
Partiti e politici
Perché sono sempre di più gli italiani che non vanno a votare?
Qual è la percentuale di coloro che non sono andati a votare alle ultime elezioni del 2022? Il 36%!
Sul tema cercano di far luce Paolo Natale, Luciano M. Fasano, Roberto Biorcio, gli autori di “Schede Bianche”, un libro sul fenomeno della rinuncia al voto.
Qual è la percentuale di coloro che hanno rinunciato ad esercitare il loro diritto di voto alle ultime elezioni del 2022?
Il 36%!
E come andavano le cose dalla nascita della Repubblica fino alla fine degli anni 80?
Molto meglio: mancava all’appello un numero assai ristretto di persone (dal 6 al 9 per cento)
Un fenomeno, quello dell’assenteismo elettorale che da fisiologico è diventato patologico e che vale la pena di analizzare.
Come hanno fatto Paolo Natale, Luciano M.Fasano, Roberto Biorcio , tre autorevoli studiosi di sondaggi e meccanismi elettorali, nel loro ultimo volume Schede bianche
Il primo aspetto preso in esame è quello che riguarda l’approccio al voto.
Che può essere “identitario” o “razionale”.
Dove per voto identitario si intende il voto di chi si riconosce come facente parte di una comunità e del suo approccio alla difesa di certi valori: voto per il partito X perché è quello che afferma a gran voce quei valori.
Mentre il voto razionale è quello di chi fa le sue scelte sulla base della convenienza: voto per il partito Y perché ha promesso di fare qualcosa che mi sta molto a cuore o mi conviene tipo meno tasse, più sicurezza, più lavoro.
Ovviamente ogni partito raccoglie in qualche misura sia il voto identitario, sia il voto razionale.
Hanno chiaramente migliori chance di affermarsi i partiti che riescono sia a mettere bene in vista la propria componente identitaria sia la concretezza e credibilità dei propri programmi elettorali.
Il tema che il libro affronta offrendo i più interessanti spunti di riflessione è, però, quello del non voto.
Perché sono sempre di più quelli che non votano?
Diciamo subito che, per gli autori del libro, la scelta di non votare è il derivato di più atteggiamenti diversi tra loro, che vengono definiti così:
– astensionismo per marginalità dell’elettore: parliamo dell’elettore che per proprie caratteristiche personali e di appartenenza sociale si sente estraneo alla politica e addirittura alla vita pubblica.
– astensionismo per smobilitazione dell’elettore: qui è l’elettore che, pur partecipe alla vita pubblica e interessato alla soluzione dei problemi del paese, ha perso interesse per la scelta dei possibili solutori degli stessi.
– astensionismo per protesta: l’elettore non apprezza alcuna delle scelte praticabili, e usa la rinuncia al voto come atto “punitivo” nei confronti non solo dei partiti che ha sempre avversato, ma anche di quelli che ai quali in passato si è sentito vicino (“sono tutti uguali”).
– astensionismo dell’apatia: il mondo continua a funzionare, pensano i cultori di questo approccio, anche senza la politica, perché tutto è in mano a forze economiche e istituzioni superiori allo stesso mondo politico, che ne è diventato solamente un orpello inutile, di mera rappresentanza.
Quest’ultimo tipo di astensionismo, quello per apatia è quello che caratterizza maggiormente il nostro tempo.
Non solo nel nostro paese, ma un po’ in tutte le democrazie occidentali, come sostengono gli autori del libro.
Ed è un fenomeno che continua a trovare adesione tra i cittadini, sempre più propensi ad interpretare la politica e i partiti come mere sovrastrutture.
Schede bianche è un libro che affronta con grande lucidità e chiarezza una materia complessa con riferimenti precisi a quanto è accaduto sul tema non solo in Italia dal dopoguerra ad oggi, ma anche a quanto accade nei principali paesi d’Europa e offre utili spunti di riflessione non solo a votanti e astensionisti, ma anche a tutti i leader politici del nostro tempo.
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