Biennale Venezia, i Leoni del Teatro a Back to Back Theatre e Gob Squad

15 Febbraio 2024

VENEZIA _ In comune hanno una spiccata capacità di mettere lo spettatore al centro dei loro spettacoli ed happening, fortemente innovativi e contrassegnati da una ricerca e una sperimentazione senza limiti. Sono le due compagnie a cui andranno i Leoni alla carriera di questo anno alla Biennale Teatro che si terrà come ogni estate nella città lagunare. Il Leone d’oro spetterà a un gruppo molto amato in terra australiana. Cioè il Back to Back Theatre, mentre quello d’argento andrà al collettivo anglo tedesco di Gob Squad. A deciderlo è stato il Consiglio di Amministrazione della Biennale che ha deciso di accogliere la proposta dei due direttori artistici della rassegna, Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte). Il Leone d’Argento verrà consegnato il 16 giugno nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustiniani, mentre il Leone d’oro alla carriera sarà consegnato alla chiusura de Festival, il 30 giugno, sempre nella Sala delle Colonne allo straordinario ensemble fondato da attori, tutti diversamente abili, nel lontano 1987 –Simone Laherty, Sarah Mainwaring, Scott Price _ ai quali si è aggiunto nel corso del tempo il direttore artistico Bruce Gladwin. Con questa formazione i teatranti originali inglesi hanno raccolto successi in patria come all’estero, in oltre trenta anni fatti di altrettanti titoli della loro intensa e inesauribile attività sui palcoscenici. Sono opere che “affrontano tematiche sociali, politiche, filosofiche mettendo in discussione la costruzione dei nostri immaginari e la nostra percezione della normalità”. Tra i numerosi e prestigiosi riconoscimenti andati a questa compagnia ci sono: l’International Ibsen Award nel 2022, all’Herald Angel Critics’ Award dell’International Edinburgh Festival nel 2014 e al Bessie Award di New York nel 2008.

Alcuni attori componenti della compagnia australiana Back to Back Theatre che riceveranno il Leone d’oro 2024 alla carriera nella Biennale Teatro di Venezia (foto Kira Kynd)

Queste le motivazioni di Ricci e Forte nell’indicare il riconoscimento del Leone a d’oro alla carriera per questa compagnia. “Back to Back Theatre, sotto la guida di Bruce Gladwin – affermano i due direttori artistici della Biennale Teatro – espongono la vulnerabilità degli organismi per amplificare il senso di una comunicazione che limita, che impedisce… I corpi in scena diversamente abili dei Back to Back Theatre, nei paesaggi distopici di un reale che ruggisce, al di là della rappresentazione artistica sono realmente presenti e assumono un significante altro. Una parabola visionaria di comunicazione che disintegra con ferocia poetica ogni pregiudizio, ogni stigma di compassione: se il corpo ha limiti espressivi, tali demarcazioni in scena diventano a loro volta grammatica differente. Le nostre paure, le puritane tolleranze, la cecità morale vengono soffiate via dalle fiabe crudeli dei mondi perigliosi dei Back to Back Theatre, dove la diversità è portatrice di amplificazione di conoscenza, di inclusione, per curare le deformità di consapevolezza di noi apparenti abili. …Perché qualunque limitazione una persona possa sentire, spetta a noi in quanto consorzio umano il doverla rimuovere; questo fa la cultura, questo è il teatro da meritare, questo e molto altro è il Back to Back Theatre”.

Per l’occasione i Back to Back Theatre porteranno in scena per la prima volta in Italia lo spettacolo “Food Court”, happening tra teatro e concerto musicale. Questo spettacolo si avvale dal vivo nella versione presentata in casa loro, l’Australia, la musica dei The Necks, formazione assai stimata dell’underground che ogni volta improvvisano il commento musicale dal vivo. Lo spettacolo è la storia dell’umiliazione di una donna e “si svolge in uno spazio psicologico costruito dalla luce e dal suono”. “Food Court” è un’opera “luminosamente fragile, un’esperienza di quasi morte in un paese delle meraviglie suburbano, dove una piccola fatalità della dignità ha luogo tra l’Asian Hut e il Juice Bar”.

I Back to Back Theatre in una scena dallo spettacolo “Ganesh Versus Third Reich” premio della critica al festival di Edimburgo 2014 (foto Jeff Busby)

“Food Court” -ha debuttato nel 2008 al Festival di Melbourne e verrà rappresentato a Venezia il 28 e 29 giugno al Piccolo Arsenale – è uno degli spettacoli della compagnia basata a Geelong, stato di Victoria, guidata da un gruppo di attori disabili cognitivi o neurodivergenti, considerato tra i più importanti gruppi del Paese. Tra i numerosi spettacoli, di questo ensemble vanno ricordati “Small metal object” (2007), primo successo internazionale, e “Ganesh versus the Third Reich” (2012), vincitore di un premio Helpmann. “We’re People Who Do Shows ― Back to Back Theatre Performance, Politics, Visibility”(2013) è il volume che raccoglie la storia della compagnia.

Vedi il clip di “Food Court in: https://youtu.be/rCiMBPPVCoo?si=A9NkhNAk5-Bt_2SP

Parlano inglese anche i teatranti a cui andrà la statuetta del Leone d’argento, Gob Squad, collettivo di attori britannici nato a Nottigham nel centro Inghilterra nel 1994. quando erano ancora studenti universitari. I membri principali della compagnia sono sette: Johanna Freiburg, Sean Patten, Sharon Smith, Berit Stumpf, Sarah Thom, Bastian Trost e Simon Will e collaborano collettivamente agli allestimenti. I Gob Squad  -oggi di base a Berlino- esplorano i luoghi in cui l’arte visiva, i media e la vita di ogni giorno incontrano il teatro. “Vita quotidiana e magia, banalità e utopia, realtà e spettacolo entrano in rotta di collisione e il risultato imprevedibile è catturato dal video. Oltre ai teatri e alle gallerie, i Gob Squad presentano il loro lavoro nel cuore della vita urbana: nelle case, nei negozi, nelle stazioni della metropolitana, nei parcheggi, negli hotel o direttamente per strada. Spinti da un desiderio di esperienza collettiva e di rapporto autentico, i Gob Squad cercano un incontro con gli spettatori e i passanti che vada oltre il tradizionale ruolo passivo del pubblico”.

Riferendosi agli spettacoli dei Gob Squad i direttori artistici Gianni Forte e Stefano Ricci hanno affermato che “tutto può succedere, e di solito succede di tutto. Ogni spettacolo è assolutamente un unicum. Ballati, suonati, cantati, i loro lavori, da cui si esce così come dopo i postumi di una sbornia, sono un’occasione irripetibile per condividere passioni e desideri”. Il gruppo è stato incoronato a “Documenta X” di Kassel tre anni dopo il loro esordio nel 1994.

Un momento da “Creation” l’allestimento che il collettivo teatrale anglo tedesco  God Squad, Leone d’argento, proporrà il prossimo mese di giugno alla Biennale di Venezia

“Le loro personali esplorazioni, definite Live Art, o meglio “Life Art” – hanno scritto nella loro motivazione del gruppo britannico a Leone d’argento Forte e Ricci- sono permeate da un’acuta visione della società, in relazione all’esistenza urbana contemporanea, dove autenticità e illusione, utopia e banalità, immediatezza e macchine teatrali, vita reale e media, entrano continuamente in rotta di collisione. Così, improvvisando, servendosi sia in teatro che in ambiti site-specific delle quattro R, ovvero i quattro passe-partout (Rischio, Regole, Ritmo, Realtà) per sviluppare strategie inaspettate, sorprendersi, sfidare loro stessi e saper reagire agli eventi casuali all’interno di una drammaturgia, giocando con la percezione di ciò che è familiare e trasformando la vita quotidiana in un’epopea, i Gob Squad offriranno al pubblico – invitandolo ad andare al di là del tradizionale ruolo di spettatore passivo – la possibilità di brillare come testimone diretto e attore principale di questo rito”.

I Gob Squad inaugureranno la cinquantaduesima edizione del Festival il 15 giugno al Teatro Piccolo Arsenale con “Creation (Pictures of Dorian)”, ispirato al romanzo di Oscar Wilde: una originale riflessione sulla gioventù e lo scorrere del tempo, tra l’arte, la vita e il culto della bellezza. Una delle loro più intriganti video installazioni, emblematica del lavoro con le immagini di Gob Squad, “Elephants in Rooms”, ovvero 14 finestre sul mondo, sarà esposta lungo tutto l’arco del Festival al Padiglione 30 di Forte Marghera.

Una immagine tratta da un passato allestimento del collettivo angli tedesco God Squad, “1984” nato a Nottingham e stabilitisi in seguito a Berlino

Queste le più recenti attribuzioni al Leone d’oro della carriera alla Biennale di Venezia: Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouchkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011), Luca Ronconi (2012), Romeo Castellucci (2013), Jan Lauwers (2014), Christoph Marthaler (2015), Declan Donnellan (2016), Katrin Brack (2017), Antonio Rezza e Flavia Mastrella (2018), Jens Hillje (2019), Franco Visioli (2020), Krzysztof Warlikowski (2021); Christiane Jatahy (2022); Armando Punzo (2023).

Il Leone d’argento invece è andato a: Rimini Protokoll (2011), Angélica Liddell (2013), Fabrice Murgia (2014), Agrupación Señor Serrano (2015), Babilonia Teatri (2016), Maja Kleczewska (2017), Anagoor (2018), Jetse Batelaan (2019), Alessio Maria Romano (2020), Kae Tempest (2021); Samira Elagoz (2022); FC Bergman (2023).

Un ritratto della compagnia dei Gob Squad realizzato dieci anni fa durante una tournée negli Usa a Santa Monica, in California. (Photo by Garrett Davis/Capture Imaging)

 

 

 

TAG: Australia, Biennale Teatro, Gianni Forte, Melbourne, Nottingham, Oscar Wilde, Stefano Ricci, venezia
CAT: Teatro

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