Strega comanda calore

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4 Agosto 2015

Questo articolo inizia con una citazione colta e un riferimento letterario alto.

Tom Hanks, nel Codice Da Vinci, parla del Malleus Malleficarum (‘Il martello delle streghe’) come del libro che più di tutti, nella storia, gronda del sangue di vittime innocenti.

La stregoneria ha una storia lunga, alle sue spalle, tanto che si fa riferimento ad essa pure nel Vecchio Testamento (Esodo, 22:18): “Non consentirai ad una strega di vivere”. Anche le civiltà pre-cristiane, greca e romana, credevano nei poteri delle streghe. E ancora oggi la stregoneria è molto diffusa in alcuni luoghi dell’Africa, come la Tanzania.

Per non parlare dell’istinto 2.0 a trasformare in streghe le vittime e le minoranze di turno: l’essere umano cerca inevitabilmente il perché di ciò che accade e, se non riesce a trovarlo o ad accettare, semplicemente, che ne esista più di uno, rilassa la propria frustrazione appoggiandola sul malcapitato di turno. Gli esclusi e gli svantaggiati fanno proprio comodo e, per parafrasare Ungaretti, rappresentano una bella “balaustrata di monnezza per appoggiare stasera la mia xenofobia”.

La storia, per tornare all’oggetto dell’articolo, della caccia alle streghe e della loro uccisione è prevalentemente legata alla cristianità: tra il tredicesimo e il diciannovesimo secolo, un milione di persone ha infatti trovato la morte per il crimine di stregoneria.

Durante questo periodo, la velocità e il ritmo delle esecuzioni fu, a tratti, impressionante: in un solo villaggio tedesco, 400 persone furono uccise in un solo giorno durante una ‘caccia’.

Dico persone perché, se è vero che, prevalentemente, a morire furono donne (per lo più vedove e anziane), finirono torturati e uccisi anche molti uomini.

Ora, scendendo più nel dettaglio, l’esplosione della caccia alle streghe, con il maggior numero di esecuzioni, si ebbe tra sedicesimo e diciassettesimo secolo, un periodo in cui la stregoneria si diffuse anche nel continente americano sganciandosi, per altro, da un collegamento diretto con la Chiesa e l’Inquisizione,  e diventando, per l’appunto, un reato, punito anche e soprattutto da tribunali laici, istruiti, a volte, da comitati volontari di abitanti dei villaggi.

Quali furono, però, le cause di un simile massacro?

Alcuni studi molto interessanti (Behringer, 1999 e Oster, 2004) mettono in relazione dati che consentono di studiare il fenomeno da una prospettiva originale, tirando in ballo… il clima.

Già, perché, curiosamente, l’accelerazione del fenomeno ‘caccia alle streghe’ coincise con un altro fatto, noto ai climatologi come ‘piccola glaciazione’.

La piccola glaciazione è un periodo che va dal quattordicesimo secolo al diciannovesimo, in cui l’emisfero settentrionale fu interessato da una brusca riduzione della temperatura. I massimi effetti sul clima, con riduzioni medie della temperatura che superano, in media, 1,5 gradi centigradi, si ebbero proprio nel sedicesimo e diciassettesimo secolo.

Le cause di questa piccola glaciazione sono ancora dubbie e ci sono diverse ipotesi: l’attività delle macchie solari, l’eruzione di alcuni vulcani che contribuì alla riduzione della temperatura e il rallentamento della Corrente del Golfo.

Quali che siano le determinanti di questo fenomeno, certo è che fu pervasivo in tutta l’Europa continentale: come e in che senso, però, esso dovrebbe essere collegato alla ‘caccia alle streghe’?

La catena di ragionamento è piuttosto lineare: una brusca riduzione delle temperature, associata ad un aumento della frequenza di eventi estremi (inverni rigidi, estati molto umide, tempeste e trombe d’aria, gelate improvvise), può provocare danni ingenti a una società imperniata, socio-economicamente, sull’agricoltura. I raccolti vengono rovinati; spesso la fauna ittica modifica il proprio comportamento (i salmoni non risalgono più la corrente, con buona pace delle popolazioni scandinave); le falde acquifere si inquinano, determinando spesso epidemie tra gli animali d’allevamento.

I prezzi delle derrate agricole e dei beni alimentari, come conseguenza di tutto ciò, si impennano, determinando carestie, guerre e, di fatto, povertà estrema.

In una società, quale quella medievale e di inizio età moderna, priva di conoscenze scientifiche approfondite sul clima, gli eventi estremi sono imputati o a Dio o al diavolo, non essendoci tra l’altro ancora Ignazio Marino.

Così, per trovare fisicamente qualcuno con cui potersela prendere, non era difficile ricorrere alle streghe.

In realtà, agli albori dell’era medioevale, la stessa Chiesa pubblicava documenti ufficiali in cui si affermava a chiare lettere che gli esseri umani non hanno la facoltà di poter influire sugli agenti atmosferici.

Le cose cambiarono nel corso del tempo e, per l’appunto, con il Malleus Malleficarum (1484), uno scritto determinante nel diffondere false credenze sui poteri delle streghe, tra cui la capacità di distruggere i raccolti.

Nella Bolla papale che apre la pubblicazione, il pontefice Innocenzo VIII scrive: “È giunta alle nostre orecchie notizia che…. persone di ambo i sessi… hanno distrutto i prodotti della terra, l’uva che produce vino, i frutti degli alberi…, prati, vigneti, frutteti, pascoli, grano, mais, e tutti gli altri cereali”.

In aggiunta, un intero capitolo del Malleus è intitolato “Come [le streghe] causano trombe d’aria e tempeste, provocano fulmini e tuoni per fare del male a uomini e bestie”.

Per entrare nel dettaglio delle ricerche citate, la Oster ha raccolto dati e informazioni su processi a streghe, condizioni metereologiche e dati economici tra il 1520 e il 1770 per tutta l’Europa.

Il grafico seguente mostra, proprio nel periodo in questione, la correlazione inversa tra il numero di processi ed esecuzioni, da un lato, e la riduzione della temperatura, dall’altro.

 

grafico 1

 

Fonte: Emily Oster, Journal of Economic Perspectives (2004)

 

Poichè, comunque, come ogni bimbo di 3 anni dovrebbe ripetere appena sveglio davanti al caffelatte, correlazione non significa causalità, la ricercatrice produce anche delle stime econometriche, che mettono appunto in relazione il numero di processi con la temperatura, arrivando al medesimo risultato, statisticamente robusto.

Il clima ha dunque avuto un impatto, dimostrabile empiricamente, sul numero di processi per stregoneria.

La ricercatrice dice chiaramente nel suo lavoro che analisi empiriche su tempi tanto lontani  sono complesse, proprio per la carenza e la qualità dei dati. E non trascura l’esistenza di altre cause, da prendere in considerazione per uno studio ancora più rigoroso.

Tuttavia, anche inserendo  nelle stime alcuni ‘controlli’ (le guerre, le pestilenze, etc.) relativi al periodo in questione, i coefficienti legati alla relazione tra numero di processi e temperature rimangono significativi dal punto di vista statistico.

Come ulteriore procedura di verifica, viene replicata un’analisi per il solo territorio di Ginevra, città per la quale esistono serie storiche molto approfondite, che consentono di utilizzare dati annuali puntuali per i processi e per le medie della temperatura.

Il grafico seguente mostra, ancora una volta, l’evidente corrispondenza tra la riduzione della temperatura e l’aumento della frequenza dei processi.

Grafico 2

Fonte: Emily Oster, Journal of Economic Perspectives (2004)

Naturalmente, come già detto, analisi di questo tipo presentano diverse difficoltà. La climatologia, tuttavia, e la paleoclimatologia, usano tecniche sempre più raffinate per ricostruire le condizioni climatiche di tempi anche molto lontani, consentendo di aggiungere all’analisi, anche storica, una dimensione spesso trascurata. Studi simili, tra i diversi meriti, mostrano proprio l’importanza di fattori quali il clima nell’influire, in modo anche determinante, su dinamiche sociali e fatti storici che modificano i rapporti tra economia e società.

Anche perché cambia il clima e c’è una gran caldazza, ma non sembra attenuarsi la tendenza umana a trovare streghe cui dare la caccia.

TAG: caccia alle streghe, cambiamento climatico, capro espiatorio, climate change
CAT: Scienze sociali, Storia

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