Il 17 aprile del 1996, nello stato brasiliano del Pará, vicino alla città di Marabá, su una strada che attraversava la foresta amazzonica, 21 attivisti del Movimento dos TrabalhadoresRurais Sem Terra – MST (Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra) furono uccisi dalla polizia militare durante una “marcia per la riforma agraria”. In quello stesso luogo, Milo Rau ha messo in scena nella primavera del 2023 una nuova versione dell'”Antigone” di Sofocle insieme allo stesso MST e ad attivisti indigeni. Lo spettacolo ha avuto il suo culmine in una rievocazione del massacro stesso, sul luogo e nell’anniversario del crimine, come parte della cerimonia che viene organizzata ogni anno per commemorare le vittime.Oggi, 13 maggio 2023, inizia la tournée di “Antigone in the Amazon” attraverso l’Europa. Il ruolo di Antigone è interpretato dall’attivista indigena Kay Sara, mentre il coro è composto dai sopravvissuti al massacro e dalle loro famiglie, che dal 1996 vivono per protesta su un pezzo di terra occupato. Il filosofo indigeno e critico del modello capitalista, Ailton Krenak, co-firmatario di questa lettera aperta, interpreta il ruolo del veggente Tiresia.
Dichiarazione del 13 Maggio
Contro la distruzione “sostenibile” della foresta pluviale!
“Noi coltiviamo la terra e la terra coltiva noi”.
Motto del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra – MST
Il 13 maggio è un giorno rivoluzionario. Il 13 maggio 1888 la schiavitù viene ufficialmente abolita in Brasile. Il 13 maggio 1968, dalle barricate di Parigi fu indetto lo sciopero generale in tutta la Francia. E il 13 maggio 1989 gli studenti di Pechino occuparono Piazza Tienanmen. Tuttavia, le speranze del 1968 e del 1989 per la democrazia e la lotta alla disuguaglianza sono rimaste poi vittima di un sistema economico neoliberale fondato sullo sfruttamento. Il suolo dell’America Latina è ancora nelle mani degli ex conquistatori. La distruzione di popoli e natura non solo continua senza sosta, ma è accelerata da certificazioni ingannevoli e da pratiche di “greenwashing”. Oggi, 13 maggio 2023, siamo quindi solidali con il MST, il più grande movimento di senza terra dell’America Latina, e chiediamo: No all’accaparramento e allo sfruttamento delle terre! Sì alla democrazia, alla distribuzione equa del suolo e a un’ecologia della cura!
Durante la colonizzazione dell’America Latina, le popolazioni indigene sono state private non solo della loro libertà e cultura, ma anche della loro terra e di milioni di vite. Ancora oggi, più della metà dei terreni agricoli dell’America Latina è nelle mani di solo 1% della popolazione. La soia, l’olio di palma e la carne bovina sono prodotti in enormi monocolture da grandi aziende che controllano l’agricoltura dalla semina alla vendita. In Brasile, la superficie utilizzata per il mais e la soia è pari al doppio del Portogallo. E questa spaventosaproduzione industriale è accompagnata da deforestazione e sfollamento. Esattamente come ai tempi della colonizzazionele comunità indigene, i quilombo (comunità formate dai discendenti di persone schiavizzate) e i contadini vengono sfruttati e addirittura uccisi.
Dagli anni ’80, il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra MST – il più grande movimento sociale di contadini senza alcuna proprietà terriera dell’America Latina, che si batte per una riforma agraria radicale e per un’agricoltura sostenibile – è riuscito a ottenere titoli di proprietà fondiaria per oltre 400.000 famiglie in Brasile. Ogni anno, dozzine di attivisti e attiviste muoiono o scompaiono senza lasciare traccia. Secondo le statistiche, il Pará, uno stato brasiliano ricoperto per la maggior parte dalla foresta amazzonica, è segnato dal più alto numero di omicidi con moventi politici al mondo. In nessun’altra regione del pianeta così tanti attivisti o ambientalisti scompaiono, spesso uccisi dalle milizie private dei proprietari delle monocolture e dai sostenitori dell’ex-presidente Bolsonaro.
Questi attivisti ed attiviste si stanno battendo per tutti noi, perché è in Amazzonia che si determina il futuro del nostro pianeta. A favore o contro un’agricoltura che sia ecologica ed a misura d’uomo. A favore o contro lo sfollamento di popolazioni autoctone per realizzare una produzione intensiva di soia, olio di palma e bestiame. A favore o contro d’una revisione dell’accaparramento coloniale delle terre, ancora in sospeso da secoli. Negli anni recenti, numerose campagne della società civile hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza circa l’origine dei nostri beni di consumo. Certificati non obbligatori, cosiddetti “attestati disostenibilità”, sono stati creati affinché la produzione di prodotti come – giusto per fare un esempio – olio di palma, soia, bestiame si possa supporre esente da violenze e pienamente compatibile con l’ambiente.
Grazie a questo sistema di certificazioni, in particolare Nutella (una proprietà della Ferrero) viene considerata la prima della classe in termini di “sostenibilità”. Collabora con il WWF e s’impegna con orgoglio nella protezione dell’ambiente. C’è solo un problema: tutte queste iniziative e questi marchi sono semplicemente esempi di “greenwashing” neoliberale.Agropalma, la più grande azienda produttrice d’olio di palma in Brasile, fornitrice di oltre 20 aziende agroalimentari internazionali tra cui Ferrero (il già citato produttore di Nutella), Nestlé, Pepsico, Kellog’s, Mars, Langnese e Danonene è l’esempio più cinico. Agropalma possiede ben 10certificati internazionali per la coltura equa, biologica e sostenibile, incluso il logo biologico dell’UE (EU Organic Regulation) e lo RSPO (Roundtable on Sustainable Palmoil – Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile).
L’unico problema è che questi certificati sono conferiti all’agroindustria dall’agroindustria. Il marchio RSPO, per esempio, ha nel suo direttivo un manager del gruppo Unilever che è a sua volta uno dei più grandi acquirenti di olio di palma per un quantitativo che supera i 1,4 milioni di tonnellate annue. Nondimeno, i terreni di Agropalma destinati alla monocoltura non sono solo il risultato del furto coloniale ma anche dell’appropriazione illegale di terreni pubblici e dello sfollamento di piccoli proprietari indigeni. Ed organi di stampa del Brasile riportano che la proprietà di decine di migliaia di ettari di terra appartenenti al produttore di olio di palma è già stata annullata dai tribunali brasiliani.
Mentre la Commissione europea sta lanciando la sua nuova campagna contro il “greenwashing” e Nutella continua a fregiarsi di certificati senza valore, avvocati brasiliani e ONG internazionali riportano denunce di violenze, violazioni dei diritti umani e pessime condizioni lavorative nelle piantagioni certificate. Oltre 500 anni dopo l’invasione dell’America Latina, gli affari e la politica continuano a fare quello che hanno sempre fatto: combinare il massimo profitto con concessioni minime alla salute del pianeta e dei suoi abitanti, mascherati con la cinica retorica della “sostenibilità”.
Assieme al movimento MST del Brasile, chiediamo dunque:
Un’immediata revisione dei certificati. Ci rivolgiamo al Governo brasiliano perché garantisca il rispetto dei diritti umani nelle piantagioni di Agropalma e chiarisca la situazione sul piano legale di quanto accade nello stato del Pará. Inoltre, l’intero sistema delle certificazioni deve essere rivisto. Certificati che sono inventati, controllati e assegnati dalle stesse compagnie che dovrebbero essere controllate? Non potrebbe esserci niente di più assurdo. Chiediamo quindiall’Unione Europea di interrompere una retorica vuota e di compiere finalmente i passi legali e politici in sostegno alla società civile globale.
Boicottaggio di Ferrero e di tutte le altre aziende coinvolte. Negli ultimi anni, Ferrero, Nestlé, Danone, Unilever ed altri si stanno vendendo come i migliori della classe in termini di agricoltura equa ed ecologica. In realtà sono solo i primi quando si tratta di commettere azioni di “greenwashing”. Le nostre cioccolate, i nostri coniglietti pasquali, il cioccolato dei nostri bambini e la Nutella spalmata sul pane della colazione sono legati a gravi crimini contro l’umanità, ad appropriazioni illecite di terre e alla devastazione dell’ambiente in America Latina, in Asia o in Africa. Chiediamo un boicottaggio immediato di tutti i prodotti delle imprese che comprano daAgropalma e dagli altri colossi agroalimentari.
Sosteniamo insieme l’agricoltura indipendente. Agropalmae Ferrero sono solo due esempi particolarmente inumani di un sistema globale di marchi fraudolenti: la sceneggiata neoliberale del “sostenibile”. Serve un cambio radicale. Smettiamo di comprare prodotti di compagnie transnazionali. Un sistema economico che non interrompe, come necessario,le deforestazioni, e che invece rimanda il problema del suo impatto ambientale mediante certificati finti, accordi sulla CO2 e politiche inconsistenti di tutela delle foreste, non è quello che vogliamo. Insistiamo nel sostenere la produzione di cibo da colture autenticamente cooperative, etiche ed ecologiche.
Per un cambio radicale del sistema. Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo determinare come la storia continua. Poniamo fine ai crimini del colonialismo contro l’umanità e la natura. Contrastiamo insieme l’industria multimiliardaria fondata sul “greenwashing”. La giustizia sociale e la protezione dell’ambiente vanno di pari passo. Sosteniamo il MST e la sua lotta per una vera riforma agraria. Battiamoci per un cambio radicale del sistema – non è mai troppo tardi.
Fermiamo la svendita certificata del nostro pianeta! Riforma agraria adesso! Contro il “greenwashing”neoliberale! Per un’ecologia della cura! Firmiamo la “Dichiarazione del 13 maggio” per un’economia globale che sia ecologica, umana ed equa.
MST – Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra
Comitato di esperti indipendenti:
Rodrigo de Almeida Muniz, Universidade Federal do Sul e Sudeste do Pará – UNIFESSPA
Wolfgang Kaleck, avvocato per i diritti umani, Berlino
Amintas Lopes da Silva Júnior, Universidade Federal do Sul e Sudeste do Pará – UNIFESSPA
Christophe Marchand, avvocato, Bruxelles
Milo Rau, regista di “Antigone in the Amazon”.
Klaus Schenk, attivista, Rettet den Regenwald e. V.
La dichiarazione è sostenuta e firmata da:
Alberto Acosta, politico, Ecuador
Giorgio Agamben, filosofo, Italia
Yann Arthus-Bertrand, fotografo, Francia
Geneviève Azam, economista, Francia
Jérôme Baschet, storico, Francia
David Van Reybrouck, autore, Belgio
Sibylle Berg, autrice, Svizzera
Julian Boal, autore, Brasile
Noam Chomsky, filosofo e attivista, USA
Alain Damasio, scrittore, Francia
Angela Davis, filosofa e attivista, Stati Uniti
Philippe Descola, antropologo, Francia
Anuna De Wever, attivista per il clima, Belgio
Cyril Dion, autore e regista, Francia
Geoffroy de Lagasnerie, filosofo politico, Francia
Brian Eno, artista, Gran Bretagna
Didier Eribon, sociologo, Francia
Annie Ernaux, autrice, Francia
Malcolm Ferdinand, filosofo, Francia
Léna Lazare, attivista, Francia
Adèle Haenel, attrice, Francia
Donna Haraway, filosofa scientifica, USA
Srecko Horvat, filosofo, Croazia
Rahel Jaeggi, professore di filosofia pratica, Germania
Elfriede Jelinek, autrice, Austria
Ailton Krenak, filosofo, Brasile
Kim de l’Horizon, autore, Svizzera
Tom Lanoye, autore, Belgio
Édouard Louis, autore, Francia
Billy MacKinnon, autore e produttore, Scozia
Nastassija Martin, antropologa, Francia
Robert Menasse, autore, Austria
Robert Misik, autore, Austria
Baptiste Morizot, filosofo, Francia
Chantal Mouffe, filosofa politica, Belgio
Adolf Muschg, autore, Svizzera
Olga Neuwirth, compositrice, Austria
Fatima Ouassak, filosofa politica, Francia
Anja Plaschg (Soap&Skin), cantante, Austria
Carola Rackete, attivista, Norvegia
Milo Rau, regista, Belgio
Tiago Rodrigues, regista, Francia
Fabian Scheidler, filosofo, Germania
Vandana Shiva, attivista, India
Ece Temelkuran, giornalista, Turchia
Theodoros Terzepulos, regista, Grecia
Ilya Troyanov, autore, Germania
Luc Tuymans, artista, Belgio
Yanis Varoufakis, economista e politico, Grecia
Gisèle Vienne, regista, Francia
Harald Welzer, sociologo, Germania
Cornel West, filosofo, Stati Uniti
Jean Ziegler, sociologo, Svizzera
Slavoj Zizek, filosofo, Slovenia
In collaborazione con:
Rettet den Regenwald e. V.
Attac Francia
Les soulèvements de la Terre
IIPM – Istituto Internazionale di Omicidio Politico
ZAD Notre-Dame des Landes
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