Cara studentessa, fai attenzione

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1 Marzo 2019

Ciao
Ho letto di te in questi giorni attraverso la lettera che un tuo insegnante ha voluto scriverti.
Lo rimproveravi di non essere patriottico, lui puntualmente ha cercato di scoprire insieme a te per quale motivo non lo fosse.
Ne sono usciti spunti davvero interessanti, osservazioni ricche di stimoli; un docente è chiamato forse a fare proprio questo: offrire alla sua classe tutti gli strumenti utili ad approfondire, analizzare, a farsi un’idea il più possibile obiettiva della realtà che ci circonda, e degli avvenimenti passati che hanno contribuito a renderla ciò che è.

Mi sono chiesta come mai avessi lanciato questa provocazione e mi sono data risposte ipotetiche molto diverse tra loro: hai tentato di metterlo in difficoltà per puro spirito di contraddizione? Ti convince poco le scelta dei temi didattici ai quali sembra dedicare maggiore attenzione? Chissà?

Sei giovanissima. Quando te lo dicono forse pensi sia un difetto, invece è un pregio, perché ti trovi nella fase in cui gli allievi solitamente e spontaneamente si dividono in tre categorie: coloro che pendono dalle labbra di docenti molto preparati annuendo costantemente, altri che si sentono coraggiosi a sollevare perplessità e ad opporsi, altri ancora che invece non sono interessati né alla materia né tanto meno all’effettiva indipendenza intellettuale di chi la insegna. Probabilmente tu appartieni alla categoria del “bastian contrario”, che non mi suggerisce antipatia a prescindere, anzi, forse fra le categorie citate è quella che apprezzo di più, a patto che l’opposizione sia veicolata in maniera intelligente.
La domanda che hai posto, proprio in virtù della tua piena giovinezza, è purtroppo figlia di una certa ingenuità di cui non raggiungerai la piena consapevolezza adesso. Lo capirai col tempo, ma in questo tempo dovrai porre attenzione a diverse cose.

Ciò che da un insegnante dovresti aspettarti non è il patriottismo.
La parola “patria” ha subito non poche distorsioni nel corso della storia. Nel Risorgimento puntare alla costruzione identitaria di un popolo liberatosi dal giogo austriaco e borbonico aveva un senso legato al valore della nazionalità. La strumentalizzazione della parola avvenuta durante l’ascesa del Fascismo trovava, invece, come obiettivo quello di giustificare e fomentare una forma di nazionalismo. Nel primo caso potrebbe trattarsi di autoconservazione e amor di sé, di rousseaniana memoria, finalizzato all’indipendenza; nel secondo caso di sopraffazione, espansionismo, arroganza, egoismo.

Ciò che dovresti aspettarti dal tuo insegnante, e che non sempre otterrai, è l’assoluta indipendenza ideologica, l’onestà intellettuale.
Molto raramente troverai assoluta imparzialità, perché ogni essere umano nutre le sue passioni e spesso è dilaniante metterle a tacere in nome dell’obiettività, che tuttavia per un docente dovrebbe rappresentare un imperativo, un’autoimposizione.

Fai attenzione per esempio quando, pur essendo legittimo non equiparare due paesi quali Germania nazista e Inghilterra, che in guerra hanno avuto ruoli decisamente diversi, si dimentichino di dirti come l’Inghilterra abbia osservato certe dinamiche prima di fermare l’avanzata dell’esagitato cancelliere tedesco. Abbia prima valutato quanto potesse tornare utile un leader che fra i suoi principali obiettivi avesse quello di schiacciare definitivamente il nemico russo. E ancora prima come quel trattato di Versailles concimasse incautamente il terreno per la nascita incontrollata del revanscismo tedesco.
Oltre ai buoni e ai cattivi ci sono spesso anche gli ipocriti, gli opportunisti. Lo scacchiere politico è vario. E per fare in modo che certi orrori non si ripetano più è necessario attrezzarsi prima che l’onda del consenso sfrutti il vento “giusto”.

Tenta, con tutto l’impegno possibile, di riconoscere il momento esatto in cui l’esposizione di un avvenimento storico viene alterata dal giudizio di valore.
Cerca di guardare obiettivamente al colonialismo evincendone che non si ottiene certo prestigio a spese dell’altrui vita e identità. E collega quel passato con ciò che accade oggi.

Analizza con precisione il comportamento di chi trova facili nemici per costruire le proprie campagne elettorali (prima i meridionali,  poi gli immigrati) a seconda della competenza territoriale del partito, di chi promuove la legittima difesa anche quando di netta legittima difesa non si tratta, e allo stesso tempo cerca di non trascurare mai anche quali politiche poco attente hanno lasciato che il malcontento e la frustrazione dilagante di una buona fetta di cittadini si riconoscesse in tali istanze. Perché gli estremismi guadagnano punti proprio laddove le rappresentanze moderate, vuoi per incapacità vuoi per arbitrarie priorità, non ascoltano esigenze precise. Tieni sempre presente che il consenso deve trovare terreno fertile per attecchire.

Fai attenzione anche quando ti faranno credere che la mafia ha un colore politico, perché la mafia fiuta soldi potere e ricattabilità ovunque si annidino.
Affina l’udito quando nel parlarti ancora di mafia, di evasione fiscale, di bancarotte fraudolente, di falsi in bilancio, tralasceranno di dirti che non tutti accolgono immigrati per senso di umanità; alcuni vedono in quel fenomeno una succulenta occasione di arricchimento. Ti sarà forse più chiaro che certi opachi affari abbracciano tanti colori: nero, rosso, bianco.

Approfondisci, vai oltre, sempre. Anche quando tutto ti sembrerà molto convincente.

Persino quando chi ti parlerà sarà aiutato dalla credibilità di un’istruzione importante, dalla conoscenza certosina della lingua che utilizza. Tu ricorda sempre che parziali siamo tutti, che è utopico non esserlo, ma a quell’imparzialità, o almeno a quell’onestà, anela sempre, pur sapendo che è difficilmente raggiungibile. Non cadere nella trappola di rispondere alla parzialità con una stessa parzialità uguale e contraria. Sembrerà impossibile, sarà ferente, perché se tenterai in ogni modo di essere lucida, obiettiva, onesta con le tue stesse passioni, non ti farai troppi amici e sarai spesso stanca, autocritica, in conflitto con te stessa per la furia di capire. E non sarai di certo amata quando sfuggirai all’incasellamento tanto caro alle due barricate. Tu non accontentarti comunque, traduci l’istruzione nell’apertura mentale, nella coltivazione del dubbio e sii diversa. E di questa diversità cerca di esserne orgogliosa. Sempre. Anche quando ti farà soffrire.

TAG: amor di sé, attenzione, colonialismo, Cultura, Egoismo, indipendenza, istruzione, parzialità, patria, salvemini
CAT: scuola

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