Chi ti ama veramente non ti chiede se vuoi la fattura

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7 Novembre 2015

Occupare un luogo e non avere misura: non sarà questo lo spazio?
Eduardo Chillida

Quand’ero bambino, ogni volta che uscivo di casa mia mamma mi gridava (in napoletano): “statt accort!”, cioè “fa’ attenzione”, “guardati intorno”, “sii vigilante”. Mi ha sempre commosso il coinvolgimento con cui mia mamma si premurava di avvertirmi, come se in qualche modo volesse consegnarmi un messaggio sul mondo che stavo per incontrare. Da grande ho cominciato a ironizzare su questo suo rituale, ma oggi sono convinto che era ed è un modo in cui ogni mamma, in qualunque dialetto o lingua esprima quel monito, cerca di accompagnare il proprio figlio nel suo viaggio quotidiano.

Pian piano impariamo da chi guardarci, e forse le nostre categorie cominciano ad un certo punto a superare quelle che nostra mamma aveva in mente. Fidarsi non ci esime dalla possibilità della delusione e del tradimento, ma l’avvertimento di mia mamma, come quello di Gesù nel Vangelo di oggi, è un invito a non trascurare la prudenza: «Guardatevi dagli scribi!».

Tra le categorie più pericolose, ci sono infatti i seduttori: quelli che vogliono essere amati senza coinvolgersi mai fino in fondo nelle relazioni. Quelli che vogliono mettere bandierine per tornare a loro piacimento nelle gabbie in cui hanno rinchiuso le loro vittime: gli scribi del Vangelo sono gli esperti che pretendono di avere le chiavi interpretative delle Scritture, coloro che legano fardelli sulle spalle degli altri o che rinchiudono i più deboli nelle gabbie della legge.

Il seduttore, come lo scriba, usa lo sguardo dell’altro come cibo per nutrire la sua immagine. Lo scriba, come il seduttore, vuole essere visto. Il seduttore, come lo scriba che prega a lungo, cerca nell’altro un’occasione di conferma delle sue prestazioni, non cerca la relazione. Il seduttore, come lo scriba, cerca nella relazione il posto migliore, cerca di garantirsi sempre un vantaggio sull’altro. Non è mai disposto a perdere.

Di fonte allo scriba seduttore, l’uomo che non si gioca mai fino in fondo nella relazione, Gesù presenta una donna (forse non a caso) che si spende fino in fondo nella relazione più importante della sua vita: è vedova, e Dio è il suo unico sostegno. È lì che è pronta a giocarsi.

Lo scriba è colui che nella relazione ci mette solo il superfluo, quello che gli avanza, non ci mette il cuore, la vedova mette nella relazione tutto quello che ha per vivere: chi ti ama veramente non ti chiede se vuoi la fattura.

Nel Vangelo di Marco questa è l’ultima volta che Gesù mette piede nel Tempio: nel gesto di questa vedova, Gesù vede il suo gesto, colui che per amore è disposto a dare tutto quello che ha. Questa donna anticipa e imita il gesto di Gesù sulla croce, così come più tardi, sempre nel Vangelo di Marco, sarà una donna che, spaccando un vasetto di alabastro, spreca una quantità enorme di nardo, profumo irrecuperabile, sprecato, come sprecata, donata sarà la vita di Gesù sulla croce.

Non possiamo fare a meno di notare che è sempre il femminile a rappresentare e descrivere il modo di amare di Gesù.

La comunità che racconta il Vangelo di Marco ha probabilmente visto in questa vedova anche Gerusalemme, la città che è rimasta senza il suo sposo (il racconto viene scritto dopo la morte di Gesù), ma che è rimasta anche senza il suo Tempio. Ma per questa donna la debolezza non diventa un pretesto: molto probabilmente le offerte gettate nel tesoro del Tempio venivano annunciate a voce alta. Questo contributo era perciò considerato come un’occasione di orgoglio, una sorta di sfilata di alta società, per coloro che volevano ostentare la loro ricchezza. Eppure questa vedova non teme il giudizio, non si vergogna, non teme il confronto. Chi ama non ha paura. Chi ama veramente sa stare in una relazione anche con il poco che ha. Chi si vergogna della propria povertà sta nella relazione da seduttore, non da amante.

Questa vedova è la donna che sa amare, perché come un’altra vedova (1 Re 17,10ss) che l’ha preceduta nella storia, accetta anche di restare senza niente perché l’altro possa vivere.  Non sappiamo se questa vedova avrà avuto la possibilità di continuare a vivere una volta tornata a casa, ma di certo sappiamo che ha amato fino in fondo, così come ha potuto.

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In copertina, Marinus van Reymerswaele,  I due esattori

Testo

Mc 12,38-44

Leggersi dentro

  • A che numero di fattura sono arrivato?
  • Sono più interessato a ricavare o a spendere nelle relazioni più significative della mia vita?

TAG:
CAT: relazioni, Teologia

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