, appena dietro la Camera, dove colui che impropriamente viene considerato il suo continuator (assai meno) cortese, un giovinetto di trent’anni o poco più e dal cognome Lotti, che poi sarebbe l’inevitabile approdo per sbarcare da Renzi, “subiva” l’adorante processione di boiardini e boiardine, presidenti di casse e di depositi, consigliere di amministrazione di “binario triste e solitario”, uomini di fatica, e molto altro che venivano a baciargli la pantofola perché nella vita non si sa mai (faccia buon incasso, Lotti, e metta in cascina per quando, tornato al paesello, racconterà le avventure romane agli amici al bar).

In quei momenti, la mia inutile solidarietà correva a casa del mazarino dimenticato, a cui probabilmente neppure più squillava il telefono, lui che aveva risposto elegantemente e costantemente a chiunque, che fosse il potentone di turno, il facilitatore di affari o lo sfigatissimo cronista che gli chiedeva una dritta per sfangare la giornata. Ecco, rispondere a tutti: la sua forza sino a qualche anno fa. Oggi il suo tormento.

Dire che Gianni Letta non se li sia cercati questi ottanta dimenticati da Dio e dagli uomini, non sarebbe la cosa giusta riconoscendogli in vita (politica) un’unica istanza, un unico obiettivo: servire la causa di un uomo che sapeva sin da subito essere da un lato eccezionale ma dall’altro assai pericoloso, per come sono pericolosi gli uomini che ti chiedono l’esclusiva della vita e del  lavoro. E poco gli è servito, come si può notare oggi nella solitudine di un compleanno, essere anch’egli riverito come un re di seconda categoria, un re molto cittadino, anzi esclusivamente cittadino, anche questa probabilmente una scelta, d’essere il primo nella città dei Palazzi, e camminarci fiero e riconosciuto, ma poi fuori da Roma essere universalmente ignorato come un Gianni Letta qualunque. Fino all’irriverenza di giovanotti senza troppa memoria che scrivono di fiction e pretenderebbero di raccontare un Paese, il Paese del 1992, senza considerarlo snodo ineludibile nel collegamento tra il Cav. e l’idea malsana di buttarsi in politica, a cui esattamente lui, Gianni Letta, diede la forma più compiuta, pur essendone fortemente dubbioso. Ma la sua vita, spesa anche ad accreditare un’idea bislacca, è stata questa: far sapere al mondo ch’egli disapprovava le mattane, gli assalti alla democrazia del Nostro, restandogli vicino e consigliere anche nelle pieghe più intime e delicate.

Molti auguri, dottor Letta (anche se la sua vita non ci è piaciuta).

TAG: compleanno, gianni letta
CAT: Partiti e politici

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