
L'architettura e noi
Framura, gioiello ligure, dove ogni costruzione è al posto giusto
Mi trovo a Framura, piccolo borgo nella riviera ligure di Levante. Qui tutto è in armonia e non c’è una costruzione fuori posto. Basterebbe una casa fabbricata con telaio di cemento armato per disorientare. Il telaio di cemento urbano genera l’indistinto urbano, cioè quella conurbazione tracimata e dilagata che accomuna quasi tutte le città attuali, dove il tracciamento viario non ha più alcun rapporto con l’ordinamento degli edifici e dove questi sono simili l’uno all’altro per quanto riguarda il sistema costruttivo.
Avviene così che ogni edificio nuovo non abbia più come riferimento la città, o “quella” città, in quanto questa e quella tra di loro non si distinguono.
E, prima ancora, ogni tema di progetto si manifesta in modo isolato e sfrontato: transita senza contraddizioni dalla penombra conoscitiva di uno studio professionale all’indistinto della città. Sono, questi, elementi che non possono mai integrarsi e, in assenza di un sistema interpretativo, l’insediamento si articola in modo primordiale nell’indistinto; non potrà mai creare un insieme perché artificialmente composto.
La tecnica del telaio è succedanea della tecnica lignea del “ballon frame”, arbitrariamente tradotta nel pilastro e trave cementizi, una griglia che non riesci a cancellare nell’opera compiuta, un quaderno a quadretti che non serve a raccontare. Come, al contrario, accade invece per gli elementi veri dell’architettura, che si riconoscono e si apparentano tra di loro, si perdono ma non si disperdono. Qui l’architettura determina o asseconda una precisa configurazione spaziale ed offre ad essa una articolazione, una sequenza, un carattere, che è il carattere dei singoli luoghi.
Se osserviamo una immagine di Bagno Vignoni, una delle prime terme, dopo quelle romane in Toscana, vediamo che la grande vasca ha la figura di una piazza e conforma la piazza, che è bordata da diversi manufatti, collegati da un circuito che li raccoglie, ognuno dei quali articola e rappresenta la definitiva configurazione. Ora, la struttura che permette tale configurazione è quella spaziale: gli spazi che restano aperti o vuoti e quelli che sono chiusi o costruiti. Il rapporto tra questi due stati dello spazio ha normalmente caratterizzato la città storica. È evidente che una tale strutturazione, anche a causa della ossessiva ripetizione del medesimo telaio costruttivo, sia oggi perduta: e la nozione tradizionale di disegno urbano sia cosa remota.
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