Villa Litta Invernizzi a Rodano

L'architettura e noi

Parliamo della villa, la casa ideale degli scettici

di Cristoforo Bono 23 Agosto 2025

È questa, apparsa su Domus 1099 del marzo 2025, una particolare villa: una villa che annulla se stessa, con non poco scetticismo. La villa, di solito, è per sua natura indefinita. O, tipologicamente, definita in modo traslato. Può essere scomposta e ricomposta (il loggiato, le torrette, ecc.).

La villa raccontata sul numero di Domus del Marzo 2025

Intendiamo per “natura” l’infanzia della villa, cioè la villa romana. Quale altra natura? Essa è la traduzione non definita della casa greca, cui si aggiunge la parte rustica, che di fatto la rende tale, e non solo domus. L’indefinitezza di fondo (che la cultura della villa non perde mai) fa sì che la villa sia fatta per gli scettici: una maniera di pensare, la loro, soprattutto come forma di vita. Per lo scettico, “astenersi completamente da ogni giudizio porta con sé, come conseguenza, la tranquillità dell’anima. Esso porta al riconoscimento di una vita che si basa sulla indifferenza di fronte agli stimoli e alle costrizioni da parte delle varie situazioni, e in conformità della costituzione psicofisica della propria natura particolare.”  (Karl Jaspers, La mia filosofia Einaudi 1946).

Prendiamo la villa apparentemente più definita del Milanese, all’epoca delle ville, cioè la Villa Litta Invernizzi di Rodano. Intanto la sua definitezza è decisamente prestata dalla casa veneziana, con il portego che si affaccia sul canale: ma qui il canale non c’è. È quindi un prestito, un’adozione, come del resto è accaduto per molte ville. Ma un prestito si addice ad un ambiente finito, ad un paesaggio tutto padroneggiabile, come ad esempio un lago. E qui il paesaggio è infinito e quindi la villa appare come un oggetto straniato, una nave approdata nel porto sbagliato.  Per correggere tale definizione/indefinita il progetto si avvale di diverse correzioni. Muri che sporgono quinte vegetali, ecc.

E il giardino, ovviamente, tende all’infinito, annullando lo spazio circostante per esaltare l’unicità dell’edificio. Questa su Domus è invece una non villa, per un particolare tipo di scettico che ingabbia se stesso. Qui l’indefinito è il non finito, la riduzione alla sola struttura, mentre, all’opposto, il giardino non c’è. Un particolare adattamento nel luogo e nel modo meno adatto.

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