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Partiti e politici

Se gli attuali indecisi votassero, la sinistra potrebbe vincere

Il centro-destra è avanti nelle dichiarazioni di voto, ma se la quota di indecisi alla fine andasse a votare, qualcosa potrebbe cambiare…

8 Dicembre 2025

I sondaggisti lo sanno bene, il loro perenne cruccio è la presenza di intervistati che non rispondono oppure che sono indecisi; se poi l’indagine demoscopica riguarda il comportamento di voto, a queste due categorie si aggiungono i sedicenti astensionisti, per complicare le loro stime dei risultati più probabili.

La quota di indecisi e di non rispondenti, è evidente, non permette di presentare le dichiarazioni di chi è disposto ad esprimere la propria idea come sufficientemente rappresentative della totalità della popolazione di riferimento. Per il semplice motivo che non è dato sapere cosa pensano o cosa farà realmente chi se ne sta zitto.

Facciamo un esempio semplicissimo: se interrogo gli italiani sul prossimo referendum sulla giustizia e mi risponde solo il 60% degli intervistati dichiarando che voteranno 55 a 45 per il Sì, come posso sapere quanto questo risultato sia attendibile? Cosa farà il resto degli italiani? Potrebbe votare in maggioranza per il No e ribaltare completamente il risultato, oppure votare Sì confermandone la vittoria, oppure ancora astenersi del tutto e lasciare il risultato così com’è. Il dubbio ovviamente resta. E questo dubbio diventa sempre più grande tanto più grande sarà la percentuale degli intervistati che si dichiara incerto o che non vuole rispondere.

Il caso del comportamento di voto politico è ancora più chiaro. Siamo come tutti sanno in un’epoca di problematica partecipazione elettorale; l’astensionismo ha raggiunto vertici mai visti; nell’ultima consultazione del 2022 è andato a votare solamente il 64% degli elettori; in tutti i sondaggi odierni è evidente l’incapacità di una quota elevata di intervistati di fare una scelta decisa; la cosiddetta “area grigia” (la somma cioè di chi non vuole votare, di chi si rifiuta di rispondere e di chi si dichiara indeciso) arriva spesso sopra al 40%, sfiorando a volte il 45% del campione di italiani.

Ora, le preferenze di voto del 55-60% che dichiara qualcosa vedono, come noto, il centro-destra avanti di qualche punto percentuale, grazie soprattutto a Fratelli d’Italia che sfiora il 30% dei consensi, seguito dal Partito Democratico intorno al 21-22% e via via da tutte le altre forze politiche. C’è dunque anche in questo caso un piccolo grande punto interrogativo: cosa farà quella quota di elettori che si dichiarano indecisi? La loro scelta finale potrebbe ribaltare o confermare le scelte di coloro che hanno dichiarato le proprie preferenze.

In alcune indagini si chiede anche, a quel piccolo popolo di indecisi (stimabile intorno al 10-15% della popolazione), quale partito è più probabile che voterebbero, nel caso uscissero dall’indecisione. E le loro risposte ci forniscono un quadro previsionale che cambia in qualche modo quello oggi esistente. Gli indecisi, infatti, hanno in generale una prevalenza di voto vicina ai partiti dell’opposizione rispetto a quelli di governo, facendo avvicinare il divario oggi esistente tra le due potenziali coalizioni, se non addirittura permettendo all’area progressista di superare quella di attuale maggioranza parlamentare.

Uno scenario che vedrebbe dunque una possibile vittoria, sebbene “di corto muso”, della coalizione di centro-sinistra rispetto a quella di centro-destra. Con una ovvia postilla: che quegli attuali indecisi non decidessero alla fine di disertare le urne pure loro.

 

Università Statale di Milano

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