Partiti e politici
Prove di campo largo alla festa AVS
Mercoledì 3 settembre è iniziata la seconda edizione di Terra!, la festa nazionale di AVS, che ha ospitato i quattro leader dell’alleanza di centrosinistra: Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Giuseppe Conte.
Mercoledì 3 settembre è iniziata la seconda edizione di Terra!, la festa nazionale di AVS, trasferita dal parco Nomentano di Montesacro, al Monk in zona Tiburtina. Dopo il ricordo di Alex Langer e Pietro Ingrao con Marco Boato e Luciana Castellina, la festa ha ospitato subito l’incontro più importante, quello dei quattro leader dell’alleanza di centrosinistra. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli come organizzatori ed Elly Schlein e Giuseppe Conte come ospiti.
A che punto è la notte?
L’incontro è stato moderato dal giornalista Massimo Giannini che ha incalzato i relatori su numerose questioni. In particolare, l’anno scorso i leader del centrosinistra avevano mostrato un’unità fragile, messa in crisi dagli eventi successivi. Quindi, Giannini propone un tagliando sull’alleanza, chiedendo a che punto è la notte?
Fratoianni afferma che siamo di fronte a due notti. La prima è quella dell’umanità, che è molto grave, soprattutto per l’inerzia di fronte a Gaza. Giorgia Meloni si limita a dire di avere a cuore i bambini e firmare mozioni, quando potrebbe fare azioni concrete come riconoscere la Palestina, sospendere le collaborazioni con Israele e chiedere la protezione della Global Sumud flotilla.
Al contrario, la notte della coalizione è vicina all’alba, perché il centrosinistra si presenterà unito a tutte le elezioni regionali d’autunno. Miracolo politico che diventa il vero leitmotiv della serata, in particolare per Schlein, che per questo risultato si è battuta, ripetendo di essere testardamente unitaria, anche nei momenti in cui la stampa celebrava il funerale del centrosinistra.
Invece, l’alleanza è viva, con tanti problemi, ma anche con qualche vittoria come in Umbria e Genova. Oltre che manifestazioni di piazza e numerose proposte unitarie, dal salario minimo al congedo di maternità paritario per uomini e donne, fino alla riduzione delle ore lavorate a parità di salario. I leader rivendicano un’opposizione fatta nelle piazze e in parlamento, mobilitando i militanti sia su questioni internazionali che su problemi interni come la sanità, la scuola e i salari.
Le regionali
Proprio Schlein rimarca la differenza con la destra di governo che vive una situazione caotica. Il centrosinistra è riuscito a quagliare le candidature per le regionali. La destra ha riconfermato gli amministratori precedenti e ha trovato un candidato in Toscana, mentre nelle altre regioni è in alto mare. In Veneto, aspettano il risultato delle Marche per comprendere se la regione spetta alla Lega o a Fratelli d’Italia.
Al tempo stesso, le beghe del centrosinistra appassionano tanto gli analisti, ma ben pochi se ne ricorderanno tra poco. Né della taranta pugliese, né delle dinamiche campane.
Nel primo caso, Antonio Decaro ha ottenuto che Michele Emiliano non diventi consigliere regionale, ma Schlein non può sindacare sulle liste di AVS che ospiteranno Nichi Vendola. Partito più piccolo e meno strutturato, AVS non può rinunciare a una candidatura forte. Così Fratoianni e Bonelli hanno ribadito la loro intenzione di andare avanti con Vendola e con Decaro, considerato il candidato presidente migliore, apprezzato da tutta la coalizione.
Nel secondo caso, Conte precisa che la nomina di Piero De Luca (jr.) a segretario PD campano non riguarda il M5S. Non ha neanche infierito facendo notare che non è che sia proprio un ruolo di primo piano. Con Vincenzo De Luca (sr.), Conte ha affermato che si confronterà sul programma. L’obiettivo è quello di stilare il programma migliore per la candidatura di Roberto Fico, per cui i partiti dovranno discutere dei progetti avviati dalla regione in questi anni, continuando quelli validi.
Verso le elezioni generali
Conte risponde alle illazioni che lo vedono come bramoso di tornare a Palazzo Chigi. Rimarca che i giornalisti hanno la memoria corta, perché è uscito dal palazzo con il sorriso, onorato di aver servito il paese. Di conseguenza, non ha alcuna intenzione di condizionare il progetto politico del centrosinistra solo per tornare a governare.
Infine, ricorda che il suo partito ha sciolto i nodi per entrare nel centrosinistra dopo la fase costituente, pur rimanendo scettico verso alleanze organiche e precostituite. La storia infatti insegna che il legarsi mani e piedi agli alleati può indebolire il senso critico dei partiti e far naufragare i progetti più ambiziosi.
Giannini chiede chi farà il primo ministro in caso di vittoria elettorale. In questo caso sono tutti d’accordo che la domanda è prematura e ci sarà tempo per ragionare ed eventualmente organizzare le primarie. Bonelli sottolinea, tra gli applausi, che la cosa più importante è marciare uniti per non ripetere l’errore del 2022 in cui si è consegnata la vittoria a Meloni su un piatto d’argento.
Le coperture
Giannini stuzzica i leader nel presentare un programma di governo articolato, magari una manovra finanziaria “ombra” che contenga proposte alternative alla destra, dove siano indicate le coperture finanziarie. I relatori rispondono che le proposte presentate insieme sono così tante che si può delineare un programma di governo. Bonelli insiste sulla tassazione degli extra profitti delle banche e delle grandi imprese, oltre che nell’abbassare il costo dell’energia, scollegandolo da quello del gas, che è la materia prima attualmente più cara.
Conte afferma l’importanza di eliminare il “DDL sicurezza” che criminalizza il dissenso e Schlein di ripristinare una sanità pubblica universale. Perché è inutile tagliare l’IRPEF se per effettuare una gastroscopia in tempi utili una famiglia deve spendere 250 euro dal privato.
Infine, Fratoianni ha gioco facile nel dire che il problema delle coperture ce l’avrà soprattutto il governo che ha promesso di portare le spese militari al 5% del PIL. Significa trovare 67 miliardi di euro in più all’anno (circa 30 miliardi se si considera l’obiettivo del 3,5% del PIL). Inoltre, sottolinea che il compito del centrosinistra non può essere solo quello di trovare le coperture per fare ordinaria amministrazione. Una volta al governo, i partiti devono restituire alla gente la possibilità di vivere una vita dignitosa e felice, non solo sopravvivere.
La politica estera
L’ultimo grande punto è la politica estera. Sulla guerra di Gaza, il centrosinistra si muove all’unisono, con una forte richiesta al governo, soprattutto nella protezione dei nostri concittadini che porteranno gli aiuti sulla Sumud flotilla. Traspira una preoccupazione generale per la continua violazione del diritto internazionale che può portare il mondo in lande sconosciute e pericolose.
Sull’Ucraina le posizioni sono più sfumate, ma compatte rispetto all’anno scorso, quando Schlein scelse di non rispondere. Giannini stuzzica soprattutto Conte, colpevole di avere una posizione troppo morbida verso la Russia. In questo caso, l’ex primo ministro rivendica la propria posizione, affermando (in maniera un po’ superficiale) che una soluzione sull’Ucraina era più semplice all’inizio della guerra, quando la Russia aveva una posizione di forza militare minore rispetto ad oggi.
Però sono tutti d’accordo che è in corso un riallineamento globale, per cui l’occidente non può pensare di essere superiore agli altri. Si va verso un nuovo ordine mondiale dove l’Unione Europea appare debolissima. Invece, l’UE dovrebbe svolgere un ruolo da protagonista, grazie a una maggiore unità politica e alla creazione di un esercito europeo, che è cosa ben diversa dal riarmo dei singoli stati proposto da Ursula von der Leyen.
L’incontro ha espresso un’unità politica di intenti del centrosinistra come non si vedeva da tanti anni, superiore rispetto all’evento di Montesacro. L’unità è frutto del lavoro di Elly Schlein che sta convincendo un partito riottoso e una stampa ostile che questa è l’unica strada possibile. Ovvero la composizione di un centrosinistra largo, in cui il PD può avere un ruolo guida solo ascoltando attentamente e dando cittadinanza sia alla sinistra simpatica e fricchettona di Bonelli e Fratoianni che al tranquillo populismo di Conte.
Foto di Hua WANG
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