L’Italia è il paradiso dei pensionati e l’inferno delle famiglie [video]

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10 Novembre 2016

L’Italia è il Paese Ue che spende di più in pensioni e pensioni di reversibilità e siamo quelli che investono meno per tutelare la famiglia, i disoccupati, i giovani e i senzatetto. E la legge di Bilancio insiste: altri 1,9 miliardi per gli anziani. Il vero spread che ci dovrebbe preoccupare riguarda l’assoluta incapacità di spesa dei politici italiani rispetto a quelli degli altri Paesi europei.

 

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CAT: Previdenza

2 Commenti

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  1. vincesko 7 anni fa

    Analisi interessante, ma un po’ carente e quindi, in parte, fuorviante. (1) E’ un po’ difficile da seguire perché le percentuali delle varie voci di spesa talvolta si riferiscono al totale della spesa sociale, talaltra all’intera spesa pubblica, e non sempre viene specificato bene. (2) I confronti internazionali sono inficiati dalla non omogeneità delle voci di spesa. Infatti, per fare 2 esempi: (a) la spesa pensionistica dei vari Paesi è al lordo delle imposte, ma il peso fiscale è diverso da Paese a Paese e penalizza proprio l’Italia, che ha il peso fiscale maggiore; (b) per contro, non tiene conto dei contributi pubblici alla pensioni private, molto elevati ad esempio in Gran Bretagna, che infatti ha una spesa pensionistica pubblica molto più bassa; (c) nella spesa pensionistica italiana ci sono due altre voci spurie: il TFR (1,5% del Pil) e spesa assistenziale (8% della spesa pensionistica totale, 1,5% circa del Pil). Ne discende che (a) l’incidenza della spesa pensionistica italiana sul Pil, al netto dei 45 mld di imposte o, meglio, uniformando il peso fiscale, e dei 45 mld di voci spurie (TFR e Assistenza), cala di almeno 4 punti percentuali nel confronto con gli altri Paesi, e, detto per inciso, la gestione dell’INPS è in notevole attivo (circa 20 mld). (3) Alloggi pubblici. Anche dai dati illustrati, si ricava che la spesa per l’housing sociale (case popolari e sussidi), che fa la differenza tra un’esistenza difficile ma sostenibile e la povertà, è, in Italia, e questo da 20 anni, appena dello 0,02% sul PIL, contro lo 0,57% della UE27, lo 0,75% della Danimarca, lo 0,65% della Germania, lo 0,20% della Spagna, lo 0,85% della Francia e l’1,47% della Gran Bretagna, con un rapporto tra questi altri Paesi UE e l’Italia, rispettivamente, di 28,5, 37,5, 32,5, 10, 42,5 e 73,5 volte: sono dati che parlano da soli e costituiscono un vero scandalo! PS: Per un’analisi più completa delle pensioni, cfr. “Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2833739.html oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2015/06/lettera-ai-media-al-governo-al-pd-e-ai.html.

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  2. vincesko 7 anni fa

    Dopo aver rivisto il video, aggiungo 2 osservazioni: (4) La pensione di reversibilità di norma è pari, non all’intera pensione del coniuge defunto, come viene detto nel servizio, ma al 60%. Peraltro, se non erro, in alcuni Paesi va, come succede anche ad altre voci, non nella previdenza ma nell’assistenza. (5) Infine, (a) i dati comparati in rapporto al Pil sono inficiati dal calo del Pil (denominatore del rapporto percentuale) durante la crisi più accentuato in alcuni Paesi, tra cui l’Italia (-10%), rispetto ad altri, in cui il Pil è calato meno o è aumentato; e (b) il periodo di riferimento dei dati comparati (2001-2014) tiene conto solo parzialmente delle riforme pensionistiche più severe varate in Italia (Sacconi, 2010 e 2011, e Fornero, 2011), le quali, in particolare la seconda, nonostante la vulgata meno severa della prima, produrranno i loro effetti soprattutto nel medio-lungo periodo.

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