Coronavirus: la psicologa sull’orlo di una crisi di nervi

Coronavirus : la psicologa sull’orlo di una crisi di nervi
Siamo presenti in tante organizzazioni di volontariato, vorremmo aiutare tutti coloro che sono in preda al panico, trovare parole giuste per l’adolescente , l’adulto , l’anziano. Ma dove peschiamo tanta energia? Ieri ho avuto un momento di scoraggiamento, vuoto, tristezza, impotenza. Sono emozioni e sensazioni che mi capitano di rado e mai tutte così insieme, me le sono vissute senza nulla fare, in attesa che passassero. Oggi sto meglio e quindi riesco a riflettere su ciò che mi è capitato. La prima parola che mi viene in mente è Tempo: tanto tempo a disposizione per fare mille cose, poco tempo a disposizione per godere del proprio tempo, per rubarlo ad un impegno e scendere a comprarsi un gelato, un giornale , un libro. Un giorno identico al successivo, solo la mente può spaziare altrove, il corpo è qui dentro casa a fare una ginnastica noiosissima , guidata da you tube Forse la meditazione, che porta fuor dalla dimensione spazio temporale, aiuta di più.
Il tempo è stare nel qui ed ora, ma è anche una time line che guarda al futuro, o come dice la Programmazione Neurolinguistica ,che costruisce sogni e obiettivi da realizzare. A me resta difficile sognare ad occhi aperti in questo momento, e comunque qualsiasi sogno è spento, informe, incolore.
Non mi sento programmata per una vita di reclusione , anche perché non ho commesso alcun reato. E quindi la seconda categoria kantiana, quella dello spazio, viene anche essa a mancare. Uno spazio fisico e metaforico che il mantra “restiamo a casa” blocca in ogni via di fuga.
L’immaginario allora va nel ricordo, nella memoria. La linea del tempo entra nel passato, nel “come eravamo”. La mente ne esce ancora più impaurita e triste.
E poi ci sono le strette di mano e gli abbracci a rischio che impediscono quella dimensione di “contatto”, comunicativa e relazionale attraverso la quale ci sentiamo vivi, anche questa non più praticabile, perché in ognuno di noi c’è un potenziale untore.
Nel bel mezzo di queste considerazioni e di questo male di vivere mi piomba addosso un sano istinto di sopravvivenza , una bella scossa a volgere lo sguardo fuori da me stessa e a guardare ciò che ho intorno : è appena sbocciato un fiore rosa sulla mia camelia.
3 Commenti
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Cara collega,usando le mie metafore militari, direi che siamo tra il film con J.Wayne che quasi male ma poi con la bo
Cara collega,usando le mie metafore militari, direi che siamo tra il film con J.Wayne che quasi male ma poi con la bo
Volevo dire che nei film con J.Wayne le cose si mettono prima male ma poi tutto finisce bene. Ma è giusto che rispetto ai toni trionfalistici delle riscosse morali e psicologiche e addirittura economiche(!), dell’ottimismo generale, la realtà presente e forse,purtroppo futura, è dark, non solo in senso depressivo, ma anche come completa cecità d ciò che poi avverrà’