Obama con i curdi, Hillary con le tribù arabe

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15 Giugno 2015

Molti anni fa, veramente molti anni fa, ho parlato in piazza del Duomo avendo al fianco la signora Nilde Jotti, presidente allora della camera dei deputati. Mi è capitato, in quell’occasione, di citare tra i popoli perseguitati e senza patria i Curdi: la grande piazza tacque per un attimo perplessa poi la Jotti cominciò ad applaudire e tutta la piazza rispose all’applauso.

Da allora i Curdi sono rimasti un popolo perseguitato e senza patria perchè da una parte i Turchi non li possono vedere e dall’altra gli Iraniani lo stesso. Saddam Hussein aveva usato contro di loro i gas. Tutti temono la costituzione di uno stato Curdo che potrebbe avere più di 10 milioni di abitanti e si collocherebbe in una zona centrale tra la Turchia a ovest l’Iran a est e l’Iraq a sud, però ricca di petrolio. Nessuno li ha mai presi in considerazione anche se sono un popolo molto antico e come si sa il grande Saladino che ha sconfitto i regni crociati era uno di loro.

Oggi sembra venuta per i Curdi la grande occasione perchè in Iraq gli estremisti Sunniti vogliono costituire un califfato e organizzare da lì il terrorismo islamico in tutto il mondo. L’esercito Turco non reagisce più di tanto alla minaccia dell’Isis. L’esercito di Baghdad, mandato a combattere gli uomini del califfato, è fuggito in massa abbandonando armi e munizioni fornite in abbondanza dagli Americani quando ha saputo che le truppe del califfo non facevano prigionieri ma decapitavano a gogò tutti quelli che gli venivano sotto le mani.

I Curdi invece, nel nord del paese, si battevano coraggiosamente seppur con poche armi e munizioni. Anche le donne curde combattevano a fianco degli uomini e miliziani del califfo sono stati fermati e poi respinti. Obama e gli Americani avrebbero trovato così dei preziosi alleati che invece di scappare combattono e hanno dietro le spalle un ideale nazionale che si sovrappone alla crudele e famosa ideologia islamica. Purtroppo ci sono almeno 2 ostacoli: il primo, di natura tecnica, consiste nel fatto che per fornire armi e munizioni al popolo Curdo bisogna passare attraverso Baghdad che, con tutta probabilità, se le intesterebbe magari per rivenderle allo stesso califfo. In secondo luogo esistono le difficoltà politiche e diplomatiche di cui si parlava prima e cioè la contrarietà della Turchia e dell’Iran alla creazione di uno stato Curdo. I Curdi poi, trascinati per secoli dai Turchi e dagli arabi in guerra e guerriglia e migrazioni ecc…non hanno ancora elaborato una classe dirigente che renda possibile in breve tempo l’organizzazione di uno stato moderno.

Gli Americani però che con Obama non intendono più impelagarsi nel Medio Oriente li guardano con affetto per le loro qualità militari come è sempre stato il destino dei Curdi. Con affetto minore gli Americani guardano alle tribù Sunnite del deserto da armare e da lanciare contro il califfato un pò nella tradizione di Lawrence D’Arabia ma ci vuol altro. Ne parleremo prossimamente.

Per ora basta accennare che la signora Clinton mentre sveltamente si sposta a sinistra per coprirsi le spalle nel Partito Democratico però manifesta un certo “falchismo” per queste avventure nel deserto.

 

 

TAG: isis
CAT: Partiti e politici

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