
La parolaccia della settimana
Phica.eu
In quest’epoca di schizofrenie femministe e maschiliste, dove c’è una terra di nessuno, oltre il confine tra la molestia e il corteggiamento, da entrambe le parti, ha fatto molto parlare un sito web dal nome evocativo, almeno dal punto di vista della pronuncia perché la grafia è innocente: Phica.eu. Uno pensa a una biografia di Tina Pica, se lo meriterebbe, è stata un simbolo di napoletanità. Ma non è così. È spesso sulla bocca di tutti, è una vera parolaccia.
Ce n’è un altro, che però non è un sito web ma un gruppo facebook, che, in sostanza, cambia poco e che ha fatto discutere altrettanto ed è Mia moglie.
Non sono né i primi né gli ultimi a esporre nudità femminili, probabilmente non consenzienti, con possibilità per i frequentatori di pubblicare commenti, anche pesanti, o ciò che viene considerato pesante, in un linguaggio da bar sport di vitelloni in disarmo che mette in evidenza, ad ogni modo, il neoprimitivismo di moda e sempre più dilagante. Quello sì senza censure, anzi, incentivato dai comportamenti dei macho italiani, sempre in agguato, sempre pronti a spacciarsi per sciupafemmine, grazie anche allo sdoganamento di certa mascolinità di berlusconiana memoria: “Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay“, ve lo ricordate? Al salone della moto a Rho, nel 2010, la moto, donne e motori, i cliché più ovvii… Non può passare un simile atteggiamento, è culturale, profondamente culturale.
Tutto il mondo s’indigna, per prime le donne che sono state messe in mezzo senza consenso. Anche giustamente, perché non necessariamente delle foto intime devono diventare di dominio pubblico se non c’è una volontà specifica del soggetto fotografato. Ci sono precise leggi, oggi, che difendono la privacy, almeno sulla carta.
E allora chiudi Phica.eu, addosso al gruppo fb delle mogli esposte come oggetto del desiderio comune di mariti o anche singoli vogliosi, in un’ipocrisia di base che forse non c’era nemmeno ai tempi della Democrazia Cristiana, quando non c’erano siti web ma solo riviste che dovevano essere nascoste dall’edicolante per non scatenare tempeste ormonali. I più giovani probabilmente vivranno la Democrazia Cristiana come una reliquia archeologica, loro che sono nati con una tecnologia che noi ai tempi non immaginavamo nemmeno, forse solamente qualche film di fantascienza aveva lanciato l’idea di una comunicazione così pervasiva, ma non ci si faceva attenzione più di tanto. L’ultima reliquia vivente della DC è ancora in Parlamento, Pierferdi, si può chiedere a lui qualche souvenir di quei tempi dorati dove in tv non si potevano dire certe cose e le gambe delle Kessler dovevano essere fasciate perché l’italiano medio ne sarebbe stato turbato.
Io mi chiedo quanto bisogna perseguitare questi siti o gruppi in cui viene esposto il corpo nudo durante atti sessuali o no e non, piuttosto o anche, i siti che usano l’intelligenza artificiale per spacciare notizie e immagini false. Perché, faccio notare, ormai colla tecnologia disponibile si possono creare le immagini che si vogliono: posso dar vita a delle vere finte mogli che fanno le porcellate più estreme e spacciarle per vere. E ricattare le vere mogli che se vogliono quelle foto cancellate devono pagare.
Io al posto delle mogli avrei parlato con mio marito e gli avrei subito chiesto una spiegazione. Dopodiché mi sarei interrogata su chi avessi sposato e perché, o, forse, l’avrei fatto prima del chiarimento. Dopodiché lo avrei spedito fuori di casa a pedate, con mattarellate in testa, come nella migliore tradizione fumettistica. Non prima di farsi dare tutti i soldi che magari ha ricavato dallo spaccio di foto intime familiari. Questo per cominciare. Il resto è affare di avvocati.
Per Phica.eu, i ricatti da chi gestisce il sito potrebbero essere vanificati dall’indifferenza delle vittime. Solo una risposta neutra al ricatto, infatti, potrebbe essere l’arma di chi è stato esposto a sua insaputa agli sguardi universali. Tuttalpiù si potrebbero richiedere i danni per i proventi dello sfruttamento dell’immagine, senza scandalizzarsi di apparire nudi o in situazioni intime la cui intimità non è stata poi rispettata. Non si doveva farsi fotografare ignudi, se non si voleva poi rischiare di diventare oggetti pubblici. E, una volta diventatolo, la cosa migliore è non scandalizzarsi e annientare in questo modo la carica ricattatoria di chi vorrebbe compierlo, il ricatto. Certo, bisogna aver fegato e una sicurezza in sé stessi che magari non tutti possono avere. Ma la risposta contro l’aggressione è l’indifferenza, perché solo così lo scopo estortorio del ricattatore non ha più ragione di esistere. Certo, magari far vedere la Phica al vicino di casa a cui non la si vorrebbe mai far vedere e che magari ammiccherà apprezzando, non può essere sempre piacevole, ma si può sempre rispondere: “Vedo che anche tu frequenti quel sito, complimenti; lo immaginavo ed ecco perché tra noi non c’è alcuna possibilità di andare a prendere neanche un caffè, nemmeno se me lo offri tu. Tienti caro quel sito e vai avanti a forza di pippe. Ognuno ha quel che si merita, evidentemente tu meriti di rimanere sempre lo stesso, è la peggior punizione che ti poteva toccare.”
Oppure, si può fare come Giulia Mei che afferma ripetutamente che farà della sua Phica una Bandiera, come annuncia pubblicamente e con convinzione in questo video:
Senza tema e senza paura, brava Giulia Mei. Una così annienta qualsiasi ricattatore.
È nominando le cose col loro nome che si elimina il tabù e noi di tabù siamo pieni fin sopra la testa, oggi, poi, più che mai, non si deve dire questo e non si deve fare quell’altro mentre poi si permettono i peggiori massacri e reati. Cicciolina e Moana, in fondo, erano sincere perché non facevano altro che mostrare senza tabù ciò che facevano e che, comunque, avevano un pubblico. Nella Traviata Gérmont padre e figlio sono schiavi consenzienti di un’ipocrisia sociale che condanna senza pietà Violetta Valéry, la quale muore di tisi nel dolore dell’abbandono di tutti, dopo che tutti ci avevano intinto il biscotto, almeno Alfredo. In Italia, non molti anni fa, un presidente di regione dovette vergognarsi perché venne scoperto quando andò con un travestito, peraltro in un’abitazione privata. Ma se a lui piaceva il soggetto? Perché mai doveva vergognarsi? Io al posto suo non mi sarei dimesso e avrei continuato a fare il mio lavoro. Sembrava Clinton che dovette inginocchiarsi per chiedere scusa di una fellatio che l’astuta Lewinsky utilizzò in seguito. La stagista poteva sempre dire no, ma vuoi mettere una fellatio al presidente degli Stati Uniti? Ne era innamorata, porella, ma che si aspettava che facesse? Che lasciasse Hillary? E, infatti, ci ha pensato e si è detta, mo’ t’aggiusto io. Dietro consiglio dell’ex collega Linda Tripp, saggissima: “Figlia mia, viviamo in un Paese dove una cosa del genere, anche se la fanno tutti, è un tabù sociale; usiamo questo tabù e vedi come diventi famosa nel giro di una settimana. Lascia fare a me.” E poi Linda voleva scrivere un libro su tutte le amanti del Presidente: Behind closed doors: What I saw inside the Cinton White House (Dietro le porte chiuse: ciò che ho visto nella Casa Bianca di Clinton). Avrà visto anche la fellatio di Monica in differita? O la più giovane gliela avrà descritta così bene che quasi le pareva di vederla? Ma, si sa, negli U.S.A sono abituati a far business di tutto. Phica.eu ci prova ma la qualità dell’estorsione è veramente di bassa qualità, sono dei dilettanti. Donne, svegliatevi, mostrate quanto valete e fatene una bandiera, come suggerisce Giulia Mei.
Io sono veramente stufo di tutte queste pruderie di facciata per poi lasciar passare le porcate, quelle vere, che fa la politica di ogni parte del mondo, a cominciare da quelle nostrane, dove i misfatti di una Daniela Santanché contro lo Stato, che lei stessa dovrebbe rappresentare, sembra che appartengano a un mondo parallelo, quasi immaginario, un mondo dove l’impunità riguarda sempre e solo chi ha il potere in mano, in questo caso specifico l’estrema destra che governa il Paese. Non s’indigna Giorgia per i misfatti della sua amica Daniela, tace, come fa sempre davanti a scomode evidenze, ma s’indigna per le foto delle mogli discinte non consenzienti. L’ipocrisia che domina la nostra società attualmente fa sì che ci sia una levata di scudi contro l’uso del corpo della donna e che quindi si auspichi una censura pesante su tutto, buttando via il bambino coll’acqua sporca.
La censura serve perché in questa maniera si fa come Trump, si elimina il dissenso. È questo che non viene detto abbastanza, l’eliminazione del dissenso è la base per la morte della democrazia, quella vera, di cui non fa parte questa Destra becera, arrogante e ignorante che abbiamo al potere in Italia e in altri sciocchi stati come l’Ungheria, e che sta devastando gli U.S.A., ormai pallida sinopia di una democrazia che aveva alimentato sogni e speranze. Non esistono più, gli U.S.A., sono un paese canaglia tanto quanto altri dove la democrazia non è di casa.
Noi ci stiamo inoltrando in questo tunnel ma è come metterci la testa a mo’ di struzzi, ignorando per pigrizia tutto ciò che ci distoglie da un percorso senza ostacoli visibili, perché non ci rendiamo conto di quanti ne siano stati messi in piedi in questi primi anni di governo dell’ultradestra. Perché non mi si venga a dire che fratelli e sorelle d’Italia e leghisti siano “moderati”; chi difende Putin, come ancora Salvini pretende, chi difende Casapound, come il ministro Giuli, interrogato sullo sfratto a Casapound dopo quello del Leoncavallo, non può essere moderato, è una contraddizione, è la parodia della moderazione.
Ma anche chi, apparentemente, si scandalizza per Phica.eu o Miamoglie, poi non esita a soprassedere alle malefatte di chi ci governa, che continua a votare, e riduce questo Paese a un giocattolo rotto, bellissimo, ambito da tutti, ma che non funziona più. Senza capire, per di più, che tutte queste indignazioni di facciata sono solo distrazioni di massa.
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