Religione

Dio non fa Dio. Potere e religione, la riflessione di Silvano Petrosino sull’uso delle chiese nel palazzo

Potere e religione sono oggi un nesso ineludibile dei nostri tempi violenti, ideologici e manipolatori

23 Ottobre 2025

Tra gli ineludibili compiti della filosofia vi è sicuramente quello di tornare a risignificare parole chiave dell’esistere umano che ogni tempo è chiamato per sé a riscrivere. Il nostro tempo consuma a gran velocità pensieri, progetti e memorie: «divora in fretta l’immediato, senza per altro capire se se ne inebria o se ne lascia tiranneggiare» (C. Ternynck).
Di grande utilità appaiono quindi quelle guide che invece ci aiutano ad orientarci e a non smarrirci.

Tra queste vi è certamente il filosofo Silvano Petrosino a cui dobbiamo un piccolo, ma intenso, libro su un tema di straordinaria pertinenza per il nostro tempo: POTERE E RELIGIONE, sulla libertà di Dio, Vita e Pensiero.

Parole chiave come religione, Dio, pace, potere, violenza, giustizia sono fili preziosi con cui ha intessuto in questi anni una mappa di riformulazione molto profonda. Non siamo in un tempo di guerre di religione. Tuttavia non vi è dubbio che il nesso tra questi due ambiti (violenza e fedi) ha una sua connotazione di grande attualità.

«In un momento storico in cui le guerre tornano a scandire l’incerto fluire del presente e a riappropriarsi del compito crudele di risolvere le controversie internazionali e di difendere gli interessi politici ed economici di alcune lobbies, questo ricorso continuo alla violenza viene a dotarsi di un armamentario religioso e ad indossare i panni antichi della guerra di volta in volta giusta, santa, lecita, umanitaria, sacra ma comunque sempre “religiosamente corretta”» (N. Fiorita).

L’originalità del contributo di Petrosino sta nel suo cercare di collocarsi al cuore della questione: la natura e il ruolo del potere nel suo incontrare la religione.

Che per altro viene chiarito in modo assai lucido non è in alcun modo eludibile per nessuno: «non basta, infatti, allontanarsi dal “palazzo del potere”, dichiararsi atei e affermare orgogliosamente di essere estranei a ogni “chiesa” per evitare il fascino che quel palazzo e quella chiesa – per delle ragioni essenziali che non a caso riguardano l’abitare stesso come modalità specifica dello stare nell’esistere e nella vita da parte dell’uomo- continuano a esercitare; in tal senso anche quando non si parla esplicitamente di potere e religione, spesso è proprio di essi che si parla» (p.11-12).

Petrosino distingue religione da religiosità, potenza da potere per arrivare al cuore della sua proposta: raccontare il fascino del Dio biblico.

«Egli con la stessa fermezza proclama la propria vicinanza e contemporaneamente la propria distanza dagli uomini, e così non perde occasione per difendere la propria differenza/unicità, ma al tempo stesso, anche quella dell’uomo, non volendo mai lasciarsi possedere ma neppure – ecco la magnifica sorpresa – non volendo mai in alcun modo possedere» (pag. 65-66).

In un’intervista così ha proseguito l’autore: «Dio non fa Dio. Perché è anche libero dall’essere Dio, perché non attende una conferma della propria identità. Noi tutti invece abbiamo sempre bisogno di avere conferme. Come quando da bambini diciamo “Mamma, guarda come mi tuffo”: vogliamo una conferma della nostra esistenza. Non dovremmo rimanere bambini, ma è difficilissimo. Noi cerchiamo sempre una nostra conferma. Dio invece non ‘fa’ Dio, non attende dal suo ‘fare’ una conferma del suo ‘essere’, e per questa ragione, difendendo la propria soggettività/libertà, si sottrae all’immaginario che gli uomini continuano a sviluppare attorno al suo ‘fare’ e al suo ‘essere’. Ne intravediamo la grandezza nelle persone umili, cioè quelle che non hanno bisogno di avere ragione per essere ciò che sono».

Immagine emblematica dei nostri giorni resterà la foto della croce con le rotelle che ha attraversato la sala gremita di uomini e donne riuniti per la cerimonia di commiato di Charlie Kirk. Come fosse un trolley o un carrello del supermercato.

Il ritratto della religione usata per affermare una volontà di dominio e di potere cercando una risposta ad una domanda proclamata con forza dal pulpito: siete pronti ad indossare la corazza di Dio? Mentre risuonava la risposta convinta dei presenti veniva messo in scena lo scarabocchio farsesco della simbolica cristiana più pregiata.

Grazie alla bussola che ci offre Silvano Petrosino per non perdere senso e direzione nello sforzo di pensare che «Dio è con il popolo, ma non nelle mani del popolo» (Maggioni).

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è anche piattaforma di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.