Che senso ha ormai mantenere Roma Capitale d’Italia?

23 Settembre 2016

A distanza di quattro anni, un presidente del Consiglio chiamato a salvare il Paese e un sindaco stravotato dai cittadini perchè salvasse la loro città, hanno detto agli italiani che Roma non è in grado di sostenere una candidatura alle Olimpiadi. I motivi sono sostanzialmente gli stessi: da qui al giorno dell’eventuale investitura – per Monti l’orizzonte era il 2020, per la Raggi il 2024 – la capitale sarebbe sprofondata sotto i colpi della corruzione, divorata da debiti pregressi e prontissima a moltiplicarne di nuovi. È confortante che persone sommamente diverse, come il depressivo senatore e l’algida sindachessa, abbiano trovato una mirabolante sintesi comune nella negazione d’ogni speranza. Come se considerassero la città sostanzialmente morta. Difficili contraddirli su questo terreno: Roma “è” effettivamente morta. Ne è morta la cultura contemporanea (guardate come sono ridotti Gnam, Macro e Maxxi), è morto il cinema o quel che ne resta, è moribondo lo sport, il Vaticano non sta benissimo, sono morti gli stessi romani che vagano ormai come zombi per le via della città senza più alcun orgoglio di appartenenza. (Inutile e persino masochistico parlare di strutture e sovrastrutture, di mobilità, piste ciclabili, ecc., ci si fa solo del male in più). Roma mantiene una sua salda primazia nella guazza dei Palazzi del potere e nell’idea – davvero intramontabile – che qui si possa rubare impunemente, fare affari loschi con tanto di riverenza, modificare per via criminale la pari opportunità di accesso agli appalti pubblici. Ancora ieri, un dirigente sanitario ci diceva che a Roma “sei figo soltanto se rubi, se fai le cose storte e te ne vanti con amici e conoscenti”. Lo stesso presidente del Consiglio, l’attuale, non spende per Roma un pensiero positivo da tempo immemorabile, non ne elogia un sentimento, ha messo mano alla pratica  capitolina soltanto quando si è trattato di mettere fuori uso il vecchio sindaco Marino.

C’è dunque – aperta – una monumentale questione istituzionale. Che sottende a una domanda che forse potrà apparirvi provocatoria ma che è soltanto l’ovvia conseguenza degli atteggiamenti di cui sopra: che senso ha che Roma rimanga capitale d’Italia se le nostre migliori istituzioni politiche la disprezzano, se non la considerano meritevole di uno scatto di reni, se pensano che il fenomeno della corruzione sia endemico, se certificano che non v’è speranza alcuna ch’essa possa rinascere dalle sue stesse ceneri?

Se centoquarantacinque (145) anni vi sembrano pochi, tanti sono dalla proclamazione di Capitale d’Italia, è giusto e doveroso chiedersi se Roma abbia diritto a una consistente proroga o se invece non sia arrivato il momento di interrogare sulla questione tutti gli italiani. Non per quel malcelato e volgare populismo dei terroni del Nord che la definirono «Ladrona», salvo poi adeguarsi allo sgavazzo dominante tra diamanti e mutande, ma per una serissima valutazione di costi e ricavi. Ossia, se quanto abbiamo ricevuto in questi anni da Roma capitale d’Italia in termini di prestigio, di valore culturale, di riconoscibilità sociale nel mondo, possa colmare il debito tragico di credibilità che la stessa città ha accumulato in questo lungo tempo, sino alle estreme conseguenze come la certificazione di un default istituzionale con gli atti pubblici di Mario Monti e Virginia Raggi (e il silenzio attivo di Matteo Renzi). In soldoni: che cosa ci guadagniamo a mantenere in vita un’ipocrisia – Roma capitale d’Italia – che in realtà ha tutti i tratti della disfatta morale?

Cambiare capitale d’Italia sembra una proposta irricevibile. Eppure è già successo, come tutti sapete. Sembra irricevibile perchè innanzitutto tocca la nostra tranquillità e le nostre certezze. E anche le nostre abitudini. Sembra irricevibile perchè i Palazzi sono qui e da qui ovviamente non si sposteranno (e poi non sarebbe neppure giusto, che rimangano e facciano il lavoro che devono fare). Sembra irricevibile perchè una vera alternativa non c’è mai stata e chi parla di Milano ora lo fa perchè ora Milano è fichissima, certo, ma per essere capitale d’Italia i requisiti debbono entrare nell’anima dei cittadini e lì soggiornare con orgoglio e senso dello stato (Milano fu indubbia capitale d’Italia quel giorno di Expo in cui i maledetti spaccarono tutto e il giorno dopo i milanesi scesero per strada con spugne e ramazze e ripulirono la “loro” città). Cambiare capitale d’Italia non è questione di una città contro l’altra. È questione più alta, molto più alta. È il nostro decoro, la nostra dignità.

TAG: Matteo Renzi, Olimpiadi 2024, VIRGINIA RAGGI
CAT: Partiti e politici, Roma

9 Commenti

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  1. evoque 8 anni fa

    Parto dal tandem (apparente) Mario Monti / Virginia Raggi. Mario Monti disse no alla candidatura di Roma per le olimpiadi, perché l’Italia (non solo Roma) versava in quelle condizioni note (ai più). Ed era presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana. Mentre, il no attuale (come ha ben sottolineato Rizzo sul Corsera) è stato deciso da un privato cittadino proprietario di un simbolo che risponde al nome di Beppe Grillo da Genova. Questione Roma capitale d’Italia. Diciamolo subito: Roma in Italia non ha mai avuto l’importanza, nemmeno in lontanissima misura, che Londra e Parigi hanno avuto / hanno per i rispettivi Paesi. Poi, qui dal nord (Lombardia) si guarda a Roma con ironia, parecchia ironia. Ma soprattutto si agisce come se quella città fosse solo un puntino sulla carta geografica del l’Italia. La corruzione a Roma dilaga è presente in ogni ganglio della società capitolina? Credo che quello sia il modus operandi che dai vertici economico-istituzionali scende giù giù fino all’ultimo uomo della strada: vuoi fare assumere tuo figlio all’aeroporto? Inviti chi di dovere più volte a cena a casa tua, gli fai continui omaggi del nuovo raccolto dell’olio, piccole damigiane del vino della tua vigna…Esempi non inventati, sia chiaro. Quanto a Milano, essa è una città stato che opera a livello internazionale indipendentemente dall’Italia e soprattutto da Roma. Milano e la Lombardia rappresentano uno dei quattro più importanti distretti di caratura mondiale. E non solo grazie a Expo. Capitale morale – che non significa, come molti erroneamente credono e scrivono, capitale più etica – lo è già da decenni grazie ai suoi formidabili atout.. Di qui il titolo, meritato, di capitale morale, in contrapposizione alla capitale effettiva. Un po’ come il vincitore morale nello sport contrapposto al vincitore effettivo.

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    1. woody 8 anni fa

      Milano è quella città-stato indipendente dall’Italia che dal 2006 al 2015 ha ricevuto dallo Stato finanziamenti a pioggia per organizzare l’Expo e che nel 2016 firma con il presidente del consiglio italiano un patto per ricevere dall’Italia ulteriori 1,5 miliardi per un fantomatico post-Expo? È quella città stato che più di ogni altra ha giovato delle politiche Milano-centriche di un partito leghista che a livello nazionale aveva il 5% ma che ha avuto l’occasione di trovarsi diverse volte al governo dettando all’Italia intera istanze volute solo da una massa di contadini veneti? È quella città stato che deve gran parte della sua fortuna al fatto che Berlusconi invece che finire in carcere, come doveva, è finito a fare il capo del governo, decuplicando le fortune per le sue aziende milanesi, fra cui Mediaset, il Giornale e Publitalia, contribuendo quindi anche alla costruzione di quel sub-strato culturale che oggi subiamo tutti?
      Proprio una città stato eh? Indipendente dall’Italia, come no.

      Forse lei non ha capito il senso dell’articolo. Dice in sostanza che Roma non ha tratto nessun giovamento dal suo status di Capitale. Ma crede davvero che qualche migliaio di ministeriali siano rilevanti nell’economia di una città di 3 milioni di abitanti, che arriva ad avere una popolazione diurna, fra pendolari da provincia, Lazio e altre regioni limitrofe e turisti, di quasi 6 milioni di persone? I romani hanno la media oraria di lavoro fra le più alte in Italia e le tasse locali più alte d’Italia. Purtroppo devono pagare a loro spese un apparato statale che insiste sul loro territorio (senza contare lo stato straniero, il Vaticano, che grava su Roma), quando sarebbe un onere che dovrebbe sostenere lo Stat stesso. Ma su una cosa ha ragione: Roma non è come Londra, Parigi o Berlino. Perché Londra riceve annualmente 2 miliardi di sterline dal suo governo, Parigi 1 miliardo di euro, Berlino addirittura ha oltre il 90% della propria economia fondata sugli aiuti di stato. Roma fino alla legge su Roma Capitale aveva zero (ZERO) e oggi, con quella legge profondamente insufficiente, riceve le briciole. Meno di Milano. Come se Lione o Liverpool prendessero più di Parigi e Londra dallo Stato. E poi si vantassero che la metropolitana funziona meglio da loro.
      Roma dalla politica nazionale è sempre stata vista come una vacca grassa da cui nutrirsi, più che qualcosa da tutelare e magnificare. Ed è di questo che parla l’articolo. Lo stesso debito romano, visto da lei (perché mi rifiuto di associarla ad altri milanesi) con ironia, non è il prodotto del “bengodi” dei romani. Non siamo nella favola della cicala e la formica, dove secondo lei Milano sarebbe la formica e Roma la cicala. Abbiamo un debito creato a vantaggio dei palazzinari e dei politici corrotti, tramite l’uso di titoli derivati e di accordi truffaldini, a totale detrimento dei normali cittadini. Si potrebbe dire che qualcuno ha vissuto da cicala a spese dei romani. Per questo, volete la Capitale? Prendetevela! Ma vi prendete anche gli oneri, tanti, oltre agli onori, pochi.

      Quindi, posso capire l’animosità di matrice vetero-leghista che la muove, ma le consiglio di valutare con maggior ponderatezza le sue considerazioni.

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      1. evoque 8 anni fa

        Ecco ci mancavano le accorate geremiadi in difesa di Roma contro quei cattivacci cattivissimi del Nord.
        Prima di risponderle nel merito, vorrei sgombrare il campo da un equivoco che lei volutamente adombra nei miei confronti: non sono leghista, non provo alcuna simpatia per i leghisti – politici e elettori – non ho mai votato Lega e neanche Mr B.; purtroppo, ahimè, nel 2010 votai M5s alle regionali lombarde, della qual cosa mi pento e mi dolgo con tutto il cuore…
        Veniamo al dunque. Lei cita cifre che sarebbero approdate a Milano dall’apparato statale, ma non se ne chiede il motivo. Allora, le ricordo che Milano rappresenta nel panorama nazionale la realtà di maggior peso per quanto riguarda gli indicatori economici. Milano rappresenta il 10% dell’export nazionale; il Pil milanese rappresenta il 10% di quello italiano; il pil pro-capite milanese sopravanza del 50,7% quello nazionale. Dal che si deduce che è interesse dello Stato italiano investire su Milano, perché quel che arriva qui viene moltiplicato a vantaggio del sistema Italia. Mica come altrove, dove, per esempio, i fondi strutturali UE vengono impiegati in modo difforme rispetto agli obiettivi per i quali erano stati erogati. Ancora, a Milano hanno sede circa 2.000 multinazionali estere, pari al 45% di quelle presenti in Italia, e migliaia di piccole e medie imprese, oltre alle grandi imprese nazionali. Nell’insieme, un sistema plurisettoriale, multidimensionale, internazionale, integrato; un sistema che rappresenta il cuore pulsante dell’economia italiana e uno dei principali nodi di quella
        europea (la regione Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa). Inoltre, Milano ospita le sedi di 91 consolati,
        16 uffici commerciali di governi stranieri, 34 uffici o enti nazionali turistici di governi stranieri, 17 Camere di Commercio bilaterali. Questi dati pongono Milano seconda dopo New York City tra le non capitali a maggiore presenza consolare nel mondo e dimostrano il suo prestigio internazionale. Un altro motivo, dunque, per il quale lo Stato italiano punta su Milano. Qui gli investimenti sono produttivi, altrove sono solo assitenzialistici Quindi la sua affermazione circa il ruolo di Mr B. nella città di Milano è alquanto peregrina. Lei dice poi che Roma non riceve quanto ricevono le altri capitali europee. Dando per buona questa affermazione (e ho più di un dubbio…), vorrei domandarle se si rende conto della differenza abissale che intercorre fra Roma e Parigi o Londra. Quelle sono capitali politiche, ma soprattutto capitali economico-finanziarie (Londra ha superato New York come capitale finanziaria mondiale…), ciò che Roma non è. Roma – che non ha 3 milioni di abitanti ma 2 milioni e 600 mila – deve sopportare grandi quantità di turisti e pendolari? Milano no? Una recente indagine di una agenzia internazionale che si occupa di turismo ha valutato in 7, 6 milioni i turisti che visiteranno Milano nel corso del 2016, mentre Roma ricevera 7,1 milioni di turisti nello satesso periodo. Mezzo milione in meno di Milano. Che i romani lavorino EFFETTIVAMENTE più di altri (Milanesi?) non ci crede nessuno: una recente inchiesta ha mostrato come i dipendenti di Atac lavorino per contratto molto meno dei colleghi milanesi di ATM. Poi bisogna anche vedere come viene impiegato il tempo lavorativo: io posso stare in uffciio anche 10 ore a rigirarmi i pollici. In nord Europa, per esempio, i manager staccano la spina dopo le ore 17. Dunque, non è importante il tempo in cui si sta in ufficio, ma quello REALMENTE produttivo. Quanto alle tasse che sarebbero più alte per i romani, beh le vorrei ricordare che la sanità laziale è in pauroso rosso anche grazie ai ticket di molto inferiori a quelli lombardi, per esempio. Successivamente aumentati certo, ma per quanti anni erano rimasti sotto la soglia della decenza? E potrei continuare. Anche con esempi che io conosco personalmente. Last but not least, se Roma versa in queste condizioni (da terzo mondo) la colpa è da ascrivere anche ai suoi cittadini. Non solo ai politici come fa sempre comodo. Chi ha votato quei politici, chi ha votato quei sindaci? Milano non ha mai avuto sindaci indecenti come alcuni di quelli capitolini. P.S A Milano il M5s ha ottenuto il 10%, a Roma il 70%…

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  2. beniamino-tiburzio 8 anni fa

    Salvo che nel periodo fascista durante il quale fu tanto esaltato il simbolo di Roma Imperiale, la Capitale della Repubblica a ben vedere è stata sempre un bluff. I miei amici stranieri amano molto visitare Roma, Firenze, Venezia, la Toscana tutta, le Dolomiti nel periodo invernale e tanti altri luoghi del Bel Paese. Per il resto, a parte la Sede Pontificia, Roma è stata per oltre 150 anni il Grosso Capoluogo della Regione Lazio. Non lo dico con compiacimento. Roma è il rifugio impiegatizio di una incolta casta di burocrati dedita al carrierismo dove chiunque vi approdi fatalmente assume i caratteri miserabili di un ambiente malmestoso, come un blob che tutto fagocita, tutto digerisce e nulla differenzia. Il romano di tal fatta chiama ” provincia ” il resto del Paese e ” centro ” questa città, piena di palazzi dove si esercita un finto potere. Parigi, Londra, Berlino, Vienna…… sono ben altra cosa. Non si compiacciono di essere Capitali di uno Stato. Per Roma, invece, si è voluto imitare Washington D.C. ed altre forme similari di status speciale, costituendo un ente territoriale ad hoc chiamato ” Roma Capitale “. Farò scandalo : costruirei tutti i palazzi istituzionali ( Ministeri, Presidenza della Repubblica, varie Corti Supreme di Giustizia ecc.) nella vasta pianura ai piedi della collina di Perugia, con un moderno, funzionale aereoporto. Bonn è stata per decenni capitale di un grande Paese, come Brasilia lo è per uno Stato Federale delle dimensioni continentali. Solo così la bellissima Roma potrebbe riacquistare il suo grandissimo ruolo culturale nel mondo. Per sè e per i suoi cittadini più genuini.

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    1. evoque 8 anni fa

      Assolutamente no, Roma non è il paradigma dell’Italia. Ma scherziamo?

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  3. mabau-smart 8 anni fa

    Esistono progetti che si presentano da poter essere sviluppati NON dai soliti noti (nel mattone e non solo…) ma da alternative composte da nuove aziende e innovazioni di NUOVA ECONOMIA SOSTENIBILE che sarebbero state cassate x procedere cn i soliti lavori, inutili, finite le olimpiadi. Ora SPAZIO alle innovazioni, x una Roma Capitale proiettata nel futuro, espresso così bene da Papa Francesco in Laudato Si’. Spero nella svolta nella economia circolare applicata alla nostra Capitale. Indissolubilmente ROMA!

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  4. come tutti i giullari complessati ed invidiosi di Roma hai inquinato la pagina con tutti i numeri farlocchi che usate mettere quando vi confrontate con Roma, altrimenti non potreste mai reggere il confronto a cominciare dalle dimensioni: Roma 1300kmq, Milanetto 180kmq (come centocelle e alessandrino in pratica) , alla popolazione (Roma 2.900.000 milano 1.300.000) che vi mangia in testa da secoli, come BELLEZZA, PATRIMONIO ARTISTICO, IMPORTANZA, FAMA, CLIMA, TURISMO E FINO AL 2008 ANCHE IN ECONOMIA.
    Paragoni la cernobyl italiana (quello è milanetto vista da Roma Caput Mundi) a New York City, ma ti sfuggono Francoforte, Rotterdam, Barcellona, Shangai, San Paolo, Osaka, Montreal CHE STRACCIANO IN LUNGO ED IN LARGO la città degli invidiosi perenni.

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  5. andrea-de-camillis 7 anni fa

    l’italia è fallita e tu sei intronato dalle false notizie, Roma vi mangia in testa su tutto tutt’ora, ma fai passare questo periodo politico e mediatico che ha contro, poi ve lo da lei, tranquillo … Roma è eterna mica è infame come milano che alza la testa sui problemi degli altri solo perchè dal 2007 ad oggi ha usufruito di enormi finanziamenti statali, prima con i governi berlusconi con i ricatti di bossi e ora con il governo pd contro i 5stelle… anni luce siete avanti solo sull’inquinamento e le zanzare, quello produce oggi milano,
    siete la cernobyl d’europa con pm10 ai massimi, avete fallito con expo e ve lo hanno fatto passare per un successo ma i conti con i buchi sono tenuti nascosti perchè economicamente fate ridere, si capisce dai ragionamenti, per 2000 € l’anno in più di reddito procapite vi credete ricchi. ma di cosa???
    Oltretutto al netto del nero andate pure sotto. Culturalmente siete come gli zingari, vi esaltate sui soldi che vi ha dato il governo, di vostro non esiste più nulla, neanche le squadre di calcio, le aziende le avete perse tutte, le banche sono quasi tutte fallite e tenute in piedi da un debito rolling, in pratica è rimasta una città di montati immersa nella nebbia. Dovreste baciare e leccare i piedi ai Romani che vi hanno civilizzato, altrimenti ancora saltellavate per le paludi con le corna in testa

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