Il senso di questi momenti

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21 Marzo 2020

Oggi una mia studentessa del quarto anno mi ha telefonato. Era affranta, perché tre settimane di didattica a distanza si fanno sentire, era sconsolata, perché si domandava, e mi domandava, che senso avrebbe avuto tutto questo impegno se poi magari si ritroverà con un paio di materie insufficienti a Giugno e quindi a rischiare di perdere l’anno. O, al contrario, se nonostante tutto questo suo impegno poi magari l’anno scolastico andrà a finire con una sanatoria generale, e tutti gli sforzi di questi mesi non saranno distinguibili da chi invece in queste settimane sta approfittando della situazione per farsi una vacanza inaspettata.

Sono domande importanti, a maggior ragione perché vengono da una giovane donna, che nel fiore degli anni si trova a vivere una fase storica inimmaginabile fino a solo un mese fa: chiusa in casa, con prospettive incerte per la stessa sopravvivenza sua e dei suoi cari e di tutta la gente intorno a lei, prospettive che si vanno ad aggiungere a quelle già pessimistiche di questa generazione in merito all’ambiente e alla possibilità di trovarsi un posto di lavoro.

Dal 2 marzo sono tre settimane che con i miei studenti continuo a lavorare con impegno. Ci sentiamo, studiamo, stiamo cercando di fare scuola. Gli sto chiedendo uno sforzo non normale. Sto chiedendo loro di fidarsi di me, che anche in questa situazione di emergenza sono qui ad indicargli la strada.

Però a quelle domande una risposta devo darla. E non la voglio dare solo alla mia studentessa, che dopo una ventina di minuti di telefonata mi è sembrata più serena e “carica”. La voglio dare a tutti gli studenti, i miei e gli altri.

Cari ragazzi, lo so che state vivendo un periodo assurdo e vi sembra di impazzire. Però chiedetevi che senso ha la vostra esistenza. Adesso che non potete andare in giro a “far passare il tempo”, ingannandolo con feste e serate da sballo, il tempo è lì, tutto per voi, tutto davanti a voi. Siete soli con il vostro tempo, la comunicazione virtuale con i vostri amici su Instagram o WhatsApp non riesce a riempirvi tutta la giornata. E allora vi ponete le domande che si è posta la mia studentessa.

E la risposta è proprio davanti ai vostri occhi. Chiedetevi: chi sono gli eroi di questi giorni? Sono i medici, gli infermieri, sono quelli che consegnano la spesa nelle case alle persone anziane, sono gli artigiani che, con tutta la paura che possono avere, non vi lasciano soli se si rompe il tubo dell’acqua e vengono a casa a ripararvelo, sono quelli che tutti i giorni rischiano di ammalarsi per far funzionare i servizi essenziali, sono i nostri governanti che stanno facendo l’impossibile per tenere in piedi il nostro Paese, le forze dell’ordine che vigilano per far rispettare le regole e tutelare la nostra salute, sono anche i vostri insegnanti che cercano di tenervi ancorati alla realtà, continuano a impegnare il vostro tempo. Eroi sono anche quei cantanti, scrittori, artisti che in questi giorni non ci abbandonano e continuano a dirci che la vita è bella anche se si resta chiusi in casa.

Gli eroi di questi giorni sono tutti quelli che non si stanno facendo “spezzare la schiena” dal virus, che lo combattono restando in piedi.

Che cosa accomuna tutti questi eroi? Una cosa semplicissima: la consapevolezza che ciascuno è importante nel mondo solo se sa esserlo per gli altri, se non pensa solo al proprio egoismo, ma è consapevole di essere parte di un universo più grande, un universo al quale deve dare il proprio contributo.

E allora voi, che siete in crescita, che avete tutto il vostro tempo ancora davanti, siete proprio nella fase in cui dovete decidere quale sarà il contributo che voi darete al mondo. Lo studio è quindi importante proprio per questo. Ciò che farete in questi mesi non è importante per essere promossi: parliamoci chiaro, quello non sarà un problema più di quanto non lo sarebbe stato in un normale anno scolastico.

Ciò che farete in questi mesi è importante per voi, per aiutarvi a cercare la vostra strada nella vita. Magari sceglierete di diventare medici o infermieri o idraulici o poliziotti o di impegnarvi nella politica. Qualsiasi cosa sceglierete, dovrete saperla fare bene, non potrete “imbrogliare”, dovrete essere preparati e motivati. Dovrete farlo sapendo che il vostro impegno serve alla società, che serve a voi per sentirvi parte di essa. Abbiamo bisogno di tanti “eroi della vita quotidiana”, per poter andare avanti.

E allora cosa c’è di meglio di questo tempo di riflessione per leggere qualche libro in più, per approfondire una materia che durante l’anno avete trascurato, scoprire qualche nuovo interesse, imparare qualcosa di nuovo, riflettere, sognare, fare progetti, dare un senso alla propria esistenza? Tutto questo serve sempre: anche nei momenti più bui e quando sembra che tutte le speranze siano perdute. Serve a voi, per essere vivi, per essere migliori.

Vi lascio con le bellissime parole che Anna Frank, in una situazione decisamente più disperata di quella in cui vivete voi oggi, scrisse sul suo diario il 15 Luglio 1944:

Ecco la difficoltà in questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo

Continuate a credere in voi, nel valore dell’impegno, della civiltà, della cultura, e vedrete che i vostri sogni e le vostre speranza avranno la possibilità di realizzarsi.

TAG: corona virus, impegno civile, scuola
CAT: scuola

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