Teatro
Danza, l’amore di Martens e le “Finzioni” di Lupa
Gli spettacoli di Jan Martens a “Fuorimargine” e di Lupa Maimone a “Cortoindanza” di Cagliari e Genova testimoniano una decisa resilienza da parte di chi è stata oggetto dei dolorosi tagli della Commissione ministeriale soprattutto in Sardegna
CAGLIARI _ La forza di un amore. Il momento della passione e dell’abbandono. Un attimo vissuto vent’anni. E’ una delle rare volte che la danza riesce a raccontare con tanta intensità questo sentimento capace di scuotere le montagne e volare oltre le stelle. Accade con “Sweat Baby Sweat”, quasi un classico ormai, opera dell’affermato coreografo fiammingo Jan Martens – che la presentò più o meno ai suoi esordi, nel 2014 a Venezia nella Biennale danza diretta da Virgilio Sieni. Lo spettacolo. presentato per la prima volta nel 2011, è approdato nei giorni scorsi nell’eccellente festival di Fuorimargine a Cagliari negli spazi di Sa Manifattura. “Sweat Baby Sweat” , adesso come per il suo debutto, vede come interpreti due importanti danzatori come la sensuale Kimmy Ligtvoet e il potente Steven Michel al centro di un intrico labirintico di corpi che si mescolano, si attraggono e uniscono in un progressivo gioco acrobatico sul filo dell’equilibrio, quasi ad indicare la difficoltà di riuscita delle relazioni amorose. Eppure queste avvengono anche in virtù di un attraente e magnetico incontro tra coreografia e musica, mentre su uno schermo vengono proiettate tracce video di lettering: il tutto è sottolineato da una elaborata trama di luci a incastro che esalta la plasticità dei movimenti, alcuni eseguiti con sapienza quasi circense dai due danzatori. A segnare il ritmo è una canzone eseguita all’infinito, un loop inarrestabile che ripete il ritornello “As long as you will stay I am here too” (“Finchè ci starai anch’io ci starò”): una promessa ripetuta come un mantra dai due performers in cerca d’amore.

La coreografia è di una impressionante fisicità ma nonostante ciò non si coglie tensione e al contrario si resta affascinanti dalla fluidità del movimento. Apertasi con uno sviluppo minimo ed essenziale dei movimenti, fatto di equilibri precari, corpi sospesi nello spazio, si procede poi sinuosamente, e maggiore ritmo, tra abbracci intensi e mescolamento di arti in torsioni sempre più ardite. Due corpi che si fondono seguiti da chi guarda con il respiro sospeso: sorpresi e ammirati dalla tentacolare spirale di eros e amore.
Il festival ha offerto una programmazione di livello con presenze importanti. Dopo l’apertura con “Cry Why” di Moritz Astrunshnjak -un duetto per danzatori, pianoforti e pattini- è stata la volta di Cristina Kristal Rizzo con la prima di “SentimentalStudio 1” seguita da Jacopo Jenna con “Manifestum”. Altra prima con Kelly Ardens in “Il Margine” e poi Daniele Ninnarello in“Healing together”. Gianmaria Borzillo con “Femenine”, Ilenia Romano con “Strings”, Stefano Scodanibbio in “Voyage that never ends. Diana Anselmo debutta in “Pas moi”, Elisa Sbaragli in “Se domani”. Si è continuato con il “Cry Violet” di Panzetti/Ticconi impreziosita dalla musica originale di Teho Teardo. Roberta Racis ha mostrato lo studio “Nulla dies sine linea”. Sara Sguotti ha presentato “Dedica” mentre “Appunti per il sole” è la coreografia di Daniele Albanese con Fabio Pronesti e Diego Spiga e le musiche originali di Simon Balestrazzi- Infine di scena “Karaoche”di Lucia di Pietro e “Comeback” di Fabritia D’Intino e Agnese Banti.

Negli stessi giorni nello spazio del T.Off (sempre a Cagliari) dove da diciotto anni ha luogo una rispettata manifestazione internazionale di giovane danza come Cortoindanza, con la presenza di artisti italiani ed europei, Lupa Maimone, direttrice della compagnia Oltrenotte, stella emergente della scena contemporanea, ha presentato il suo studio “Finzioni”, poi replicato nei giorni scorsi anche al Festival di Teatro Akropolis a Genova.
Seduta in una sedia al centro della scena, illuminata solo da qualche fascio di luce sagomata, Lupa mostra un risveglio, meglio ancora una mutazione antropologica nei connotati misterici di una fantastica creatura postumana dalla quale spuntano due braccia che si aggiungono e sovrappongono a quelle del corpo dell’artista. E’ un vertiginoso salto in una dimensione fuori dallo spazio e del tempo dove lo scambio e l’intreccio tra danza e abilità circense affascina e lascia stupiti per la proiezione di futuri mondi possibili…
Sono immagini provenienti da una realtà fluttuante che sembrano uscire fuori dalle storie avveniristiche e fantastiche di una rivista come “Métal Hurlant” terreno rigoglioso di inventiva psichedelica di un geniale autore come Moebius. Creatura di mondi improbabili, o forse no, la donna di “Finzioni” si muove veloce come un’apparizione flou assumendo i contorni di una “short novel” che inquieta e conquista rimandando ad altri universi filosofici, visioni… dell’altro mondo.

Lupa Maimone e Oltrenotte di Cagliari, come Igor e Moreno a Sassari rappresentano le giovani leve di una danza in grado di confrontarsi a livello internazionale per qualità e impegno, come per altri versi e scommesse culturali lo sono il festival Cortoindanza/Logos e quello di Fuorimargine fino a qualche settimana fa investito anche del compito di essere Centro di produzione della danza (e poi declassato a festival).
Oggi assumono una posizione di resilienza e continuano a operare per correttezza nei confronti del pubblico, supportati in questa fase anche dalla Regione sarda ma domani? Tutte queste realtà infatti sono state killerate senza se e senza ma dalla mannaia della Commissione ministeriale dello Spettacolo che da un giorno all’altro ha eliminato le risorse per crescere e costruire cultura in una Regione come la Sardegna, obiettivamente tagliata fuori per trasporti, budget e opportunità dal resto del Paese. Un taglio miope, figlio di un potere nei fatti colonialista che come Superciuk in “Alan Ford” prende ai poveri per dare ai ricchi. Così in questa terra, dove a fatica si stava affermando una realtà in grado di competere con il resto dell’Europa, di un ricco panorama di realtà è rimasto poco. Cioè si sono salvati in pochi, aumentando l’alone di incertezza e il sospetto di scarsa competenza in chi dovrebbe vigilare e supportare. Esattamente come è accaduto naturalmente ad altre realtà d’Italia nel teatro – vedi ad esempio proprio il Teatro Akropolis e il suo festival di Genova come Teatri di Vetro a Roma – e nella danza, solo che in questa terra tutto si paga doppio.
E comunque per i male informati ecco una comparazione di quanto, alla fine della giostra, viene erogato nell’Isola. Stando ai dati ufficiali del FUS (Fondo unico dello Spettacolo) per gli anni 2024 e quello post-tagli del 2025. In soldoni nel 2024 arrivavano in Sardegna, per la danza, 1.026.232 euro, mentre nel 2025 la somma è di 781.187. La differenza è di 245. 045 euro. Un taglio complessivo che si avvicina a 250 mila euro…

Per i dettagli ecco le cifre per ogni realtà presente sul territorio (il Circuito di danza regionale sta dentro il Circuito multidisciplinare per il teatro e il circo organizzato dal Centro Cedac).
Asmed, Compagnia: 210.498 (2024) 258.605 (2025) (più 48.107 euro). Viene promosso dall’attuale Commissione ministeriale a Crid (Centro Rilevante di Interesse Danza).
Estemporada, Compagnia: da 49.523 (2024) a 52180 nel 2025 (+2657).
S’Ala (Igor e Moreno) Compagnia prima istanza: da 62.100 a: Eliminato.
Oltrenotte.Compagnia under 35: da 33.876 a: Eliminato
Spaziodanza (Centro e Festival Fuorimargine: da 214.500 a 172.000 (meno 42.500). Declassato da Centro Produzione a Festival.
Maya Festival: 127.263 a 141.215 (più 13,952).
Danzaeventi Festival: 74.860 a 81187 (più 6327).
Tersicorea (Festival Cortoindanza/Logos): 47.589: Eliminato.
Teatro di Sardegna, rassegna di danza: 47.589: Eliminato
Carovana Smi, promozione e inclusione sociale: da 82240: Eliminato.
Zeit, promozione e inclusione sociale: da 65.190 a 76.000 (più10.180).

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