Parlamento

I tre dell’Ave Maria

22 Maggio 2025

Si professano tutti e tre cristiani, il Presidente del Consiglio, Meloni, il ministro degli Affari Esteri, Tajani e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini. E ci tengono a farlo sapere e a essere considerati tali, tant’è che in campagna elettorale quasi si spendevano come timorati di Dio. La storiella di Giorgia, “madre, cristiana e tanto altro”, ormai, non regge più, mentre il rosario spesso ostentato da Matteo, non l’evangelista, ma il leghista, tra le sue mani, o al suo collo, sembra perdere ogni proprietà dell’oggetto sacro. Quanto al Sant’Antonio (Tajani) della politica, il più riflessivo dei tre, resta talmente radicato alla sua fede, che non ne prescinde. E, recentemente, ha dichiarato che ha in programma, per Forza Italia, di recuperare lo spazio della Democrazia Cristiana. Per i giardini pensili di Babilonia, ma qui siamo di fronte al ripristino dello scudo crociato! Vuoi vedere che le tre figure di governo, sulle quali sarà sceso lo Spirito Santo, reintrodurranno la Pratica delle “Tre Ave Maria”? Oh, è è molto semplice. Basta recitare ogni giorno (resta preferibile farlo sia al mattino che alla sera) tre Ave Maria, precedute e intervallate da queste intenzioni: “Maria, Madre di Gesù e Madre mia, difendimi dal maligno in vita e nell’ora della morte.”

Abbandonando il luogo della canzonatura per ritornare a quello della pura congettura, inerente al reale e alla cronaca politica di questo scombinato paese, accade che, appena ieri, i tre illustri cristiani hanno bocciato, alla Camera, la mozione unitaria delle opposizioni, che avanzava lo stop all’export di armi verso Israele e l’attivazione di sanzioni alla stessa nazione per le gravissime violazioni del diritto internazionale, che hanno portato al massacro di Gaza. A presentarla erano stati il Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra, dopo giorni di confronto e mediazione, nel tentativo di presentare in Aula un documento comune capace di imprimere una svolta alla posizione italiana sul conflitto israelo-palestinese. Ma il centrodestra come si usa dire ha fatto muro, respingendo il testo e approvando una mozione molto generica e meno incisiva, che si limita a esprimere “preoccupazione” per la situazione umanitaria.

Pertanto, la posizione che l’Italia intende continuare ad assumere di fronte allo sterminio dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano è di totale passività. Un atteggiamento, dunque, che si traduce in una indegna complicità per l’annientamento di un popolo. Il governo italiano, alla pari di quello israeliano e degli States, aderisce, di fatto, alla visone secondo cui la popolazione palestinese sia sacrificabile. E di questo, i tre dell’Ave Maria, oltre a renderne conto alla storia, dovrebbero darne spiegazione, al momento, al loro elettorato. Le motivazioni dell’opposizione spingevano per un ruolo attivo dell’Italia nell’ottica della pace e avrebbero instaurato un dibattito tra maggioranza e opposizione che sarebbe stato utile alla politica internazionale del paese, in un frangente dove le cancellerie di tutto il mondo stanno ridefinendo le proprie relazioni con Israele. La rapidità e l’entità della distruzione causata da Israele nella Striscia di Gaza non ha eguali nella storia del XXI secolo, e senza l’indifferenza, il silenzio, o il tacito assenso dei governi occidentali, questo non sarebbe mai potuto accadere. Le proteste, le marce e le manifestazioni pro Palestina, ora, sono tali e tante, a ogni latitudine del globo terrestre, che nessun governo può ignorarne gli effetti senza arrecare infamia e disonore al paese e alla popolazione a cui sovrintende.

 

 

 

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