Castelbuono, 700 anni di storia
Per anni, la storia locale è stata considerata, nel mondo accademico, letteratura minore per la quale appariva ingiustificato sprecare le energie di un serio studioso.
Da qualche tempo invece e soprattutto dagli anni settanta, anche in Italia, seguendo quanto già accaduto nel mondo accademico europeo, c’è stata una sua ampia rivalutazione testimoniata da saggi di tutto rispetto che hanno impegnato storici di prima grandezza.
E’ il caso di “Pulcherrima civica Castriboni”, il ponderoso volume pubblicato da Rubbettino che Orazio Cancila, storico affermato e professore emerito dell’università di Palermo, ha dedicato a Castelbuono, un centro delle Madonie le cui vicende costituiscono un caso emblematico nella complessa e singolare storia della Sicilia.
La storia comincia all’incirca 700 anni fa, in un tempo di grandi trasformazioni indotte dalla presenza della dinastia aragonese e dell’affermazione, come potere politico oltre che economico, della nobiltà siciliana.
E Castelbuono deve proprio ad un robusto ramo di questa aristocrazia, si parla dei Ventimiglia, la fondazione prima e la sua affermazione nel circondario delle Madonie.
Cancila, con pazienza certosina e con il rigore che lo contraddistingue, ha ricostruito questo percorso di crescita che, nel lungo periodo anche per le bizzarrie e l’arroganza di questi feudatari di origine ligure, porta all’emancipazione civica e all’emergere di una borghesia cittadina che si cimenta e sperimenta commerci e attività artigianali e proto industriali.
Castelbuono, nonostante paese di montagna e quindi marginale, acquisisce un ruolo centrale e, in qualche modo, concorre alla storia dell’isola anche a prescindere dalle vicende che coinvolgono gli stessi Ventimiglia. Interessante e l’attenzione posta alle vicende post-unitarie che vedono la città non estranea alla grande politica.
Basta infatti fare mente locale ai tanti rappresentanti nelle istituzioni – deputati, senatori e perfino un presidente della Regione siciliana – a cui la città ha dato i natali per farsi un’idea di come lo spirito pubblico ha sempre vivacemente animato la comunità castelbuonese.
Uno spirito pubblico che, come ci racconta Cancila, si è espresso anche in conflitti e dibattiti che hanno ben poco di provincialismo.
Anche oggi, mentre ovunque si registra la crisi dei comuni montani, Castelbuono si manifesta, con le sue iniziative imprenditoriali e turistico-culturali, come segno di contraddizione e modello da proporre per il rilancio di territori che si stanno lentamente spopolando. In quest’opera, cos’ rigorosamente documentata, i castelbuonesi troveranno motivi di orgoglio per la loro storia e di questo non potranno che ringraziare il professore Cancila.
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