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Teatro

Da nazista a uomo in una sola notte

di Paolo Randazzo
9 Dicembre 2021

CATANIA. “Diplomazia”, di Elio De Capitani e Francesco Frongia, testo (del 2011) di Cyril Gely e traduzione Monica Capuani, è uno spettacolo così quadrato, pulito, potente ma senza azzardi espressivi e così godibile in questa sua semplicità, che davvero ben poco ci sarebbe da recensire se non focalizzando il giudizio sul lavoro degli attori. In scena ci sono Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, l’uno nelle vesti del generale nazista Dietrich Von Choltitz, governatore di Parigi alla fine della dominazione tedesca, e l’altro in quelle di Raoul Nordling console svedese a Parigi in quel preciso momento storico. Accanto a questi due protagonisti ci sono Michele Radice (un ufficiale del genio), Alessandro Frigerio (una sentinella), Simon Waldvogel (l’attendente del generale). Il generale nazista, pur consapevole della tremenda enormità della cosa, sta per diramare l’ordine estremo di distruggere la capitale francese prima di prima di lasciare la Francia: è la notte tra il 24 e il 25 agosto del ’44 e sta obbedendo a un ordine, eseguendo un piano, non può fare diversamente. Al momento cruciale, nel suo studio s’introduce furtivamente il console svedese e dopo un serrato dialogo lo convince a desistere da quella decisione infernale promettendogli anche di riuscire a salvare la sua famiglia grazie a una rete di resistenza ai nazisti. Non è una decisione facile perché disobbedire agli ordini è difficile per un soldato di quel rango. Ma c’è dell’altro: questa volta Hitler ha posto quell’uomo sotto il ricatto odioso della Sippenhaft, un’antica norma germanica, ripresa da Hitler, secondo la quale potevano essere immediatamente messi a morte i familiari di un comandante che disobbedisse a un ordine del governo. Parigi (il cuore del mondo con tutto il suo fascino, la sua bellezza, la sua storia), la gloria dei francesi che si ribellavano in quelle stesse ore al giogo nazista, un’esplosione di violenza bellica catastrofica e imminente, due posizioni politiche, culturali, morali che, radicalmente opposte, si scontrano e sono incarnate da due personaggi ben costruiti e resi da due grandi attori. È quasi superfluo ribadire quanto possa riuscire interessante questo spettacolo con tali premesse e date queste condizioni. C’è però un elemento che occorre notare e su cui occorre un supplemento di riflessione: ciò che è tragico in questo lavoro non è tanto la situazione che rappresenta (tra l’altro, all’insegna dell’estremo realismo politico, c’è un colpo di scena finale che ovviamente non va svelato) e non è nemmeno l’avvincente scontro oratorio tra i due personaggi, ma il ferreo dispiegarsi di un processo di auto-consapevolezza bruciante, doloroso e tutto interno al personaggio di Von Choltitz.  Un personaggio che rappresenta perfettamente la durezza straniante della condizione militare in età moderna: non più uomini ed eventualmente guerrieri, ma macchine da guerra oppure, peggio, segmenti privi di volontà che non devono pensare ma obbedire ciecamente agli ordini. Una condizione da cui è difficilissimo uscire e ancora più difficile uscire vivi. Da soldato, da ufficiale, da sostanziale assassino nazista Von Choltiz deve letteralmente rinascere (e Bruni/Nordling ha il ruolo di levatrice), deve trasformarsi in uomo, fragile, innamorato della sua famiglia, ricattato, ma consapevole, finalmente consapevole, della sua umanità e al contempo deve aprire gli occhi, rendersi conto della disumana e vigliacca follia di Hitler e dell’input politico militare a cui è chiamato ad obbedire ciecamente e al quale decide di sottrarsi. Questa dinamica tragica, della quale Elio De Capitani è potente interprete, è pregevolissima perché tutta interna a un unico personaggio (gli archetipi teatrali nobili sono evidenti) e deve essere riconosciuta e apprezzata in quanto tale. Visto a Catania, in sala Verga, il 28 novembre nel contesto della stagione 21/22 dello Stabile Etneo.

Diplomazia

Dal 18 al 28 novembre, teatro Verga, Catania. Di Cyril Gely, traduzione Monica Capuani. Uno spettacolo di Elio De Capitani e Francesco Frongia, con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Michele Radice, Alessandro Frigerio, Simon Waldvogel. Produzione Teatro dell’Elfo Puccini, LAC Lugano Arte e Cultura e Teatro Stabile di Catania con il contributo di NEXT – laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo, Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. Crediti fotografici Laila Pozzo.

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