Ecco il “Lazarus” di Bowie, a Genova “Orestea” secondo Livermore

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15 Marzo 2023

Un eccentrico e imponente allestimento dell‘”Orestea” di Eschilo letta da Livermore, l’opera rock di David Bowie, “Lazarus” con Manuel Agnelli con la regia di Valter Malosti, gli spettacoli del festival “Materia Prima”, le prime romane e l’omaggio a Italo Calvino. La primavera teatrale ha il vento in poppa e propone con l’avvio della stagione nuove e stimolanti avventure teatrali.Si parte subito dalla “Orestea” che il regista Davide Livermore porta in scena a Genova e Torino. Si tratta dell’intera trilogia, arrivata miracolosamente intatta ai nostri giorni. Il progetto di allestire l’opera è nato dalla collaborazione tra l’Inda – Istituto Nazionale del Dramma Antico- e il Teatro Nazionale di Genova, con la nuova traduzione di Walter Lapini.Agamennone”, “Coefore” ed “Eumenidi” dopo aver debuttato nel Teatro Greco di Siracusa (stagioni 2021 e 2022) sono state riunite in due spettacoli (“Agamennone” e “Coefore-Eumenidi”, e riallestiti a Genova al Teatro Ivo Chiesa, con l’eccezionale possibilità di poter visionare l’intera opera in due tempi come una sorta di maratona teatrale il 19 e il 25 marzo sempre a Genova. A Torino invece la maratona è prevista per le giornate del 1 e 2 aprile. In queste due occasioni in scena ci saranno una quarantina di artisti e una ventina di tecnici (indispensabili per collocare e far funzionare cinquanta metri di ledwall e una grande parete a specchio) per un totale di quattro ore e mezzo di spettacolo .

L’attrice Laura Marinoni in “Agamennone” , parte della “Orestea” di Eschilo secondo Livermore in scena al teatro Ivo Chiesa di Genova (foto Pantano)

Tutto comincia ad Argo con il ritorno da Troia di Agamennone che prima di partire aveva sacrificato la figlia Ifigenia. L’Atride sarà ucciso dalla moglie Clitennestra e dal suo amante Egisto. Il figlio Oreste dopo dieci anni arriverà ad Argo per vendicare la morte del pade. Ucciderà la madre Clitennestra scatenando l’ira delle Furie Erinni. Queste però saranno trasformate dalla dea Atena nelle più benevole Eumenidi. La stessa dea inoltre darà vita al primo processo della storia. Il regista osserva che la “giustizia è l’idea fondamentale della trilogia e attorno alla quale gira tutta la storia dell’uomo. Una giustizia i cui labili confini vengono costantemente messi in discussione”. Il riferimento va ovviamente a quello che nella realtà ad Oreste è un processo falsato in quanto il suo avvocato è il dio Apollo che l’aveva spinto alla vendetta. Infine, il voto di Atena sarà determinante per l’assoluzione del matricida. David Livermore evidenzia come ci siano forti analogie tra la tragedia greca e i tempi in cui viviamo. “In un momento storico come questo _ afferma il regista _ mentre una guerra rimbomba alle porte dell’Europa, il teatro deve porsi l’obiettivo di ricreare la comunità. Diciamo agli spettatori: quel che state guardando ci riguarda, sta parlando di noi”.

Giuseppe Sartori nel ruolo di Oreste incontra Elettra (Anna Della Rosa) in “Orestea”regia di Davide Livermore (Foto di M.P.Ballarino)

Ad interpretare le opere un cast di rilievo formato da Laura Marinoni, Sax Nicosia Giuseppe Sartori, Gaia Aprea, Olivia Manescalchi, Stefano Santospago, Anna Della Rosa, Giancarlo Judica Cordiglia, Linda Gennari e Maria Grazia Solano. I due spettacoli andranno in scena a Genova dal 14 al 25 marzo (“Agamennone” dal 14 al 19 marzo, “Coefore / Eumenidi” dal 21 al 25 marzo, i due spettacoli nella stessa giornata il 19 e il 25 marzo) e subito dopo a Torino al Teatro Carignano dal 28 marzo al 6 aprile (“Agamennone” dal 28 marzo al 2 aprile, “Coefore/Eumenidi” dal 1 al 6 aprile, i due spettacoli nella stessa giornata l’1 e il 2 aprile). I video sono di D-Wok (Gianluca Falaschi), le musiche di Mario Conte, le luci di Antonio Castro.

A otto anni dal debutto a New York, arriva anche in Italia “Lazarus”. l’opera rock scritta da David Bowie in collaborazione con il drammaturgo irlandese Enda Walsh. Lo spettacolo, in prima assoluta al Teatro Bonci di Cesena dal 22 al 26 marzo è una produzione di Ert/ Teatro Nazionale che è riuscita ad ottenere i diritti per l’edizione curata da Valter Malosti, che ne è anche l’autore della regia dell’edizione italiana. Alla produzione guidata da Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale partecipano anche il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale e il LAC Lugano Arte e Cultura.

La scena di “Agamennone” la tragedia che apre il ciclo di “Orestea”, regia di Davide Livermore (Foto di Michele Pantano)

“Lazarus” è andato in scena la prima volta alla presenza dell’autore, il 7 dicembre 2015 nel circuito Off-Broadway al New York Theatre Workshop (un mese dopo, il 10 gennaio 2016 è la data della sua scomparsa). Da allora lo spettacolo ha girato nei principali circuiti spettacolari del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa. “Lazarus” riprende la storia dell’alieno Thomas Jerome Newton de “L’uomo che cadde sulla terra” (The Man Who Fell to Earth, 1963) di Walter Tevis. Il film omonimo di Nicolas Roeg uscito nel 1976 aveva come attore principale proprio Bowie nel ruolo del protagonista. Già nel 2005, insieme all’amico e produttore teatrale Robert Fox, Bowie riesce a ottenere la licenza per la trasposizione teatrale del romanzo di Tevis, mentre una prima stesura del soggetto – completamente diversa da quella definitiva scritta con Walsh – avviene tra il 2010 e il 2011 in collaborazione con lo scrittore Premio Pulitzer Michael Cunningham. Bowie dà vita a quest’opera «per liberare o liberarsi di quel personaggio – così riflette Malosti – come ha fatto nel video di “Blackstar” con l’altrettanto malinconica epopea di Major Tom di “Space Oddity” e ancor prima con Ziggy Stardust, di cui ha inscenato la morte nella magnifica mostra “David Bowie is”, riponendo il manichino coi vestiti di Ziggy in una teca-sarcofago simile a una camera di ibernazione». David Bowie ed Enda Walsh hanno inserito accanto ai dialoghi visionari e surreali dei personaggi, l’alternarsi di motivi famosi del Duca Bianco: da “Life on Mars?” a “Changes”. A interpretare il personaggio di Newton sarà il rocker Manuel Agnelli. Con lui la cantautrice Casadilego, la coreografa Michela Lucenti, Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro e Isacco Venturini.

Un particolare della copertina dell’album “Ziggy Stardust” di David Bowie, personaggio ripreso anche nel musical “Lazarus”

Dopo il debutto a Cesena, “Lazarus” sarà programmato allo Storchi di Modena dal 29 marzo al 2 aprile; al Galli di Rimini, dal 5 al 7 aprile; al Teatro Argentina di Roma, dal 12 al 23 aprile; All’Arena del Sole di Bologna dal 26 al 30 aprile; al Mercadante di Napoli dal 3 al 14 maggio, al LAC Strehler di Lugano, dal 18 al 20 maggio; al Piccolo Strehler di Milano dal 23 al 28 maggio; al Comunale di Ferrara dal 1 al3 giugno; al Carignano di Torino dal 6 al 18 giugno. La band che accompagna la piéce è formata da Laura Agnusdei, sax tenore e sax baritono, Jacopo Battaglia, batteria, Ramon Moro, tromba e flicorno, Amedeo Perri, tastiere e synth, Giacomo “Rost” Rossetti, basso, Stefano Pilia, chitarra, Paolo Spaccamonti, chitarra. Scene di Nicolas Bovey, Costumi di Gianluca Sbicca, Luci di Cesare Accetta, video di Luca Brinchi e Daniele Spanò. Coreografie di Michela Lucenti.

La cover di "Low"

Un’altra copertina di David Bowie, “Low”. Nei prossimi giorni il via alla tournée dello spettacolo “Lazarus” scritto da Bowie e Enda Walsh

Al Teatro Carcano di Milano, Mario Perrotta, fresco di Premio Ubu per il miglior testo italiano, andrà in scena ogni sera con “s/Calvino” monologo d’attore dedicato al grande scrittore di cui questo anno ricorrono i cento anni della nascita. In scena fino al 19 marzo a Milano, sarà in replica il 25 a Calenzano, il 26 e 27 a Grosseto, il 28 ad Arcidosso, il 30 a Monza, il 31 a San Giovanni in Lupatoto. Si riparte ad aprile il 16 a Ceglie Messapica, 18 e 19 a Lecce, il 6 maggio a San Lorenzo al Mare. “s/Calvino” è parte integrante del nuovo progetto di Mario Perrotta “Penso che dovrei volare” ed è un omaggio a Italo Calvino ma anche e soprattutto una indagine sulla libertà che occuperà il teatrante fino al 2024 con altri spettacoli. Un nuovo spettacolo e una personale rivisitazione del genio di Calvino avendo in mente una sola e fragile parola: libertà.“In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire”. Così l’autore racconta il personaggio che ha deciso di raccontare la propria esistenza, prendendosi un po’ di libertà. “E la cerca, la libertà, tra le pagine dei romanzi del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare…” Così racconta Mario Perrotta il suo viaggio dentro l’opera calviniana intesa come metafora della ricerca di libertà.

Mario Perrotta in  “Nel nome del padre”. Questi giorni debutta al Carcano di  Milano con un omaggio a Italo Calvino (foto Luigi Burroni)

Dopo aver ospitato Tiago Rodrigues e Tonan Quito in “Entrelingas” (“Fra le righe”), il Festival “Materia Prima”, presso il teatro Cantiere Florida di Firenze il 19 marzo ospita Kronoteatro con “Renart processo a una volpe” tratto da “Il Romanzo di Renart La Volpe” a cura di Massimo Bonafin, regia di Tommaso Bianco con Filippo Tampieri e i burattini di Francesca Marsella. Lo spettacolo mette in insieme stili di rappresentazioni differenti “modulando il linguaggio originale del romanzo, in alcuni più contemporanei e pop. “Il pubblico si troverà a scegliere il destino della volpe Renart che, dopo aver ingannato gli altri animali antropomorfi, sarà chiamata davanti al Re Nobile. Quale sarà la sorte scelta dagli spettatori? Il perdono, l’esilio o la prigionia?”.

Il 21, i Muta Imago, premio Ubu 2022 per il miglior progetto sonoro, presentano “Ashes”, drammaturgia e regia di Riccardo Fazi con Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu e Arianna Pozzoli. Musiche orginali dal vivo di Lorenzo Tomio“Ashes” è “una riflessione sul potere immaginifico del suono e della parola e un viaggio sonoro immersivo in una sequenza discontinua di accadimenti: brevi frammenti di vite private, compleanni, feste, morti, cadute, uccisioni, animali, alberi di natale, dinosauri, microbiologia, geologia, tutto quello che passa e non resta, ma che definisce e conferisce un significato preciso alla vita degli esseri umani”.

Filippo Tampieri in “Il romanzo di Renart la volpe” regia di Tommaso Bianco all Florida di Firenze (foto di Nicolò Puppo)

Il 30 e il 31 nella Palazzina Reale andrà in scena invece “Sovrimpressioni” di Deflorian/Tagliarini, liberamente ispirato al film di Federico Fellini “Ginger e Fred” con Cecilia Bertozzi e Chiara Boitani. Lo spettacolo “mette in scena due personaggi che vivono tra il momento in cui entrano nello spazio da fuori, ovvero il presente, e quello in cui, dopo una sola ora, si ritrovano invecchiati e somiglianti all’età che hanno e che da fuori ancora non vedono”.

Dal 17 al 19 marzo tutte le sere alle 21 (domenica alle 18) al teatro Lo Spazio di Roma si potrà seguire “Io sono Nijnski”, di e con Daniele Bernard,  tratto dai diari dei Balletti Russi di Vaslav Nijinski. Lo spettacolo sarà replicato anche all’Argomm Teatro di Milano il 14 e 15 aprile. Ancora nella Capitale, un altro omaggio a una grande vedette della musica leggera, la francese Edith Piaf , nello spettacolo di Federico Malvaldi con Veronica Rivolta che ha curato la regia in collaborazione con lo stesso Malvaldi. “Edith Piaf” resterà in cartellone sino al 26 marzo al Teatro Spazio 18 B. “Una donna troppo piccola, per una voce così grande. Questo dicevano di lei. E da questo aneddoto si sviluppa un racconto fatto di musica, amore, autodistruzione, disperazione e momenti di intensissima felicità”.

“Sovrimpressioni” . lo spettacolo di Deflorian/Tagliarini è ispirato al film“Ginger e Fred”.  Ospite al festival “Materia Prima”.

Ancora a Roma per “Nannarè” di Giulia Ricciardi, regia di Patrizio Cigliano in scena il 21 e 22 marzo al teatro Cometa Off. Il titolo dello spettacolo sembra richiamare alla memoria il nome della diva del cinema italiano Anna Magnani ma “il racconto va da tutt’altra parte. “Nannarè” è una puttana romana, già “matura”, che si racconta senza falsi pudori. Nell’ambiente “di lavoro” è stata ribattezzata Nannarè perché, con la sua romanità spudorata, la sua schiettezza ineluttabile, il suo aspetto e i suoi colori ricorda l’indimenticata attrice. E’ una donna del popolo, e forse la troviamo durante un interrogatorio di fronte alla polizia. O forse no. A chi parla? Con chi, si mette così a nudo mostrando anche le sue molte fragilità?”

A cento anni dalla pubblicazione dell”Ulisses” di Joyce, Argot Studio presenta il progetto speciale “Ulisses 100” “con Iaia Forte e Maurizio Panici dal 16 al 19 e dal 23 al 26 marzo, incontri di approfondimento e due spettacoli per omaggiare le figure di “Molly B” e “Leopold Bloom”. Per due weekend consecutivi, si alterneranno sul palco di Casa Argot l’attrice Iaia Forte, diretta dal maestro Carlo Cecchi in “Molly B” (16-19 marzo)  Maurizio Panici regista e attore, che nel lontano 1984 inaugurò il teatro trasteverino proprio con un’opera dedicata al signor Bloom, presenterà invece  dal 23 al 26 marzo “Leopold Bloom“.

L’attrice Iaia Forte diretta da Carlo Cecchi in “Ulisses 100” di scena con Maurizio Panici all’Argot Studio di Roma

Imperdibile al Teatro Storchi di Modena. Dal 16 al 19 marzo c’è “Cyrano de Bergerac” da Edmond Rostand, adattamento e regia di Arturo Cirillo nel ruolo del protagonista. La produzione è di Marche Teatro, Teatro di Napoli, Teatro nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale.  Cirillo riporta un ricordo autobiografico: il musical con Domenico Modugno e Catherine Spaak visto da giovane al Teatro Politeama di Napoli. Così lo racconta il regista. “Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical, ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro-canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato”.

Una scena da “Cyrano de Bergerac”, adattamento e regia di Arturo Cirillo al Teatro Storchi di Modena (Foto Tommaso Le Pera)

TAG: Anna Magnani, Antonio Cirillo, Carlo Cecchi, Cyrano di Bergerac, david bowie, Edith Piaf, Eschilo, Federico Fellini, genova, Iaia Forte, Italo Calvino, James Joyce, milano, Orestea, Ulisses, Vaslav Nijinskij, Ziggy Stardust
CAT: Teatro

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