Costume
Il cattolico imbruttito 2. Il confessionale di design
A Bologna, dopo due anni di lavori, ha riaperto la chiesa Santa Maria della Carità in via San Felice. Messa solenne presieduta dal cardinale Zuppi. Presenti il sindaco Lepore, le autorità cittadine e molta curiosità: tra i restauri spicca un insolito confessionale di design
Il Santo monaco è rimasto sulla terra. Nessuno dal Paradiso è venuto a prenderlo.
Per distrarlo dal trauma del convegno, l’hanno portato in visita a una chiesa antica, ma “al passo coi tempi”.
Dove l’arte sacra incontra il linguaggio dell’oggi partendo dal sacramento della riconciliazione.
«Che bellezza» disse il monaco con entusiasmo ritrovato. «l’abbraccio di Dio Padre per il ritorno del figliuol prodigo, nell’amore che tutto perdona»
Entrarono nella chiesa fresca di ristrutturazione.
Sotto un Carracci brillava una lastra di metallo riflettente.
«È il nuovo confessionale» gli sussurrò una signora, con l’orgoglio di chi presenta la cucina nuova.
Il monaco si avvicinò piano, con devozione.
E scoprì il Guggenheim in una chiesa di Bologna.
Un ingresso e un’uscita separate. Entri in un ambiente beige, vagamente japandi, rivestito di tessuto tecnico senza cuciture; ti specchi, dialoghi col sacerdote, esci e trovi la fonte battesimale come rinascita.
«È un… ehm… confessionale?» chiese.
«Sì, padre. È un nuovo concept di confessionale.
Si entra e ci si vede riflessi nella lastra.
Il team degli architetti ha studiato ogni dettaglio per adeguare il sacramento ai tempi attuali.
Dialogo, arte, non cupo pentimento»
Il monaco si guardò riflesso: un uomo semplice.
Volle inginocchiarsi sul pavimento freddo ed entrò in preghiera. Sembrava emanasse luce da quel suo dialogo intimo, sussurrato con Dio.
Poi, nel rialzarsi, batté la testa sulla cassetta delle offerte. In acciaio riflettente.
Di design, of course.
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