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Giustizia

Germania, indagati giudici che non processano ex SS

di Andrea M. Jarach
28 Aprile 2017

I tre giudici di Neubrandenburg che di fatto non hanno mai avviato il processo contro la ex SS medica Hubert Ernst Zafke e ne hanno escluso due volte le parti civili, i fratelli Walter e William Plywaski di Boulder (USA), contravvenendo manifestamente a due decisioni dei colleghi di istanza superiore di Rostock, rese rispettivamente il 27.11.2015 ed il 23.02.2016, sono sottoposti da oltre un mese ad inchiesta penale per violazione del diritto. Ad occuparsi delle indagini scatenate da una denuncia presentata il 18 marzo dall’avvocato Thomas Walther è stata investita la Procura di Stralsund, forse la più piccola del Paese, che ha dato conferma della pendenza delle indagini. Il Procuratore Generale di Rostock Jürgen Garbe ha apertamente censurato i giudici di Neubrandenburg finiti sotto inchiesta per non avere voluto esaminare per oltre un anno le prove del caso quando una perizia aveva già indubbiamente stabilito la seppure ridotta capacità di Zafke di stare in giudizio; così per come abbiano negato i diritti processuali delle parti civili e dei loro legali. La corte di appello di Rostock è anche dovuta infatti intervenire per cassare la decisione del tribunale di non riconoscere i costi dell’avvocato di Walter Plywaski per recarsi negli USA e conferire con il cliente. Il giudice Klaus Kabisch aveva sostenuto che i due avrebbero potuto comunicare via Skype, incurante del fatto che Walter Plywasky ha 87 anni e dopo aver trascorso 5 anni nel ghetto di Lodz ed essere passato per diversi lager nazisti oggi è menomato nell’udito ed afflitto da tremori.
Il Processo all’orai 96enne Zafke, rinviato a giudizio dal 2015 per concorso in almeno 3.681 casi di omicidio tra il 15 agosto ed il 14 settembre 1944 ad Auschwitz.Birkenau, per ora giace nel limbo. Se si addiverrà ad un rinvio a giudizio contro i suoi mancati giudici sarà però forse occasione ancora più importante per dibattere di come la giustizia tedesca per anni avesse avvallato costruzioni giuridiche intese ad assecondare la volontà di dimenticare e non perseguire le responsabilità penali delle figure come Zafke. Quando il Procuratore della Assia Fritz Bauer riuscì ad istruire dal 1963 quelli che sono poi passati alla storia con l’unico nome di “Processo Auschwitz” si lamentò più volte di essere isolato. L’attuale principale indagato, il giudice Klaus Kabisch a giudicare dai suoi dati anagrafici, senza con questo voler anticipare un giudizio, potrebbe avere esordito come Referendar forse proprio quando molti operatori di giustizia, a differenza di Fritz Bauer, avevano costruito i teoremi giuridici per non perseguire gli ex nazisti ritornati alla vita civile.

 

* * *

La Germania d’altronde ha avuto un cambio generazionale anche in gran parte dell’apparato di giustizia e lo dimostra la nuova giurisprudenza emessa in altri casi. Non ultimo la condanna pronunciata il 26 aprile al revisionista Arnold H.
L’81enne all’esordio del processo contro l’ex SS Oskar Gröning il 21 aprile 2015 intendeva distribuire testi negazionisti tra il pubblico. Si presentò, come ha ricostruito Rainer Schubert per il Landeszeitung, nella sala della Ritterakademie che fungeva da aula giudiziaria, con una borsa con 40 copie di un testo dal titolo “Omicidio di massa nel campo di concentramento di Auschwitz ?” ed altre 33 dell’opuscolo “Numero delle presenze ad Auschwitz-Birkenau”. In entrambi la shoà veniva banalizzate ed il numero delle vittime ridotto ad insignificanza. Ebbe la disavventura di dare le prime copie ad un giornalista che ha avvisato subito la polizia. Gröning venne poi condannato a 4 anni per concorso in omicidio in 300.000 casi.
Il giudice Kai Lange del tribunale di Lüneburg ha sentenziato che Arnold H. voleva chiaramente trarre vantaggio dalla grossa attenzione dei media internazionali per diffondere le sue tesi, e lo ha condannato a 5 mesi senza condizionale. Nel comminare la pena il magistrato ha considerato l’età del reo e che i fatti sono risalenti a 2 anni fa ed anche che nel giudizio anteriore ci si sbagliò nel non richiamare agli atti anche una sua condanna precedente. Infatti ad Arnold H. era stata già comminata una pena di 10 mesi confermata dal tribunale di Hannover nel maggio 2015. Arnold era stato rilasciato solo nel novembre 2016.
In aula sedevano tra il pubblico altri pregiudicati per lo stesso reato. Le cronache riportano espressamente la presenza di Sylvia Carolina Stolz ed Ursula Haverbeck. La 88enne Haverbeck oltre ad almeno un altro precedente, vanta anch’ella una condanna per essere intervenuta nel processo Gröning (10 mesi senza condizionale inflitta dal tribunale di Amburgo nel 2015) ed è ancora nuovamente finita sotto processo per aver fatto lo stesso in occasione del giudizio avverso la ex SS Reinhold Hanning, che fu condannato a 5 anni per concorso in 170.000 casi di omicidio ad Auchwitz-Birkenau. Sylvia Carolina Stolz, che secondo quanto riporta il Landeszeitung ha accolto la pronuncia della sentenza con un udibile risolino, era stata invece da ultimo condannata a Monaco a 20 mesi senza condizionale nel febbraio 2016. A difendere Arnold H. c’era l’avvocato Wolfram Nahrath, con un passato in gioventù nella Wiking Jugend e che già aveva difeso la citata Stolz. Ora è impegnato nel collegio di difesa dell’ex politico della NPD Ralf Wohlleben accusato di concorso in 9 casi di omicidio e fiancheggiamento dell’organizzazione terroristica neonazista NSU.

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