Il lavoro e sindacati alla festa di AVS
Domenica 15 settembre si è conclusa Terra!, la prima festa nazionale dell’Alleanza Verdi Sinistra nel parco Nomentano, luogo ameno del quartiere di Montesacro a Roma. Il saluto finale di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni ha sancito il successo della festa organizzata da Europa Verde e Sinistra Italiana. I due leader sono intervenuti prima dello spettacolo comico di Francesca Reggiani e a valle dell’intervista di Bianca Berlinguer ai segretari di CGIL e UIL, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
Il sindacato secondo Landini
La giornalista di Cartabianca ha intervistato i due sindacalisti con domande che spaziavano dal lavoro all’economia, toccando anche temi d’attualità politica. L’intervista ha rimarcato il ruolo dei sindacati confederali, che non si occupano solo di questioni interne ai luoghi di lavoro, ma hanno una visione strutturata del paese.
Secondo Landini, il governo vuole minare questa visione evitando di misurare la rappresentanza sindacale, magari convocando troppe associazioni sindacali diverse ai tavoli governativi. Ad esempio, una volta si sono presentate 17 associazioni, tutte con 3 minuti per parlare. La ministra Marina Calderone si è detta allora soddisfatta perché aveva trovato l’accordo con 15 associazioni. Peccato che le associazioni contrarie erano proprio le più rappresentative, UIL e CGIL.
Il governo vorrebbe un sindacato corporativo, che non si occupi delle grandi questioni. Per questo, oggi la CGIL non si limita a fare trattative e accordi, ma chiede una legge sulla rappresentanza sindacale, propone referendum e chiama alla piazza. La situazione grave impone al sindacato di smuovere la società civile per ripristinare una grande partecipazione democratica contro un governo che è minoranza nel paese.
La politica secondo Landini
Il ritorno della politica e della democrazia può permettere di fermare l’azione del governo, pronto a mettere in discussione anche il diritto di sciopero. Non c’è un tentativo conclamato di torsione autoritaria, ma un graduale attacco ai diritti che mette in discussione la Costituzione repubblicana. Questo attacco include il premierato, l’autonomia differenziata e alcune dichiarazioni del governo, come quelle sul caso Open Arms, nelle quali si lascia intendere che il governo dovrebbe essere al di sopra della legge.
La raccolta firme per i referendum proposti e supportati dai sindacati mostra la voglia di partecipazione e di cambiamento. C’è quindi la possibilità di ricostruire un rapporto con le persone, che oggi si sentono sole. Tutto questo è un segnale che il piano del governo può e deve essere fermato tramite un consenso democratico che vada oltre la CGIL e il centrosinistra classico.
Anche quando Bianca Berlinguer chiede di Matteo Renzi, Landini prova a intavolare un discorso di politica generale. Ritiene che in tutta l’Unione Europea si sia verificata una rottura tra il mondo del lavoro e la politica, a causa di un’idea liberista per cui si dovevano ridurre i diritti sociali mentre la precarietà rappresentava la modernità. Chi vuole costruire l’alternativa deve prima riconoscere come queste scelte abbiano allontanato i lavoratori, per poi convergere su programmi e contenuti, tornando a parlare dei temi cari alle persone, a partire dal lavoro.
La politica secondo Bombardieri
Bombardieri è più calmo e con molti meno decibel nella voce. Inoltre, possiede il dono della sintesi, cosa per cui ama sbeffeggiare il segretario della CGIL, noto chiacchierone. Il leader della UIL ha quindi una lingua tagliente capace di far comprendere situazioni complesse in pochi passaggi, attraverso una sottile ironia.
Ad esempio, smonta l’autonomia differenziata affermando che ogni Regione potrebbe intervenire trattando diversamente gli stipendi di chi lavora nella pubblica amministrazione, a partire dal personale sanitario. Ciò andrebbe a peggiorare una situazione già caotica in cui tante ASL stipulano convenzioni con istituti sanitari privati, i quali applicano contratti pirata.
Inoltre, parlando di Matteo Renzi, Bombardieri si mostra tranchant. Renzi pensava che la mediazione e le tutele sindacali fossero inutili orpelli, per cui aveva provato a convincere i sindacati che il Jobs act avrebbe attratto tante aziende a investire in Italia; invece, le aziende sono scappate. Bombardieri sembra concludere con un lapidario “Io non mi fiderei”.
Ma poi ci ripensa e rimarca che Renzi è solo alla ricerca disperata di un appiglio per rimanere dentro il sistema e racconta un aneddoto. Quando ha incontrato Renzi da primo ministro, l’ex leader del PD si era mostrato intenzionato a eliminare alcune leggi di tutela dell’agibilità sindacale. Di fronte alle perplessità dei sindacati, Renzi disse che quello era solo l’inizio della sua opera riformatrice. Bombardieri allora si dice rinfrancato che ora l’ex leader del PD abbia il 2% dei consensi, mentre i sindacati sono in mezzo ai lavoratori.
La politica economica
Dal punto di vista delle politiche economiche, Bombardieri sembra avere le idee chiare. Pur dicendosi contrario al patto di stabilità europeo, afferma che il governo pensa solo a cercare i soldi nelle tasche dei lavoratori, anziché negli extraprofitti delle aziende. I timidi tentativi di tassare le aziende sono andati male, come quando Giorgia Meloni si era affacciata alle banche come il leone della Metro Goldwyn Mayer, ma poi ha detto solo “miao”. C’è quindi bisogno di una Tobin tax sulle transizioni finanziarie che valgono 9.000 miliardi di euro all’anno.
I due leader sindacali si sono trovati d’accordo nel criticare un governo che mette in discussione il ruolo delle parti sociali e celebra i dati economici senza analizzarli. L’aumento dell’occupazione è infatti il frutto dell’innalzamento dell’età pensionabile e l’analisi completa mostra come non incrementi l’occupazione femminile, mentre rimangono troppi lavoratori poveri, part-time involontari e precari, per non parlare del dramma delle morti sul lavoro.
Il dibattito ha mostrato un dialogo proficuo tra UIL e CGIL, con un’identità di vedute su tanti temi. La CGIL rimane più movimentista, amando scendere in piazza e coinvolgendo lavoratori e cittadini per ridare slancio alla democrazia. La UIL è forse meno aggressiva, ma più puntuale. Sarebbe un’ottima cartolina sindacale se non mancasse il terzo pilastro, ovvero la CISL. Bianca Berlinguer ha provato a chiedere informazioni, ma hanno entrambi mostrato di non comprendere le scelte del sindacato cattolico.
Foto di Hua WANG
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