La Regione dichiara guerra alle nutrie
La rassegna stampa delle principali notizie riportate dai media nel Veneto dal 22 al 28 settembre
AMBIENTE
Martedì 24 settembre
La Regione dichiara guerra alle nutrie
Il termine corretto, quello utilizzato dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, è “eradicazione”. Ma la sostanza non cambia: le nutrie vanno ammazzate, uccise, eliminate. Perché ce ne sono troppe e sono diventate un flagello. Scavano tane, bucano gli argini, trasformano la terra in una groviera. E quando piove, basta un niente perché la “bomba d’acqua” di turno riempia i fiumi e demolisca argini sempre più indeboliti, mandando sott’acqua campagne (se va bene) o centri abitati (ed è lo scenario peggiore). Sistemare gli argini si può, ma costa. Tanto. «2 milioni e mezzo di euro a chilometro – dice Zaia – solo che noi di chilometri di argini ne abbiamo 5mila, significa che ci servirebbero 12 miliardi e mezzo di euro per “diaframmare” tutti gli argini di tutti i fiumi e di tutti i canali della regione. E a parte i soldi, è anche una questione di tempi». Senza contare che ci sono altri 3.000 chilometri di argini di competenza dei Geni civili. (Il Gazzettino)
LAVORO
Sabato 28 settembre
Aggressioni, turni massacranti e stipendi fermi. 400 borse di studio di medicina restano vacanti
Le aggressioni al personale medico e infermieristico, fisiche e verbali, che sono ormai all’ordine del giorno. Turni massacrati, giorni di riposo e ferie che saltano, complice la carenza di personale. E poi, relativamente a determinate specialità, l’impossibilità di lavorare parallelamente come liberi professionisti: attività che è fonte di ulteriore reddito. Tutti fattori che hanno un riflesso nei bandi della specialistica delle università di Padova e Verona. Eccoli: dei 743 posti messi a bando dalla Scuola di Padova, ne sono stati assegnati 541 e gli altri 202 sono rimasti scoperti. A Verona, le borse non assegnate sono 197, a fronte delle 608 disponibili. Il totale, quindi, è di quasi 400 borse di specialità medica rimaste vacanti. Per Medicina d’emergenza-urgenza a Verona solo 6 domande su 49 posti, a Padova 25 domande per 40 posti. Per Anestesia e Rianimazione, a Padova, non sono stati assegnati 24 posti su 66 e 42 su 61 a Verona. Chirurgia generale: 27 su 39 liberi a Padova e 25 su 37 liberi a Verona. Ma ci sono specialità i cui bandi sono andati completamente deserti. Medicina di comunità e delle cure primarie: 15 posti banditi a Padova e 13 a Verona, ma nessun candidato. E poi Microbiologia e virologia a Verona, dove i posti a disposizione erano 3 e non si è fatto avanti nessuno. (Il Mattino di Padova)
Venerdì 27 settembre
Vincere un concorso pubblico a Venezia è uguale a perderlo
La Cisl Venezia segnala un preoccupante aumento delle rinunce tra chi ha superato i concorsi per il settore pubblico: stipendi inadeguati e il caro casa tra le principali cause. La provincia di Venezia sta affrontando una vera e propria crisi nelle assunzioni nel settore pubblico. Nonostante il superamento di concorsi sempre più selettivi, un numero crescente di candidati sta rifiutando di accettare i posti offerti. Questa situazione sta mettendo in allarme la Cisl Venezia, che da mesi denuncia il fenomeno, portando recentemente la questione direttamente al prefetto di Venezia, Darco Pellos. I settori più colpiti comprendono la sanità pubblica, gli enti locali e altre istituzioni come l’Inps, l’Agenzia delle Entrate e l’Inail. (Radio Veneto 24)
Martedì 24 settembre
Stipendi bassi e poca innovazione spingono i giovani all’estero
In una lunga intervista l’industriale Luigi Rossi Luciani Luciani ritiene che il sistema italiano non favorisca la produttività. I salari stagnano, e anche se aumenta l’occupazione, non c’è un corrispondente aumento della produttività. La frammentazione del tessuto imprenditoriale, dominato da piccole e medie imprese meno efficienti, afferma Rossi Luciani, limita gli investimenti e l’innovazione. L’Italia manca di grandi imprese, fondamentali per competere a livello internazionale. Una delle conseguenze maggiormente visibili è la fuga di giovani laureati all’estero. La politica, chiude Rossi Luciani si concentra troppo sul consenso elettorale invece che su riforme strutturali. Giudizio nettamente negativo sui bonus, così come la resistenza al cambiamento in settori chiave come le concessioni balneari. (Il Mattino di Padova)
ECONOMIA
Giovedì 26 settembre
Inaugurato volo diretto Venezia – Shangai
Inaugurato oggi all’aeroporto Marco Polo di Venezia il nuovo volo diretto Venezia – Shanghai di China Eastern Airlines che sarà operativo tutto l’anno con tre voli settimanali. Il nuovo collegamento permetterà di raggiungere Shanghai dalla città lagunare in circa dodici ore, con un risparmio del 40% di tempo rispetto ad altre soluzioni di viaggio che comportano cambi e coincidenze in altri aeroporti. Si stima che nel solo primo anno il nuovo collegamento diretto trasporterà circa 70.000 passeggeri nel Nordest, prima area italiana per arrivo di turisti cinesi con circa mezzo milione l’anno, e nei settori business e cargo almeno 30.000 tonnellate di merce tra import ed export. Il valore dell’interscambio tra Veneto e Cina ammonta a circa 1,5 miliardi di euro per l’export contro i circa 2 miliardi di euro di importazioni. (Cma/Adnkronos)
Mercoledì 25 settembre
Lavoro, nel secondo trimestre 48mila occupati in più. Cresce il part-time al 34%
Il secondo trimestre 2024 registra un saldo occupazionale positivo di 48.100 posizioni, in calo rispetto allo stesso periodo del 2023 (52.300), ma sopra il pre-pandemia. Tengono i contratti a tempo indeterminato, mentre rallentano quelli a termine. Bene il turismo e l’agricoltura, in difficoltà l’industria. Aumenta il ricorso al part-time, che rappresenta il 34% delle nuove assunzioni. l mercato del lavoro veneto nel secondo trimestre 2024 mostra segnali di rallentamento, pur mantenendo un trend di crescita. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio di Veneto Lavoro, tra aprile e giugno si è registrato un saldo occupazionale positivo di 48.100 posizioni lavorative, in calo rispetto alle 52.300 dello stesso periodo del 2023 ma comunque superiore al dato pre-pandemia del 2019. (Veneziepost)
Martedì 24 settembre
Export, Belluno -6,4%. Treviso -3% a causa della Germania (-10,5%)
La flessione delle esportazioni subita da Treviso risulta in linea con il dato regionale (-3,5%). Pesano soprattutto i settori delle calzature, carpenteria metallica, mobili e tessile-abbigliamento. Belluno risente della diminuzione delle esportazioni di occhialeria verso Stati Uniti e Francia. Le province di Treviso e Belluno riflettono la tendenza negativa dell’export regionale, che dai dati diffusi da Istat nelle scorse settimane ha subito un calo del -3,5%. Secondo la ricerca di Assomerestero Treviso registra un calo del 3%, in linea con il dato regionale, mentre Belluno subisce una flessione più marcata del 6,4%. Per Treviso, il calo è principalmente dovuto alla riduzione dell’export verso la Germania (-10,5%, 125 milioni di euro), soprattutto nei settori delle calzature, carpenteria metallica, mobili e tessile-abbigliamento. Belluno risente maggiormente della diminuzione delle esportazioni di occhialeria verso Stati Uniti e Francia, oltre a cali nei settori dei macchinari, elettronica e tessile-abbigliamento. (Veneziepost)
Domenica 22 settembre
La fuga all’estero dei giovani fa perdere all’Italia 134 miliardi di valore aggiunto
L’emigrazione all’estero dei giovani è anche un pesante costo per l’Italia dopo tutte le risorse spese per farli studiare. Secondo la Fondazione Nord Est è di 134 miliardi il valore del capitale umano uscito con i giovani nel periodo 2011-2023. Una media di 8,4 miliardi l’anno nel biennio più recente. Dalla Lombardia sono “fuggiti” giovani che valgono 24 miliardi, dalla Sicilia per 15 miliardi e dal Veneto per 12 miliardi sempr enel periodo nel 2011-23. Ma nell’ultimo biennio il Veneto balza al secondo posto con 0,9 miliardi annui “bruciati”, dietro alla Lombardia con 1,4. Il tutto mentre sale la quota di laureati che lasciano il Paese: nel 2022 era il 43,1%, dal 37,7% nel 2021 e dal 31,6% della media 2011-2022. In testa il Friuli-Venezia Giulia con 51,5%, seguito dalla Lombardia con il 50,7%, dall’Emilia-Romagna con il 49,3% e dal Veneto con il 49,2%. Nello stesso anno i giovani italiani con laurea erano il 29,2%, contro il 42% europeo. (Il Gazzettino)
SOCIETA’
Sabato 28 settembre
Campagna no-web del Consiglio regionale «Via i cellulari ai minori di 14 anni e niente social prima dei 16»
La consigliera regionale della lista Zaia Presidente, nonché a capo della Quinta commissione sanità, Sonia Brescancin, ha presentato una mozione che impegna la giunta ad attivarsi presso il Parlamento per introdurre “il divieto di utilizzo dello smartphone prima dei 14 anni e dei social prima dei 16 anni». Proposta simile hanno fatto anche consiglieri dell’opposizione. (Il Gazzettino)
Venerdì 27 settembre
Privi di trasporto pubblico, i veneti si affidano all’automobile
Che siano a benzina o diesel (i più utilizzati), elettrici o ibridi (in aumento, anche se i numeri assoluti sono decisamente residuali), i mezzi di trasporto a motore assorbono l’80,2% degli spostamenti in Veneto. Solo 2 veneti su dieci vanno al lavoro a piedi o in bicicletta. E volendo dettagliare il tipo di trasporto, anche qui non c’è storia perché l’auto privata è considerata il top da 2 veneti su 3 (…) A usare i mezzi pubblici sono sicuramente gli studenti ed è loro che si rivolge la proposta di legge presentata dalla consigliera regionale Erika Baldin (M5s). La richiesta è di garantire il trasporto gratuito ai 485mila under 16 e di prevedere tariffe agevolate in base alle dichiarazioni Isee ai 475mila under 26 del Veneto. Altrove, ha sottolineato Baldin, il trasporto pubblico gratuito o agevolato per giovani e studenti è già realtà: Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Umbria, Toscana, Trento. L’operazione avrebbe un costo di 9,5 milioni di euro per il primo anno. (Il Gazzettino)
Giovedì 26 settembre
Referendum cittadinanza in 5 anni, dal Veneto 50 mila firme
Il 10 febbraio la Corte costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum con cui si chiede di concedere la cittadinanza agli stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni. Intanto le firme aumentano di ora in ora, visto che le si può ancora apporre sul sito del ministero della Giustizia fino al 30 settembre: giovedì pomeriggio erano 600mila, 47.168 delle quali registrate in Veneto. Comprese quelle dei sindaci di Verona, Damiano Tommasi, di Vicenza, Giacomo Possamai, e di Padova, Sergio Giordani. Secondo i dati Istat 2023, nella regione sono 498.127 gli stranieri regolari, pari al 10,3% della popolazione totale residente. In termini assoluti il Veneto è la quarta regione per residenti stranieri dopo Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna e concentra il 9,7% degli immigrati che abitano in Italia. Qui contribuiscono al Pil in una percentuale dell’11% (contro la media nazionale del 9%), pari a 17.181.000 euro. (Corriere del Veneto)
Lunedì 23 settembre
Mestre capitale veneta dello spaccio. Sulla piazza una novantina di pusher
Dopo l’omicidio di Giacomo Gobbato è tempo di analisi e stime per Mestre, con ogni probabilità la città più pericolosa del Nordest. In primo piano l’uso di droghe. La mappa della dipendenza cittadina da droghe rilevata qualche tempo fa, mostrava che il problema è ampio: i tossicodipendenti adulti hanno tassi da 80 a 84 ogni 10 mila abitanti a Marghera e nel centro storico. I giovani, sotto i 26 anni, sono equamente distribuiti (media di 40 ogni 10 mila abitanti) nelle municipalità. Negli ultimi anni c’è stato il ritorno dell’eroina gialla e poi l’arrivo delle droghe sintetiche, quelle che si trovano a basso prezzo nel web e nel dark web. L’anno passato è comparsa la flakka (o flaca), nuova sostanza stupefacente sequestrata dalla Polizia sulla piazza mestrina.Parallelamente, negli ultimi anni si sono intensificati i controlli delle forze dell’ordine, con e senza cani, nelle scuole, per strada. Oltre un terzo dei conducenti positivi ai test antidroga avevano assunto cocaina, il 37,4% cannabinoidi. (La Nuova Venezia)
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