Costume
Cani in chiesa: a messa con il chihuahua (clandestino)
I cani in chiesa dividono l’opinione pubblica.
A Verona, pochi giorni fa, un parroco ha vietato l’ingresso agli animali dopo alcuni episodi “insoliti”.
Il caso ha acceso un dibattito tra regolamenti parrocchiali, divieti e proteste dei fedeli.
Domenica mattina, 8:55.
Piazzale della chiesa: comincia l’operazione mimetismo.
Leone, il mio Chihuahua, non resta a casa da solo. È un pezzo di me, un terzo braccio.
Così anche oggi, con me. In chiesa.
Ore 8:57.
Lo infilo nella borsa grigia e lo metto a tracolla.
Lui capisce tutto e si mette in posizione: busto eretto, aria da cardinale.
Io invece sbianco come se stessi passando la frontiera con merce proibita.
Ore 9:10.
Tutto sotto controllo.
Mi chiedo: che fastidio può dare? San Francesco parlava con i lupi,
San Rocco viveva con un cane, San Romedio addirittura con un orso.
Noè li imbarcava a coppie, senza tante storie
Anna invece ha in borsa un Chihuahua clandestino.
I cani in chiesa: questi sì che sono problemi…
Ore 9:15.
Un bambino urla da Tarzan.
La madre non si scompone, forse convinta che sia previsto dal rito.
Io trattengo il fiato: se Leone decide di rispondere, la scomunica è immediata.
Ore 9:40.
Fila per la comunione.
Due orecchie color champagne sbucano dalla borsa.
I fedeli sorridono, qualcuno allunga la mano per accarezzarlo.
Leone ringhia piano: per lui è già abbastanza essere cristiano, non intende diventare ecumenico.
Ore 9:50.
“La Messa è finita. Andiamo in pace”, dice il prete.
Io e Leone usciamo insieme.
Anche stavolta ce l’abbiamo fatta.
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