La prima laureata del mondo era italiana: merita un’aula in ogni università

7 Marzo 2016

Illustre Signor Rettore,

l’Italia ha molti primati misconosciuti. Tra questi, particolarmente significativo è quello di Elena Lucrezia Corner Piscopia, la prima donna laureata del mondo. Elena, una patrizia veneziana, si laureò in filosofia a Padova il 25 giugno 1678. Il fatto è stato accertato dall’ateneo patavino in occasione del terzo centenario ed è incontestabile sulla base del verbale di laurea.

La cosa non avvenne affatto in maniera semplice, al tempo ci furono forti opposizioni. Corner Piscopia era una donna di profondissima cultura: in grado di discettare di filosofia in greco, latino, francese, inglese e spagnolo, conosceva anche l’ebraico, l’arabo e il caldeo. Suonava e cantava, componeva poesie, conversava di scienze con il matematico Carlo Rinaldini, che poi divenne uno dei suoi maestri.

In un primo tempo la nobildonna avrebbe dovuto laurearsi in teologia, l’università aveva persino già stilato il verbale, ma un intervento del vescovo di Padova bloccò tutto. Il cardinale Gregorio Barbarigo – canonizzato da papa Giovanni XXIII – riteneva intollerabile che una donna si laureasse, e tantopiù in teologia, il cui insegnamento non poteva che essere riservato agli uomini. Dopo un lunga e aspra vertenza (sia i Corner, sia i Barbarigo erano illustri e potentissime casate veneziane) si giunse a un compromesso: Elena Lucrezia si laureerà, ma non in teologia, bensì in filosofia.

I contemporanei si resero conto che stava accadendo un fatto epocale: si radunò una folla immensa per assistere alla cerimonia di laurea. Le cronache dell’epoca parlavano di ventimila persone. La prima laureata del mondo divenne una celebrità: accolta nelle più importanti accademie dell’epoca, oggetto di visite da parte di dotti da ogni parte d’Europa. Il re di Francia, Luigi XIV, fece addirittura deviare un cardinale che da Parigi stava andando a Roma; questi, accompagnato da due docenti della Sorbona, fu incaricato di verificare se davvero la fama della donna fosse meritata. I tre confermarono.

Elena Lucrezia Corner Piscopia scomparve il 26 luglio 1684, a trentotto anni. Tanto era stata famosa in vita, tanto venne dimenticata da morta.

Bisognerà addirittura attendere il 1895 perché una badessa benedettina americana (Elena Lucrezia era stata oblata benedettina) ne rintracci la sepoltura a Padova nella Basilica di Santa Giustina.

Una statua, proveniente dallo smantellato monumento funebre, è stata collocata ai piedi dello scalone d’onore di Palazzo Bo, sede storica dell’università di Padova. Ma poco altro è stato fatto per ricordarla.

Elena Lucrezia Corner Piscopia dovrebbe trovarsi nel Pantheon delle glorie nazionali, invece la stragrande maggioranza degli italiani ne ignora purtroppo il primato.

Gli Stati Generali le chiede, caro Rettore, di dedicare una delle aule del suo ateneo alla prima donna laureata del mondo.

Si tratterebbe di un gesto per ripristinarne la memoria, anche perché l’Italia vanta non solo la prima, bensì le prime quattro donne laureate del mondo: la seconda è la bolognese Laura Bassi Verati, nel 1732, addottorata in storia naturale e medicina nell’ateneo felsineo che in seguito diventa una delle prime donne docente universitaria. La terza è una rodigina, Cristina Roccati, che il 5 maggio 1751 si laurea in filosofia e fisica di nuovo all’Università di Bologna; la quarta, Maria Pellegrina Amoretti, ligure di Oneglia, ottiene l’alloro in giurisprudenza a Pavia, il 25 giugno 1777 (la quinta è una spagnola).

L’Aula «Elena Lucrezia Corner Piscopia, prima laureata del mondo» costituirebbe un piccolo atto di giustizia nei confronti di tutte le donne italiane.

La ringraziamo per l’attenzione e Le porgiamo i migliori saluti,

Gli Stati Generali

TAG: 8 marzo, Elena Lucrezia Corner Piscopia, festa della donna
CAT: Storia, università

17 Commenti

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  1. c-carmelo48 8 anni fa

    È una chicca, la trovo molto interessante e bella. Grazie.

    Rispondi 1 1
  2. andrea-rosoni 8 anni fa

    Mi dispiace contraddirvi…ma nono era italiana.. ma veneta…l’ Italia non esisteva ancora. La Repubblica Serenissima di Venezia non è Italia..!

    Rispondi 0 3
    1. olimpia-gargano 8 anni fa

      quindi scriveva in dialetto veneto? No, in italiano.

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  3. stefitiz 8 anni fa

    Proprio l’altro giorno girando per le calli veneziane ho visto una targa in marmo che citava questa pioniera, cosa che ovviamente non conoscevo.

    Rispondi 0 1
  4. mari-mc 8 anni fa

    Ottima proposta! Nel paese dove abito in provincia di Lecco esiste da alcuni anni una via intitolata a Elena Lucrezia Cornaro. Merito agli Amministratori Comunali che scelsero lei tra le svariate possibilità contribuendo in questo a salvarla dall’oblio.

    Rispondi 0 1
  5. bertilla 8 anni fa

    Il romanzo “Illuminata” di Patrizia Carrano racconta la sua storia. Un libro bellissimo!

    Rispondi 0 0
  6. e-t 8 anni fa

    cara OLIMPIA-GARGANO, prima di fare la spiritosa dovresti ritornare a studiare. nel 1678 NON esisteva né l’ Italia né l’ITALIANO. esistevano il latino. il Toscano (futuro italiano), il Veneto (lingua ufficiale della Serenissima con tanto di leggi e documenti scritti in LINGUA VENETA) etc.etc. Quello che tu chiami Italiano era il toscano ed in ogni caso caso poco importa come scrivesse.
    Era cittadina della Serenissima e perciò Veneta che ti piaccia o no.
    E mi dispiace che il commento del Sig. Andrea-rosoni sia stato segnato da ben 3 NON mi piace. Sicuramente fatti da persone che non sanno assolutamente NULLA nè di Storia né di CULTURA.
    Cara Olimpia, ma secondo te TOTO’ era italiano o Napoletano?…e questo nel 20^ SECOLO…

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  7. sara-celoni 8 anni fa

    Condivido quello detto andrea-rosoni ed e-t, Elena Lucrezia era Veneta non Italiano e probabilmente discusse la laurea in latino. Comunque bisognerebbe citare un pò di bibliografia quando si fa un articolo di stampo storico, poi tra l’altro dire che è stata la prima nel mondo lo trovo un pò azzardato…prima di fare tale affermazione bisognerebbe avere certezza di quello che succedeva nelle americhe e nell’asia.

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  8. alfio.squillaci 7 anni fa

    Ma perché mai allora un veneto (di origine mantovana) come Ippolito Nievo morto prima dell’Unità d’italia, anzi favorendola, sentì il bisogno di scrivere quel capolavoro “Le confessioni di un italiano”? Molto complicata la storia italiana. E dire che i più grandi studiosi della lingua italiana (Bembo e Tommaseo) erano veneri, anzi istro-veneti e dalmata-veneti. Ancora più complesso il mistero della storia.

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  9. grazia-lesi 7 anni fa

    Quindi Laura Bassi Veratti Non e la seconda laureata Italiana ma la prima laureata bolognese !?
    Credo che in un contesto cosi interessante il campanilismo culturale stoni un po’ .

    Rispondi 0 0
  10. grazia-lesi 7 anni fa

    Quindi Laura Bassi Veratti Non e la seconda laureata Italiana ma la prima laureata bolognese !?
    Credo che in un contesto cosi interessante il campanilismo culturale stoni un po’ .

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