
Memoria e Futuro
Un tajanu di parole
In siciliano “tajanu” o “tianu” vuol dire “tegame”. Infatti, anticamente, questo piatto veniva fatto cuocere (dopo la scolatura della pasta) in un grande e capiente tegame di coccio, sul fuoco; è un piatto tipico di Cefalù (PA), che viene preparato nel periodo tra la festa del Santo Patrono Santissimo Salvatore (dal 4 al 6 di agosto) e Ferragosto. È in pratica una pasta al forno, all’interno della quale possono essere inseriti una quantità n di ingredienti, sulla scorta della regola anglosassone the more, the merrier.
Inutile dire che si tratta di un piatto tipicamente estivo, di quelli leggeri da spiaggia (e conseguente dormita postprandiale di tre ore sotto l’ombrellone). Perché vi parlo di questa cosa, vi chiederete. Mi è tornato in mente leggendo le dichiarazioni del ministro degli esteri (e wannabe Presidente della Repubblica prossimo venturo) e il “tajanu” di dichiarazioni del centrodestra in occasione del primo consiglio dei ministri post referendum. Un incrociarsi di comunicati stampa, veline e interviste sui temi più disparati, spesso senza alcuna logica di concreta realizzazione. Si dà aria alla bocca, si mettono insieme (senza gran senso) cure palliative e fine vita, si parla di Hitler per opporsi al terzo mandato del presidenti di regione, ci si confronta su riduzione Irpef e pace fiscale e via così. Insomma, tipici discorsi da pranzi pesanti e poco digeriti, magari annegati in qualche buon vinello dei Castelli Romani. E resi ancora meno digeribili da tutta la canea ulteriore di retroscena, articoli e talk show che di questi temi si alimentano a costo zero.
L’indigestione referendaria e lo smarrimento della cosiddetta opposizione (già impegnata in pomeriggi dei lunghi coltelli dentro e fuori) li ha resi un po’ troppo euforici e sicuri di resistere al potere per tanto tempo. Ed è qui che, storicamente, si aprono le crepe nelle coalizioni ritenute più solide e imbattibili.
Vedremo se le prossime settimane porteranno consiglio o se la presidentissima dovrà strigliare i suoi “ragazzi terribili”. Prima che il troppo parlare senza costrutto apra crepe insanabili.
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