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AlmaLaurea 2025: il 10% dei laureati italiani in materie Stem fugge all’estero perchè guadagna di più

Per la maggior parte sono informatici, ingegneri industriali e laureati Stem tanto ricercati nel nostro Paese. E il 70 percento afferma di non voler tornare più

13 Giugno 2025

I giovani laureati italiani sono alla ricerca di un lavoro di qualità, in grado di garantire prospettive affidabili e crescita personale, ovviamente, non tralasciando la gratificazione economica. Altrimenti sono pronti a guardare l’erba del vicino, che si sa è sempre più verde. Come nel caso delle offerte di un’ occupazione all’estero. Dal canto loro, le aziende, giurano e si lamentano di non riuscire a trovare personale qualificato per i vari profili professionali. E ancora, i giovani laureati denunciano la mancanza di una retribuzione dignitosa. Dunque, ci troviamo difronte ad un vero e proprio “disallineamento” tra domanda e offerta. Il risultato non è dei più confortanti. Con medici, ricercatori, ingegneri che fuggono letteralmente altrove, pur di non stare in Italia, lasciandoci indubbiamente sguarniti delle competenze richieste su più fronti.

A scattare questa fotografia alquanto realistica è l’ultimo rapporto AlmaLaurea riguardo il profilo e la condizione occupazionale dei laureati italiani. Sarebbe poco meno del 5% la fetta di laureati che fuggono all’estero. La percentuale raddoppia se passiamo ad analizzare il settore delle tecnologie informatiche e della comunicazione (11,3% dei laureati dopo 5 anni dalla laurea); nel mondo della fisica, chimica e biologia, invece, la percentuale di emigrati fuori dai confini nazionali è del 10,3%, con ingegneria industriale e dell’informazione che vede l’8,2 per cento. Quindi, nel nostro Paese, i neolaureati sono pochi, siamo infatti penultimi in Europa, e per quei pochi che decidono di rimanere, il mercato non offre nulla di concreto e duraturo.

Quasi un laureato su tre, intervistato ad un anno dal conseguimento del titolo accademico, utilizza solo parzialmente le competenze acquisite durante il corso di studi universitario, svolgendo professioni per le quali non è richiesta alcuna laurea. Un quadro sgradevole per l’Italia, tenuto conto che non vi sono esclusioni di colpi per quanto concerne le specializzazioni coinvolte. La precarietà e di conseguenza l’insoddisfazione, sviliscono indistintamente i laureati in lettere o materie umanistiche, come quelli in economia, con una incidenza superiore per le donne rispetto agli uomini.

Almalaurea 2025 : salari molto più vantaggiosi e garanzie stabili alla base dell’esodo dei laureati italiani all’estero

Alla base dell’esodo massiccio e sempre più crescente di giovani laureati italiani all’estero, è indubbio che vi siano i salari molto vantaggiosi e le garanzie stabili che spingono soprattutto i giovani più brillanti, a lasciare il loro Paese natale per tentare di crearsi un futuro felice oltreconfine. La direttrice del consorzio universitario Almalaurea, Marina Timoteo, che rappresenta 82 atenei italiani su un totale di 100, ha commentato questi dati così: “negli ultimi anni i laureati sono sempre meno disposti ad accettare lavori non coerenti con il proprio titolo di studio. Ora dobbiamo ascoltare la loro voce“.

Se pensiamo che, solo un anno addietro, la percentuale di laureati magistrali disposti a lavorare con uno stipendio inferiore a 1.250 euro al mese era del 32,9 percento (ovvero uno su tre), ed ora invece si attesta al 26,2 percento ( cioè uno su due), il  contesto generale non appare sicuramente dei più floridi. Alla luce di un costante sviluppo tecnologico e di una inarrestabile interconnessione, questo fenomeno di “fuga” di giovani laureati, sembrerebbe corrispondere ad un rapporto causa-effetto inconfutabile. Ciò che risulta allarmante, è la mancanza di un flusso di rientro. Ossia, oltre il 70 percento di coloro che post laurea sono andati a vivere all’estero non contempla o, quantomeno, considera assai improbabile l’ipotesi di rimpatriare. D’altronde, negli altri Paesi, troviamo in media uno stipendio mensile di 2.200 euro, a fronte di 1.500 euro corrisposti in Italia. Cifre queste, che di sicuro non incentivano le motivazioni di un giovane e brillante neolaureato a voler realizzare il proprio futuro nella Terra in cui è nato.

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