La fede è un bisogno insopprimibile?

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17 Luglio 2018

Fede e spiritualità. Quanto contano nella vita di ciascuno di noi? La statistica più recente è un’indagine di “Community Media Research” per il quotidiano La Stampa, condotta a dicembre 2017, in base alla quale il 60,1% degli Italiani si dichiara cattolico (contro il 79,2% del 2000), il 33,4% non appartenente a nessuna confessione (nel 2000 era il 18,8%) e il restante 6,5% professa altre fedi (ebraismo, islam, buddismo, altre chiese cristiane e così via).

Se l’ateismo avanza, la fede tuttavia continua a vivere prendendo strade diverse. Secondo l’annuale ricerca del Codacons, nel 2017 erano 13 milioni gli Italiani che hanno chiesto aiuto a maghi e affini: 3milioni in più rispetto al 2001.

Per parlare di questa apparente contraddizione e di altri aspetti della spiritualità, lo studio associato Prepos – Prevenire è possibile organizza un convegno sul tema “La scienza relazionale e la teologia della relazione”, che si terrà dal 20 al 22 luglio a Monte Argentario. Il Convegno mira a studiare come la relazione che abbiamo con noi stessi influenzi la nostra vita spirituale.

Tra i relatori del convegno figurano le dottoresse Emanuela Mazzoni, psicologa specializzata in counseling relazionale e coautrice del libro “La scienza relazionale e le malattie mentali”, ed Emilia Scotto, autrice del libro “Introduzione alla teologia della relazione. L’ascolto della oceanica empatia di Dio”.

Dottoressa Scotto, come si spiega la contemporanea crescita di ateismo e superstizione?

Credo che  una parte di  responsabilità sia da attribuire a noi Cattolici e quindi alla Chiesa per non essere ancora riusciti a diffondere a pieno il messaggio cristiano, dando risalto a ciò che contiene, ovvero il messaggio spirituale di amore. Lo stesso Papa Francesco ha affermato l’importanza del dialogo con non credenti e i fedeli delle altre religioni, senza però rinunciare alla personale  appartenenza, solo essendo testimoni credibili si può diffondere il messaggio evangelico.

Quindi la Chiesa fatica a capire i bisogni umani contemporanei?

Oggi più che la necessità di partecipare a forme rituali e religiose, esiste nelle persone il desiderio di prendere parte a pratiche spirituali, che mettano la persona in autentico contatto con se stessa. Il viaggio alla ricerca del contatto con la propria anima è ricco di insidie e si deve partire ben equipaggiati sia sotto il profilo della conoscenza di ciò che si va cercando che sotto l’aspetto del discernimento, per saper distinguere le proposte che si incontrano. È altrimenti molto facile cadere prede di fascinazioni che non hanno niente a vedere con l’autentico incontro con se stessi.

Qual è la chiave del successo dell’occultismo?

L’andare da maghi, santoni, chiromanti risponde al bisogno di fidarsi ed affidarsi a ciò che viene detto da altri: dalle stelle, dalle carte, da una persona ritenuta eccezionale, perché si ha la necessità di pensare che solo qualcuno dall’esterno possa modificare o risolvere la propria vita. Si crede di non riuscire con le proprie forze a ribaltare la propria quotidianità mentre invece è solo attraverso le relazioni evolute positive che ogni persona può uscire a modificare, se vuole, la propria vita. Percorrere un cammino alla ricerca di un dialogo interiore con Dio è utile ed è anche molto bello: la persona però deve prepararsi al cammino non solo fisicamente ma soprattutto interiormente.

Come?

Per ogni viaggio è necessaria sia una preparazione fisica che una interiore. L’esperienza che si va a fare può impressionare fortemente la persona e a volte destabilizzarla. Questo vale anche per i viaggi organizzati nei luoghi di culto sia in gruppo che in solitaria. Si può infatti fare esperienza di una grande apertura del sé e, se non si è allenati a riconoscere la propria voce interiore, si può rimanere destabilizzati. Gestire l’emozione emergente può essere difficile se si è poco preparati, oppure si può rimanere affascinati da altro che non appartiene a sé.

Dottoressa Mazzoni, quanto è importante la spiritualità per l’individuo?

È un bisogno insopprimibile, anche perché è “il Bisogno” dell’essere umano subito dopo i bisogni primari di cibo, calore, affetto. Le domande sul senso dell’esistenza: che senso ha la vita, perché esiste il dolore, c’è qualcosa dopo la morte, come si può essere felici, cos’è la vera felicità, sono “le Domande”, quelle che ad un certo punto ogni essere umano si pone. E lì inizia il viaggio. Sempre più persone si pongono le domande e cercano le proprie risposte. Con il convegno di Prepos non crediamo di dare risponde, ma strumenti. Vogliamo offrire un’occasione di riflessione sui temi della spiritualità e alcune esercitazioni, che possono facilitare la persona nell’attivare o nel potenziare il dialogo interiore con se stessa.

Che differenza c’è tra una persona che vive la propria spiritualità e chi no?

La differenza è quotidiana. La persone che pregano o praticano in vari modi il contatto con la propria anima, sono centrate, ovvero difficilmente perdono il “lume della ragione”, si lasciano “sopraffare dalla paura”, in altre parole sono meno preda delle tempeste emotive, poiché coltivano i sentimenti, li fanno evolvere in valori e li trasferiscono nelle relazioni che vivono facendole evolvere. Sono sempre attraversate alla emozioni, ma non ne sono preda, ovvero sanno che c’è di meglio.

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TAG: ateismo, Chiesa, fede, psicologia, relazioni, religione, spiritualità, superstizione
CAT: Religione, Teologia

6 Commenti

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  1. andrea-lenzi 6 anni fa

    Semplificare è utile: occultismo e religione sono superstizioni alla pari e ci sarà sempre una fetta della popolazione abboccherà spinta delle proprie paure (morte, sofferenza, propria o dei cari), anche a causa delle “tradizioni” che vedrà intorno a se. La spiritualità da dizionario è qualsiasi cosa opposta alla materialità (quindi anche odio, amore, rancore et cetera). La spiritualità tirata in ballo in senso esclusivamente positivo andrebbe invece definita CONSAPEVOLEZZA, la quale si acquisisce spesso proprio con la sofferenza. Il resto è una inutile complicazione di affari semplici

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  2. dionysos41 6 anni fa

    Il limiti di discorsi come questo è che si suggerisce come “spirituale” solo la religione, la fede. Come se l’ateo non possa vere una sua spiritualità. Basterebbe pensare a Leopardi. Ma, andando più a fondo, l’errore sta nel vedere contrapposti spirito e materia, intendendo, naturalmente, che lo spirito debba dominare e controllare la materia. Non passa per la mente di chi imposta così il problema che invece spirito e materia possano costituire un’unica realtà, essere, spinozianamente, gli attributi di un’unica sostanza. Viene in soccorso perfino la moderna neurbiologia a confermare questa indissolubile unità. Il pensiero è prodotto dal cervello e il cervello fa parte del corpo, dunque a pensare è il corpo. Non è questo il luogo per approfondire. Ma le cose stanno veramente così. Restando su un piano divulgativo si leggano i libri di Damasio, e s’imparerà qualcosa di come funziona il cervello umano.

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  3. dionysos41 6 anni fa

    Il limiti di discorsi come questo è che si suggerisce come “spirituale” solo la religione, la fede. Come se l’ateo non possa vere una sua spiritualità. Basterebbe pensare a Leopardi. Ma, andando più a fondo, l’errore sta nel vedere contrapposti spirito e materia, intendendo, naturalmente, che lo spirito debba dominare e controllare la materia. Non passa per la mente di chi imposta così il problema che invece spirito e materia possano costituire un’unica realtà, essere, spinozianamente, gli attributi di un’unica sostanza. Viene in soccorso perfino la moderna neurbiologia a confermare questa indissolubile unità. Il pensiero è prodotto dal cervello e il cervello fa parte del corpo, dunque a pensare è il corpo. Non è questo il luogo per approfondire. Ma le cose stanno veramente così. Restando su un piano divulgativo si leggano i libri di Damasio, e s’imparerà qualcosa di come funziona il cervello umano.

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  4. dionysos41 6 anni fa

    Il limiti di discorsi come questo è che si suggerisce come “spirituale” solo la religione, la fede. Come se l’ateo non possa vere una sua spiritualità. Basterebbe pensare a Leopardi. Ma, andando più a fondo, l’errore sta nel vedere contrapposti spirito e materia, intendendo, naturalmente, che lo spirito debba dominare e controllare la materia. Non passa per la mente di chi imposta così il problema che invece spirito e materia possano costituire un’unica realtà, essere, spinozianamente, gli attributi di un’unica sostanza. Viene in soccorso perfino la moderna neurbiologia a confermare questa indissolubile unità. Il pensiero è prodotto dal cervello e il cervello fa parte del corpo, dunque a pensare è il corpo. Non è questo il luogo per approfondire. Ma le cose stanno veramente così. Restando su un piano divulgativo si leggano i libri di Damasio, e s’imparerà qualcosa di come funziona il cervello umano.

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  5. dionysos41 6 anni fa

    Il limiti di discorsi come questo è che si suggerisce come “spirituale” solo la religione, la fede. Come se l’ateo non possa vere una sua spiritualità. Basterebbe pensare a Leopardi. Ma, andando più a fondo, l’errore sta nel vedere contrapposti spirito e materia, intendendo, naturalmente, che lo spirito debba dominare e controllare la materia. Non passa per la mente di chi imposta così il problema che invece spirito e materia possano costituire un’unica realtà, essere, spinozianamente, gli attributi di un’unica sostanza. Viene in soccorso perfino la moderna neurbiologia a confermare questa indissolubile unità. Il pensiero è prodotto dal cervello e il cervello fa parte del corpo, dunque a pensare è il corpo. Non è questo il luogo per approfondire. Ma le cose stanno veramente così. Restando su un piano divulgativo si leggano i libri di Damasio, e s’imparerà qualcosa di come funziona il cervello umano.

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  6. dionysos41 6 anni fa

    Mi scuso. Un blocco mi ha fatto ripetere il commento più volte. Si cancellino le superflue.

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