Se i giovani risvegliano l’indignazione, il Pd è morto

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30 Agosto 2019

All’appello manca l’indignazione dei giovani. È un problema serio. Tutta questa storia  di un governo di destra, orrenda destra, che in una settimana o poco più, diventa un governo di sinistra, di orrenda sinistra, è una cosa tutta interna alla politica che abbiamo conosciuto noi, che abbiamo qualche anno in più sulle spalle. Appassiona i feticisti, o gli onanisti se preferite. A noi sembra una cosa enorme, di un enormità che non ha precedenti né riferimenti nella storia repubblicana, e se ci appare incredibilmente oltre la minima soglia di dignità – a noi che pure qualcosa di indecoroso abbiamo visto in questo mezzo secolo – questo governo dev’essere proprio la più alta espressione dello schifo. A noi. Loro, i giovani, non lo contemplano neppure. Non esiste. Non è nel raggio di interesse. È un mondo parallelo dove non mettono mai piede. L’obiezione potrebbe essere, ed è legittima: ma come, se qualche settimana fa erano tutti con Carola, se hanno spinto come pazzi per abbattere il mostro, se hanno esultato quando la Capitana ha piegato il Capitano, vuol dire che i giovani c’erano, si sono battuti e indignati, hanno fatto pressione. Tutto giusto. Ma quella rappresentava esattamente la traduzione più “sostenibile” della politica, la parte dinamica, quella più emozionale, che mette a repentaglio i diritti civili, che va direttamente al cuore dei sentimenti. E lì i giovani ci sono.

Poi però, le questioni decantano. Le emozioni si placano e si insinua la maledetta politica. Che fa sempre il suo mestiere. Il suo sporco mestiere. Smonta, rimodella, e rimette insieme. Non ha etica, per definizione. È già tutto ricompreso nella sacra Carta, di cui ormai si abusa ai limiti dello stupro. Al nostro tempo, noi si interveniva qui. Proprio qui. La pressione dei giovani avveniva sui processi più politici, sulle indegnità della politica, sul doppio stato, sulla sordina di stato agli scandali. Si partiva da un’enorme passione politica, proprio per scardinarne le perversioni. Lotta impari,  certo, ma produttiva quando il sentimento diventava più comune e si univano altri segmenti di società. A quel punto, si era formata “un’opinione pubblica”, con la sua forza dirompente, che agiva sui fenomeni. Alle volte, modificandoli. Per noi, questo governo sarebbe stato la manna. I giovani oggi se ne fottono. Per non fraintendere: se interrogati, risponderebbe che è merda, ma, punto primo, intanto nessuno li interroga sull’argomento, e poi di loro pensano che i problemi di cui occuparsi siano altrove. Questa è roba talmente fumosa – le poltrone, i vice premier, il totoministri, ecc – che è molto meglio farsi una birretta con gli amici.

I giovani si sono fermati a Berlusconi. Hanno chiuso con il più grande di questi ultimi 25 anni il loro rapporto con la politica (politicante). È stato l’ultimo leader intergenerazionale, e crediamo che per un genio della pubblicità come è stato il Cavaliere, questa è certamente la soddisfazione più grande. Ha fatto scendere in piazza tutti, dai ragazzi, alle vecchiette che gli agitavano il bastone, dagli intellettuali, compreso il riottosissimo Nanni, alle Guzzanti di turno. I giovani c’erano perché, incredibilmente, gli riconoscevano un’anima, e per spararsi, vero Franceschini, questo dovrebbe esserle sufficiente. Gli riconoscevano il titolo di Nemico, anche perché nel tempo della crescita dei nostri bimbetti il nostro aveva posto le sue televisioni commerciali come avamposto della felicità. (Addirittura una ricerca scientifica di qualche mese fa, aveva la pretesa di dimostrare che chi aveva visto i programmi Fininvest da piccolo, poi era diventato naturalmente berlusconiano, una coglionata davvero siderale). Ma insomma, quello è stato l’ultimo domicilio politico conosciuto. Anche perchè, la rivoluzione non ha avuto esiti, non è morto nessuno, non ha cambiato nessun mondo: Berlusconi è un simpatico vecchietto che gira ancora per i palazzi, la sinistra non ha modificato la buona abitudine di indicare un mostro, ecco, semmai è nato Renzi. Ma i giovani non hanno preso neppure in considerazione l’idea di farci due chiacchiere.

Oggi, se devono dire qualcosa, dirci qualcosa, i giovani vanno in piazza per l’Amazzonia che brucia. Urlano contro Bolsonaro. O si mettono sulla scia di Greta. Velleitari? Possiamo continuare a considerarli così. Per noi, è tragico che non facciano più massa critica per le questioni italiane. È terribile non saperli indignati per questo governo che ha rivoltato in una settimana ogni più piccolo concetto di decoro, umano e istituzionale. Certo, forse farà comodo ai dinosauri del Nazareno vivere in una società dalla quale è stata espunto il concetto di “opinione pubblica”, a meno di non considerare i trecento studenti della scuola Renzi al Ciocco (dove avrebbe tenuto lezione politica anche Anna Ascani) un autorevole e significativo segmento della categoria. Ma fino a quando vi lasceranno vivere in questa bolla?

TAG: contebis, Pd
CAT: Partiti e politici

6 Commenti

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  1. evoque 5 anni fa

    Fusco, si faccia curare: la sua ossessione verso il Pd ha raggiunto livelli senza dubbio alcuno patologici.

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  2. marco-pascucci1 5 anni fa

    Attendiamo ansiosi di sapere per quale altro motivo il PD sarà morto verso la metà della prossima settimana. Sarà il cambiamento climatico, l’invasione delle cavallette, o semplicemente l’aria che tira? Caro Fusco, ci tenga aggiornati, per favore. Grazie!

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  3. xxnews 5 anni fa

    di sicuro … il PD SE NON RIESCE ad entrare in questa specie di governo , nel bene o nel male ….. E’ FINITO E SVANIRA’ NELLE NEBBIE , poi …FORSE … come la FENICE … forse … risorgerà da qualche sottospecie politica di “CENERE INUTILE”

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  4. dionysos41 5 anni fa

    “evoque”, nessuna ossessione, mi sembra, ma se mai una constatazione. In ogni caso anche io trovo un po’ sbrigativo l’articolo, anche se coglie un aspetto reale della società italiana di oggi, l’assenza di partecipazione alla politica dei giovani (ma e Di Maio, Di Battista? mi direte). Io,però, rovescerei l’analisi. Non sono i giovani a essere assenti – che anzi quando sono presenti gli adulti li beffeggiano – ricordarte i “gretini?” – ma ad essere assente è quasi la metà della soceità italiana, quelli che non vanno a votare. E non credo che siano tutti giovani. Ma non solo non votano. Non scendono nemmeno in piazza. Disillusi, disperati, o più semplicemente menefreghisi? Allora, è con questo buco che bisogna fare i conti. il PD, ma anche Forza Italia, sono il tappo di questo buco. I dinosauri non c’entrano – anche perché nella storia dell’evoluzione sono diventati uccelli – ma c’entra, eccome se c’entra, una classe politica mediocre e inadeguata, trasversalmente incapace, e i più attivi sono bravi solo ad alzare polvere, che poi calmato il vento, si posa a terra. I giovani, in tutto questo? Fatevi un domanda più precisa. I giovani che potrebbero intervenire vivono ancora in Italia? I dati dell’emigrazione giovanile ci dicono di no. I migliori, i più attivi, sono andati a incrementare le attività di industrie, istituti commerciali, università d’Europa e d’America. L’Italia politica li ha di fatto espulsi, togliendo loro qualsiasi possibilità di sopravvivenza. Confrontate la retribuzione di un ricercatore in una università italiana e per lo stesso incarico in un’università svizzera o tedesca o francese. E traetene le conclusioni. E badate, chi scrive non è un giovane, ma uno che ha 78 anni. I miei coetanei e quelli della generazione successiva alla mia hanno compiuto un crimine civile imperdonabile: non si sono mai fatti un esame di coscienza, un vero esame di coscienza. Si sono sempre giustificati, autoassolti. Ecco il risultato di questo grande bluff, di questo indecente inseguimento di fantasmi.

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  5. evoque 5 anni fa

    dionysos Condivido, almeno in parte, le sue riflessioni, però vorrei anche ricordare, soprattutto a Mr Fusco, che il suo idolo ha condizionato per venti anni la politica di questo Paese, di cui (quasi) dieci direttamente dal governo in combutta (è il termine giusto) con la Lega e con amplissime maggioranze parlamentari. Ma il tapino ululava, e i trombettieri ripetevano, che non lo lasciavano lavorare. Allora chissà come mai sia riuscito a farsi fare – grazie ai suoi avvocati in parlamento a spese nostre – tante leggi – quaranta – per sé. Ma non per l’Italia.

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  6. evoque 5 anni fa

    P.S. L’idolo è di Fusco, ovviamente…

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