La cultura fa paura: Bicocca sospende (e poi ripristina) il corso su Dostoevskij

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2 Marzo 2022

Nella serata di ieri lo scrittore Paolo Nori ha denunciato, in una diretta Instagram, la scelta del Prorettore dell’Università Bicocca di sospendere il suo corso sullo scrittore russo Dostoevskij per “evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto momento di forte tensione”. Con voce commossa Nori ha ricordato un’altra recente scelta, portata avanti dalla manifestazione Fotografia Europea di Reggio Emilia, di cancellare la mostra del fotografo Alexander Gronsky, poi arrestato, pochi giorni fa, perché “colpevole” di aver protestato contro la guerra in Ucraina.

Due decisioni che fanno riflettere profondamente sul senso di fare cultura, di esercitare pensiero oggi in Italia. Quale spazio di esercizio alla complessità è possibile nel nostro paese se, in nome di una quiete apparente, di un torpore placido che richiama il sonno della ragione, si sceglie di abbandonare ogni problematizzazione, si abdica al ruolo di formazione del pensiero, di nutrimento della pluralità?

Nori dichiara che non solo i russi vivi fanno paura, ma anche i russi morti, quegli stessi che nel corso della loro vita hanno portato avanti scelte dissidenti, nel nome del libero pensiero.

Se nel contesto di un’aula universitaria non è opportuno approfondire lo studio di uno dei maestri della letteratura mondiale perché russo, nonostante l’appartenenza a un secolo, a un modo completamente differente da quello attuale, è ancora possibile la trasmissione della cultura?

Il politicamente corretto ci porterà a un ritorno della damnatio memoriae applicata a un intero popolo? Nori richiama al ruolo di presidio culturale, democratico, plurale del giornalismo. Occorre un impegno di “militanza”, inteso in senso ampio, di scelta del percorso plurale, di libertà d’informazione e formazione, di approfondimento. Occorre rifiutare, oltre alla guerra, qualsiasi schema di semplificazione, che riduca a un gioco fra “buoni e cattivi” l’analisi del presente. Prima di trovarci privi di spirito critico, di memoria, di cultura e così incapaci di leggere il presente.

Nella mattinata di oggi la rettrice Giovanna Iannantuoni ha reso noto che si è trattato di un malinteso, causato dal momento di tensione e che il corso di Paolo Nori è quindi confermato secondo calendario. Restano da chiarire le ragioni di questa comunicazione che, si suppone, potrebbero essere discusse con lo stesso Nori in un appuntamento che la rettrice ha comunicato avverrà nel corso della prossima settimana.

TAG: censura, Dostoevskij, la Bicocca, Paolo Nori
CAT: società, università

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