Ma Renzi liquida la società civile per far posto alla società amica?

12 Agosto 2015

Nel lungo viaggio che ci porterà nel mondo nuovo delle passioni politiche, ammesso che entusiasmi, innamoramenti, ideali siano ancora concepiti come parte integrante della nostra formazione intellettuale, ogni giorno cadono cose vecchie dall’albero secolare del giardino incantato della sinistra per far posto a prodotti più originali, forse geneticamente modificati e quindi belli, forti, smerigliati come pomi d’ottone. L’ultima mela (marcia) caduta tra le foglie è la famosa società civile, che Matteo Renzi ha liquidato con un paio di espressioni sprezzanti ma solide.

La “società civile” millenariamente evocata dalla sinistra ha sempre rappresentato quel profumo stucchevole di primazia morale, che poneva tutto il resto del mondo in posizione subalterna, concentrando in quell’espressione un po’ bolsa e presuntuosa il risultato amaro di una concezione distorta della politica, per cui uomini e donne prescelti per quella “loro” società civile dovevano comunque rispondere organicamente o quasi al partito. Insomma, essere in tutto e per tutto, pur dall’alto della loro autonomia intellettuale, fedeli alla causa. Sotto questo aspetto, visto che sono stati tirati in ballo proprio dal premier, sarebbe interessante verificare quante volte Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi hanno votato in dissenso rispetto alla via (televisiva) tracciata dalla sinistra.

Ci sarebbe solo da esser lieti se il segretario del PD certifica dunque l’uscita del suo partito da quell’equivoco della storia e ne celebra le esequie. Il suo tono ultimativo con cui ha risposto a un lettore sull’Unità darebbe conto di un coraggio originale e noi qui modestamente saremmo pronti a sorreggerne la battaglia. Perché, si è chiesto il premier, considerare civile tutto ciò che è fuori dal partito, forse che sono incivili i nostri militanti, tutti quelli che soreggono, da dentro e da fuori, un’organizzazione politica? Le persone che cambiano la storia lo fanno generalmente attraverso artifizi retorici di un certo effetto e questo, lanciato da Renzi, ha una sua evidente suggestione: nessuno si permetta – sottolinea – di tracciare una linea di moralità, sotto la quale considerare “gli altri” cittadini di seconda scelta. Ammetterete, per la sinistra una vera rivoluzione.

Epperò la questione si fa spessa quando tocca poi dar seguito alle immagini, ai rimandi, ai fuochi di artificio da ultimo dell’anno. Per cui, materialmente mostrare al mondo la propria diversità, il proprio livello di sensibilità, il rifiuto orgoglioso che la sinistra abbia qualche facilitazione “morale” solo grazie alla sua storia e alla pochezza intellettuale della destra italiana, che nel corso degli ultimi cinquanta/sessanta anni, avendo generato pochissima sostanza intellettuale, ha lasciato che la sinistra si impadronisse (giustamente) della cultura, lei sì studiosa cento volte di più. Un’occasione meravigliosa era la Rai, la formazione del nuovo consiglio, pur con la limitazione grave della vecchia legge, avendo invece strombazzato la nuova. Ma pazienza, attraverso le scelte si poteva arrivare a bersi anche una buona Gasparri. Pur con tutta la solennità del momento, le scelte del Presidente del consiglio sono state le seguenti:

1) una simpatica funzionaria di partito, di nessuna esperienza e conoscenza televisiva (per sua stessa ammissione)

2) un suo carissimo amico, già curatore di campagne di comunicazione per conto di Renzi, che, interrogato sulla Rai futura, ha dichiarato di rifarsi alla tradizione del maestro Manzi.

3) uno storico poltronizzato del nostro sindacato, non esattamente amato dalla categoria, che peraltro non scriveva un pezzo da tempo immemorabile.

Ora, con tutta la buona volontà e anche con tutta la buona disponibilità a sorreggere battaglie sacrosante come la volontà di “uccidere” una volta per tutte la maledetta società civile della sinistra, queste scelte denotano proprio un fiato cortissimo culturale, un proteggersi meschinamente all’interno del proprio recinto, senza sguardo sul mondo, sulle evoluzioni naturali della società moderna. Come se dalle ceneri malefiche della società civile, fosse nato un nuovo mostro: «La società amica». Civile e molto amica.

* * *

TAG:
CAT: Partiti e politici

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...