Cinema

“Bobò”, che divino sciamano! Un film di Pippo Delbono al Festival di Torino

14 Novembre 2025

TORINO _ Una storia d’affetto e d’arte. Un filo che si dipana oltre vent’anni dal primo incontro per caso, tra Pippo Delbono, maestro riconosciuto della scena italiana e internazionale e Bobò, alias Vincenzo Cannavacciuolo, sordomuto, analfabeta e microcefalo, quarantasei anni dietro le spalle vissute nel manicomio di Aversa. La scintilla scocca durante una visita del teatrante in quella struttura: nacque in quel momento uno straordinario rapporto umano e artistico. “Eravamo due vite distrutte che si sono scoperte. Avevamo bisogno tutti e due di uscire dal buio. Eravamo due persone ferite che volevano vivere” così ha raccontato a “Repubblica” il regista Pippo Delbono che per ricordare questa straordinaria figura ha voluto dedicargli un film intitolato proprio con il suo nome d’arte “Bobò” che dopo la presentazione in anteprima il 7 agosto nella Selezione Fuori Concorso del Festival di Locarno, dove ha ricevuto una grande accoglienza, viene presentato adesso in concorso al prestigioso Torino Film Festival che si tiene dal 21 al 29 novembre (il 23 sarà la data della proiezione della pellicola). Nel frattempo è approdato al festival dedicato al documentario DocLisboa e tra qualche settimana sarà visto ad Amsterdam nella sezione internazionale di “Best of Fests”, il più rilevante appuntamento mondiale per il documentario.

Un’immagine di Bobò, al secolo Vincenzo Cannavacciuolo, attore e performer, interprete di numerosi allestimenti della compagnia diretta dal regista e attore Pippo Delbono 

Bobò” si concentra attraverso materiali d’archivio raccolti nell’arco di oltre venti anni. Questa è la storia dell’incontro iniziata un giorno nell’ospedale psichiatrico di Aversa e proseguita con la partecipazione di Bobò negli spettacoli e nei film di Delbono diventandone ben presto figura centrale. Fu, allora, una sorpresa: la rivelazione al mondo di un artista dall’anima fortemente poetica. Interprete unico in grado di comunicare in modo diretto, fino quasi a costringere lo stesso regista a ridefinire il suo linguaggio per sviluppare la propria ricerca attorno a quello che il quotidiano francese “Le Monde” ha definito “incomparabile attore microcefalo e sordomuto, un piccolo re incerto”.

In Bobo c’era la forza di un’arte che nel silenzio faceva un grande rumore, perché poneva al centro l’umana esistenza. Un clown beckettiano che utilizzava il corpo e gli sguardi come terminali di interpretazione teatrale.

Il regista Pippo Delbono, al centro, mentre dialoga con fotografo Cesare Accetta durante alcune riprese del film “Bobò” ( di cui è anche autore della sceneggiatura) che sarà in concorso nel prossimo Film Festival di Torino

Nel realizzare il film Delbono – come ha rilevato gran parte della critica che ha seguito la proiezione a Locarno – ha scavato nella condizione umana “mostrando la forza e la dignità di Bobò nonostante le sue difficoltà”. Al centro i temi “forti” dell’emarginazione, la diversità e la resistenza. In questo Delbono, come sua consuetudine e cifra registica, ha raccontato in modo politico una vita e un’amicizia assai speciale restituendo al tempo e alla memoria l’arte di Vincenzo Cannavacciuolo.

Bobò” , soggetto, sceneggiatura e regia di Pippo Delbono che ha curato personalmente la selezione di riprese originali, estratti di spettacoli, interpretazioni teatrali e momenti di vita quotidiana per restituire con delicata intensità la figura di Bobò. La digitalizzazione di oltre trecento ore di repertorio si è arricchita di inedite riprese realizzate tra Napoli e Aversa (dove Bobò si spense il febbraio 2019 a 83 anni), nei luoghi dove tutto è cominciato. La voce narrante è quella dello stesso Delbono. Le musiche originali sono di Enzo Avitabile, la fotografia è di Cesare Accetta, il montaggio di Marco Spolentini. Il film è una produzione Fabrique Entertainment, Luce Cinecittà, InlusionCreative Hu, Vargo con Rai Cinema.

Un’immagine di Pippo Delbono durante la prima della sua ultima opera teatrale “Il Risveglio”, andata in scena un anno fa al Teatro Storchi di Modena (Fotografia di Luca Del Pia)

Così Delbono nelle sue note di regia: “Bobò, così si chiamava questo piccolo uomo, creava personaggi pieni di grazia, di emozione, di comicità. Personaggi poetici, comici, surreali, ironici, pieni di innocenza e intelligenza, di follia e lucidità. Come era Bobò. Piccole scene che fanno pensare alla sua anima napoletana, scherzosa e struggente allo stesso tempo. Ci sono anche momenti di vita, che fanno vedere il suo stupore, la sua meraviglia nello scoprire la bellezza, l’assurdità, la follia della vita fuori dal manicomio.

Io ho sempre filmato Bobò. Nella spiaggia mentre danza con le palme al vento, a Cuba dove incontra le donne della “santeria”, che non lo trattano come a un handicappato ma come a un essere divino, uno sciamano…”

Il film “Bobò” sarà presentato con dibattito il 26 novembre al Modernissimo di Bologna; il 27 al Nuovo Sacher di Roma; il 28 a Del Borgo di Bergamo e all’Anteo di Milano; il 29 al Terminale di Prato e Spazio Alfieri di Firenze; il 30 al Mignon di Mantova; il 1 dicembre al Filmstudio di Savona, il 2 al Sivori di Genova; il 3 al Nuovo Aquila di Roma; il 4 al Multiastra di Padova; il 5 al Giorgione di Venezia; il 6 all’Ariston di Trieste e il Kinemax di Gorizia; il 7 al Duomo di Rovigo e l’Odeon di Vicenza; l’8 al King di Catania, il 9 al Lux diMessina; il 10 al Rouge et Noir di Palermo e il 12 al 4Mori di Livorno.

La locandina in particolare del film di Pippo Delbono “Bobò”: ritrae in un montaggio le diverse immagini del performer e del regista legati per oltre venti anni da uno straordinario rapporto artistico e di affetto 
Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è anche piattaforma di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.