
Teatro
Teatri d’estate, Il “Don Chisciotte” delle Albe e dei Colla, festival nell’Adda, Varese e Napoli
RAVENNA _ La Biennale di Venezia ha ufficialmente aperto la stagione estiva e ora via ai festival. Da qui sino alla fine di agosto e per buona parte di settembre l’Italia pullulerà di appuntamenti festivalieri da non perdere. Il Ravenna Festival uno dei più prestigiosi invita dal 25 giugno al 13 luglio a non perdere l’ultima anta del “Don Chisciotte ad ardere”, terza tappa del progetto del teatro delle Albe che per la sua fase conclusiva compie uno sforzo enorme riproponendo tutte assieme le diverse puntate dell’originale rilettura del celebre romanzo di Miguel De Cervantes. Sotto la guida di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, la “comunità” allargata di cittadini (compresi cioè anche i turisti e coloro che arrivano fuori sede) dal 25 giugno al 13 luglio (tranne i lunedì e i giovedì ) si dovranno dare appuntamento alle ore 20 davanti al Palazzo Malagola (via di Roma 118),. In questa sede accadrà la narrazione della prima anta, tra stazioni da visitare e azioni teatrali e musica. La seconda anta si aprirà negli spazi affascinanti del palazzo di Teodorico. Il tutto si chiuderà qualche centinaio di metri più inla al Teatro Rasi seguendo una cosuetudine inaugurata negli anni scors, in occasione della “Divina Commedia”. Lo spettacolo è una coproduzione delle Albe, Ravenna Festival e Teatro Alighieri in collaborazione con i musei nazionali di Ravenna e l’Opera di Religione della Diocesi di Ravenna. Le musiche originali sono del gruppo Leda che le eseguirà dal vivo. Allo stato attuale tutte le recite sono sold out ma è possibile mettersi in lista d’attesa alla biglietteria del Teatro Rasi per i posti che potrebbero eventualmente liberarsi.
L’attualità dell’opera di Cervantes. “In questi tempi – ha osservato Franco Masotti, co-Direttore Artistico del Ravenna Festival – in cui un’umanità dispersa e scoraggiata si interroga su come affrontare i drammi e gli sconvolgimenti a cui i tempi presenti ci pongono di fronte, si avverte sempre di più l’esigenza di farsi comunità, di intessere rapporti empatici e solidali tra le persone e il teatro ci offre un’occasione preziosa per poterlo fare, attraverso la ricerca condivisa della bellezza nell’esercizio del pensiero critico, tra emozione e riflessione”.
Il “Don Chisciotte ad ardere”delle Albe avviene attraverso la modalità della ‘Chiamata pubblica’, praticata e affinata negli anni, che ha reso Ravenna un caso unico in Europa. La prima anta a Palazzo Malagola si conclude con la fuga degli erranti dal rogo dei libri; Don Chisciotte, Dulcinea e Sancho (rispettivamente Roberto Magnani, Laura Redaelli e Alessandro Argnani), insieme ai maghi Hermanita e Marcus –-gli alias di Montanari e Martinelli – raggiungono le rovine di un palazzo, scenografia della storia centrale della seconda anta, in cui spicca la “schiava di Algeri”, novella fondamentale nella polifonia del romanzo di Cervantes. Con la terza anta, si approda invece di fronte ad “un antico edificio – una chiesa? un teatro? – per tirare le fila di questa reinvenzione del romanzo seicentesco che sa rivolgersi al nostro ventunesimo secolo, dilaniato da guerre e ingiustizie, non diverso da quello contro cui si scagliava il mite sognatore. Le bacchette dei due scalcagnati maghi sono però spuntate e non possono fare altro che evocare fantasmi…”
Anche quest’anno il progetto vedrà la partecipazione, insieme alle cittadine e ai cittadini di Ravenna, di “tribù” (gruppi composti da ragazzi e ragazze che hanno partecipato a laboratori di non-scuola) provenienti sia dall’Italia che dall’estero. Più che raddoppiati, rispetto allo scorso anno, i giovani che arriveranno dal nostro Paese; in particolare da Bari, Firenze, Foligno, Marsciano, Napoli, Noto, Rimini, Roma, Santarcangelo, Sassuolo, Trento, Varese, Villanovaforru. Diversi giovani giungeranno invece da Malta e da Parigi. Ideazione e drammaturgia sono di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari che saranno in scena con: Alessandro Argnani, Roberto Magnani, Laura Redaelli, Fagio, Marco Saccomandi.
Ma c’è anche un altro “Don Chisciotte”, assolutamente da non perdere. E’ quello che la Compagnia Colla ha ripreso da un copione manoscritto del 1879 dagli archivi della stessa compagnia. Le musiche dello spettacolo sono tratte dall’omonimo balletto di Aloisius Ludwig Minkus (edizione musicale Sofia National Opera Orchestra diretta da Boris Spassov, brani al pianoforte appositamente elaborati e interpretati da Danilo Lorenzini), Lo spettacolo, che ha debuttato lo scorso 17 giugno si può vedere ancora sino al 29 giugno (martedì, giovedì e sabato alle 19,30, mercoledì e venerdì alle 20,30 e domenica alle ore 16) al Piccolo Teatro Grassi di Milano in via Rovello 2.
“Don Chisciotte si innesta perfettamente in un filone dalle antiche radici che propone in chiave marionettistica i grandi classici e i grandi autori della letteratura”. In particolare, il “Don Chisciotte” proposto dai Colla dà modo alle marionette di “evidenziare e sublimare il mondo cavalleresco scaturito dalle assidue letture dell’hidalgo Alonso Quijano, dando realtà a un universo immaginario che lo vede proclamarsi Don Chisciotte de la Mancia. Una follia visionaria che induce il protagonista a vedere la realtà deformata e distorta dall’idealizzazione estrema dei valori della vita, dell’umanità e dell’amore. La fantasia prende il sopravvento, obbligando Don Chisciotte a vivere in un mondo in parallasse nel quale gli ideali di giustizia, di riscatto dalla povertà e di soccorso ai più deboli, diventano una bussola impazzita”. In scena sono presenti ben 95 marionette, animali compresi e 13 cambi di scenografia.
Restando in Lombardia da segnalare la seconda parte della rassegna “I Luoghi dell’Adda” che inizierà il 27 giugno a Cornate d’Adda. Nella
Villa Sandroni (Colnago, sede della Biblioteca) alle 21,15 la compagnia romana Il naufragarmèdolce propone lo spettacolo “Tre civette sul comò” con tre attrici brillanti che inscenano una riflessione sul tema del linguaggio, con riferimenti che vanno dal Trio Marchesini-Solenghi-Lopez a Franca Valeri, da Totò e Peppino a Dario Fo, da Valter Chiari a Troisi.
Sabato 28 giugno a Villa Gina di Trezzo sull’Adda – sede del Parco Adda Nord – a partire dalle ore 18 si terrà uno spettacolo itinerante lungo gli spazi del parco, attraverso l’isola naturalistica di recente inaugurata e fino alle sponde del fiume all’imbrunire: “Mutamenti”, un percorso con quattro attori tra i temi dell’amore, del pentimento e dell’incantamento con testi narrativi e poetici da Ovidio a Manzoni, da Virgilio a Pirandello. Domenica 29 seguiremo (sempre dalle ore 18) un sentiero ideale lungo i vicoli del nucleo storico del borgo di Borbino ad Abbadia Lariana con un secondo allestimento di “Mutamenti”.
L’ultimo fine settimana a Villa Gallavresi di Verderio il 4 luglio, alle 21,15, per la prima regionale di “Notti magiche” di Teatro degli Acerbi, il racconto dell’epopea dei mondiali di calcio del 1990 in cui si visse un rito collettivo, con forte senso di appartenenza.
Sabato 5 luglio al Centro Sportivo di Paderno d’Adda sempre alle 21,15 di scena il teatro musicale di “Fiabe jazz” di Teatro Popolare d’Arte.
La rassegna si chiude il 6 luglio a Villa Concordia a Robbiate, alle 21,15 con lo spettacolo “Schadenfreude” di Evo Teatro: il titolo è una parola che non esiste in italiano e che descrive quel sottile godimento nell’assistere alle sfortune altrui, il pubblico sarà coinvolto in una divertente riflessione sui nostri comportamenti quotidiani.
Torna a Varese “Tra Sacro e Sacro Monte” sedicesima edizione del festival in un luogo speciale come il Sacro Monte all’insegna del “Giubileo dedicato alla speranza”. La rassegna si tiene per tutto il mese di luglio, dal 3 al 27 luglio tra la Via Sacra e la XIV Capella, con la partecipazione di diversi teatranti.
E’ dedicato al tema del viaggio l’appuntamento iniziale del 3 luglio che vede sul palco Ariana Scommegna, 30 voci bianche e la poesia di Ada Merini.
Il 5 luglio alle 10 e alle 17 in replica il 12 e il 26 alle 17 nelle strade del centro storico di Varese, “Ti ho scritto una lettera”, performance itinerante a cura di Chiara Boscaro, autrice dei testi e Susanna Miotto. E’ l’esito di un percorso partecipativo che ha coinvolto 50 studenti e studentesse di due licei varesini. Neri Marcorè e Massimo Bernardini sono i protagonisti dell’appuntamento dell’8 luglio (ore 21 XIV Capella) in cui si dialogherà sull’opera e la figura di Giorgio Gaber.
E’ tratto da un libro di Erri de Luca, “In nome della madre”, lo spettacolo che Galatea Ranzi porta in scena, il 10 luglio (XIV Capella) ore 21 con la regia di Gianluca Barbadori. Erri De Luca racconta la storia di Miriàm/Maria. Il Talmud, gli storici romani ed oltre un decennio di studi biblici gli forniscono dati preziosi per ambientare la sua narrazione. Quello che muove De Luca, è il “desiderio di raccontare qualcosa che non c’è: la versione di Miriàm/Maria, dall’Annunciazione alla nascita di suo figlio. Il testo è un inno all’amore universale e all’amore materno”.
Alla scoperta dei luoghi del Sacro Monte attraverso le parole di Giovanni Testori, performance audioguidata da Chiara Boscaro e Marco di Stefano, “La Caduta dei cementi” in cartellone il 13, il 20 e il 27 luglio a partire dalle ore 18 in Via Sacra.
In occasione del centenario della nascita di Giovanni Testori, Karakorum Teatro e La Confraternita del Chianti hanno realizzato per il festival “Tra Sacro e Sacro Monte 2023” una performance audioguidata che alterna una drammaturgia originale alle parole poetiche dello scrittore di Novate. “Un pellegrinaggio teatrale punteggiato dalle cappelle del Sacro Monte di Varese. Un viaggio sull’esperienza terrena e sull’eterna ricerca di senso che ogni essere umano compie e che Giovanni Testori ha con efficacia raccontato in tutta la sua opera: un viaggio sempre in bilico tra il Sacro e il Profano, tra la Carne e lo Spirito, tra la Vita e la Morte.”
Sarà una chiacchierata-spettacolo quella che vedrà il ritorno al Sacro Monte di Giovanni Scifoni, il 15 luglio alla XIV Capella, ore 21 del 15 luglio. Racconterà di un’amicizia che lo lega al festival a Giovanni; sarannno proposti alcuni pezzi dei suoi lavori e il ricordo di momenti importanti e aneddoti fino all’ultima intervista a Papa Francesco.
Giovedì 17 luglio è la volta di Dario De Luca di Scena Verticale, alle ore 21 alla XIV Capella con “Il Vangelo secondo Antonio” con Matilde Piana e Davide Fasano. Scritto e diretto da Dario De Luca stesso con le musiche originali di Gianfranco De Franco è lo spettacolo vincitore de i Teatri de Sacro, edizione del 2019. Racconta la malattia Alzheimer che ha colpito il parroco di una piccola comunità. Al fianco la sorella e un giovane diacono. “Don Antonio, entrato nella nebbia, inizierà a perdere tutti i riferimenti della sua vita ma allaccerà un rapporto nuovo e singolare con Cristo che porterà avanti anche quando, alla fine, si sarà dimenticato della malattia stessa. Il racconto della malattia, condito dell’involontaria comicità che si porta dietro, è anche il pretesto per riflettere sulla fede e sul senso religioso che ognuno di noi, volente o nolente, ha dentro di sé.”
Maria Pia Arrighini , il 22 luglio alle 21 presso il Santuario presenterà “Interrogatorio a Maria” di Giovanni Testori. Testori in “Interrogatorio a Maria” del 1979, dipinge una Madonna che “si fa corpo, convocata da un coro di voci insistenti che la vogliono interrogare, bramosi di ricevere delle risposte che permettano loro di comprendere e di accettare la loro stessa esistenza. Un corpo solo esposto nella sua fragilità si prende carico di questa discussione, spinto dal desiderio di autodeterminarsi con la parola testoriana che si fa “carne, spine e croce” attraverso il ricordo di una madre.”
Alessandro Preziosi, il 24 luglio alle ore 21 nella XIV Capella porta un celebre racconto di Antonine de Saint Exupery: “Il Piccolo Principe-La Speranza e il Viaggio”, adattamento di Tommaso Mattei, con musiche originali eseguite dal vivo alla chitarra da Daniele Bonaviri. “Il viaggio del piccolo principe tra pianeti e personaggi diventa metafora della crescita, della perdita e della scoperta dell’altro, fino alla conquista di una speranza nuova, che nasce dall’invisibile e dall’infanzia del cuore”.
Dal 6 all’8 luglio 2025 (ore 21.00), #foodistribution, giunto alla sua VIII edizione presenta “Infinito ∞, La foglia d’oro”, spettacolo teatrale, in prima nazionale, site-specific e people-specific che prende vita ai Bipiani di Ponticelli nella periferia est di Napoli (termine con cui si identificano le strutture abitative “temporanee” costruite in seguito al terremoto del 1980), lavoro che ha come protagonisti artisti e artiste professionisti e gli abitanti dei Bipiani, nell’ambito del Campania Teatro Festival.
#Foodistribution ideato e prodotto da Manovalanza, associazione fondata da Adriana Follieri e Davide Scognamiglio, definisce l’azione di creazione artistica e di coesione sociale – con la consulenza scientifica di Rosario Sommella – attraverso cui piccole e grandi comunità urbane, perlopiù di aree periferiche, entrano in relazione diretta e continuativa con le Arti della scena – dalla scrittura, allo studio del movimento, all’illuminotecnica, alla fotografia – partecipando attivamente alle varie fasi che precedono il conclusivo allestimento teatrale, con la regia di Adriana Follieri.
“Infinito ∞, La foglia d’oro” parte dal desiderio degli abitanti dei Bipiani di avere una casa in muratura dopo 45 anni di vita nei prefabbricati su due livelli, una casa vera le cui particelle aeree e sonore possano finalmente smettere di penetrare fin dentro i polmoni, fin dentro l’anima. Alle spalle del pubblico, di fronte alle attrici e agli attori, “si estende l’area che ospiterà le nuove case. Eppure, quando questo desiderio sarà finalmente realizzato, nel passaggio dal vecchio al nuovo bisognerà proteggere la foglia d’oro, simbolo della preziosa e fragile essenza del luogo, straordinarietà divenuta normalità, provvisorio infinito presente, esemplare pratica di vita comune, costruzione intangibile edificata dagli abitanti oltre le formalizzazioni, mediante l’operosità sapiente di chi sa e fa”.
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