A.I.

Cervello in polpette

Cosa vediamo, cosa sentiamo, a cosa assistiamo ogni giorno? Quanto ciò può essere vero e quanto invece creato dall’intelligenza atrificiale a fini manipolatori?

7 Marzo 2025

Oggi partiamo da un’idea diversa. Ovverossia che tutto ciò che leggerete potrebbe non essere reale ma inventato da un’IA. E già, perché la realtà che cos’è, in realtà?

Potrebbe essere un gesto pirandelliano, alla ricerca di un’identità perduta o mai avuta, in cerca di autore/autrice, oppure una consapevolezza che non sa di esserlo, oppure una pura invenzione, frutto di un frullato di frasi, idee, opinioni raggranellate qui e là sulla rete, incamerando dati da romanzi, saggi, libri di Storia, articoli giornalistici, trattati medici, dialoghi filosofici, poemi, sacre scritture, prediche di guru religiosi, blog di fanatici neonazisti, aforismi di filosofi celebri, messaggi di troll sui social, gli aforismi di Pustola25, le raccomandazioni di Chiara Ferragni per acquistare i suoi pandori benefici, le ultime canzoni di Sanremo o del festival di Bollywood, le notti degli Oscar rimiscelate tutte insieme, i radiosegnali provenienti da alfa Centauri, le voci dall’aldilà registrate sui nastri dei parapsicologi, tutto e il suo contrario.

Anche quest’articolo, nel momento stesso in cui verrà pubblicato, sarà fagocitato dall’IA, insaziabile, e rimanipolato nel calderone mediatico per presentare un piatto personalizzato all’utente che richiederà assistenza per poter assaggiare una briciola di realtà artificiale.

Noi, quindi, anche i miei colleghi degli Stati Generali, anche Tondelli che scrive i suoi autorevoli interventi, potremmo essere, e lo diventeremmo subito dopo l’atto creativo messo in rete, parte di una multirealtà che si va formando ogni momento, che cambia, che delimita nuovi spazi, abbatte frontiere, ne innalza altre, ma che, in un infinito gioco di specchi, sono una il riflesso dell’altra: come se gli specchi si rompessero tutti insieme e ogni frammento, orientato diversamente, riflettesse il proprio pezzettino di realtà, in attesa che questo incontri un fruitore che, senza esserne cosciente o, forse, solo in parte, entra nel gioco dei riflessi del mondo oltre lo specchio, scambiando la realtà per una cosa diversa.

A cosa mi appiglio per avere la certezza di una notizia, un commento, un’immagine? Basta la coscienza critica che cerco di esercitare ogni giorno oppure anche quella, alla fine, è ormai contaminata dalla visione di una realtà che non è realtà ma invenzione e diventa invenzione a sua volta?

Io mi chiedo giornalmente a che livello sia la percezione individuale delle realtà infinite che ci vengono presentate quotidianamente: quali pillole ingeriamo, o ci fa ingerire l’IA, quella blu o quella rossa, per poter continuare a vivere in un mondo onirico credendolo realtà oppure in un mondo dove lo scenario è tutt’altro e dove accadono cose altre che però ci restano invisibili oppure visibili ma cariche di differenti valenze, per cui ci appaiono per ciò che non sono e quindi la loro essenza resta, appunto, invisibile perché indecifrabile?

Molti autori e registi si sono cimentati con questi temi della percezione ma, oggi, siamo arrivati al punto in cui è possibile che sia vero qualcosa e pure il suo contrario, il gatto quantico può essere vivo e morto nello stesso momento e noi possiamo credere una cosa o l’altra, come possiamo credere che il gatto si sia tramutato in una farfalla o in un portacipria se solo ci viene presentata una storia convincente da un premio Nobel che non è mai esistito ma inventato dall’IA.

Guardiamo, per esempio, come tutto ciò avvenga nella politica, da un bel po’ di tempo a questa parte. Non è cosa nuova, l’arte manipolatoria è una vecchia conoscenza del potere: la Chiesa (le chiese d’ogni religione) è l’istituzione più antica, e tuttora vivente, che ha sempre manipolato le menti degli indottrinati.

Ma, oggi, i continui, troppi interventi di Donald Trump e Elon Musk, per esempio, due tra i più colossali bugiardi cronici, ci fanno riflettere su quanto la realtà che loro propongono sia lontana anni luce da verità plausibili. E non sappiamo, in realtà, se lo Zelensky che vediamo agire sia anche lui un fantoccio o una controfigura perché il vero Zelensky non è più al mondo o è prigioniero in qualche bunker sotterraneo. O se Putin, che era malatissimo, sia ancora vivo e chi agisce sia un sosia, visto che ne ha tanti. Oggi una maschera in latice più che precisa può essere plasmata su un clone stampato dalla 3D e non possiamo distinguere il falso dall’originale. Coll’autotune si può vincere Sanremo figurarsi se non si può alterare la voce di Putin. Cosa vediamo, a cosa assistiamo?

Trump, ad ogni modo, lavora sullo svuotamento di significato delle parole, rendendole, alla fine, il nulla, perché propone aria fritta, o meglio propone cose che vengono interpretate come concrete da chi difetta di consapevolezza critica e lo fa attraverso l’uso di parole vuote e, soprattutto, di bugie. Trump sembrerebbe infatti un fantoccio dotato di IA (forse ha davvero il chip nella testa) che propaga informazioni e parole che ha raccattato in giro, in un linguaggio basico e volgare, e le riassembla secondo criteri di piacevolezza per un suo elettorato, ipnotizzandolo. Lo slogan serve a questo: MAGA significa tutto e niente, perché è svuotato di significato, ognuno riempie l’involucro vuoto come crede, colla pillola blu. E, nello svuotamento di significato del linguaggio, lui usa le parodie contro di lui, come il video su Gaza trasfigurata in Las Vegas, ribaltandole, appuntandosele come medaglie e le posta sui suoi canali considerandola un omaggio.

Elon Musk invece incanta il suo uditorio con balletti propiziatori, saluti nazistoidi e con promesse siderali irrealizzabili ma che si vestono dell’abito della promessa perpetua.

La promessa perpetua, ben sfruttata da certe religioni che promettono vite oltre la morte, in paradisi contemplativi della luce con colonna sonora del canto di schiere angeliche inclusa, o campi elisi più carnali per i maschi, come quelli islamici, circondati da 72 vergini tutte per il paradisizzato (però non è dato sapere se la verginità si riforma dopo il rapporto, in modo da perpetuare il godimento maschile, o una volta esaurite le 72, abbiamo trasmesso e tanti saluti e la storia finisce lì), o da altre che promettono palingenesi e vite supplementari, o reincarnazioni, che possono anche essere una fregatura, soprattutto se ti reincarni in una mosca o una lumaca, è uno stratagemma per menti infantili che hanno voglia di farsi prendere in giro. Però, coi cretini, funziona, e Musk questo fa, propaga promesse perpetue di pianeti, spazi, non luoghi dove tutti potrebbero arrivare solamente se lui mettesse a disposizione il suo armamentario satellitare. Anche questo fa parte della tecnica di marketing che i due imprenditori infernali stanno mettendo in atto per far crollare il mondo.

La Monaca di Dresda non credo abbia mai parlato di Musk e di Trump (anche perché, a parte le informazioni sul personaggio che il suo inventore, Renzo Baschera, ha scritto in un libro, di lei non se ne sa nulla) però annunziava che la Russia si sarebbe convertita. Ora, interpretiamo per bene che significa conversione: forse, dopo un’overdose di comunismo reinterpretato da Stalin e successori, al capitalismo, sebbene un certo rigurgito ortodosso abbia un certo successo da quelle parti. Chissà che intendeva sta monaca delirante. Di certo l’IA avrà saccheggiato anche le sue lettere a re, papi e consorelle e forse anche quella a un bambino mai nato.

Noi, in quest’orgia d’informazioni, coi nostri scritti contribuiamo ad allattare l’IA, insufflandole nozioni o fantasie che colei non è veramente abilitata a distinguere perché, semplicemente, non può.

Alle mille sfumature che un termine porta con sé, dovute all’uso in un certo contesto, all’intonazione che si potrebbe utilizzare dicendolo, o anche una valenza storica e regionale del medesimo che magari cambia se non addirittura inverte il significato, l’IA non ci arriverà mai.

Volete provare a ingannarla? Usate termini desueti in contesti impropri, va in tilt. O fate di meglio. Una frase come “i vitelli dei romani sono belli”, riportata in un ipotetico e surreale dialogo tra Rugantino e Anna Magnani, facendole seriamente credere che sia avvenuto per davvero a Cinecittà, trarrebbe in inganno l’IA, che non potrebbe mai coglierne il significato primario che aveva in latino. Nemmeno il decodificatore di Alan Turing ce la farebbe.

Ciò non toglie che siamo immersi nel falso, giorno dopo giorno, con revisioni storiche che mai avremmo immaginato, dove i neonazisti vengono rappresentati come i salvatori dell’Europa, che, se lo dice Salvini, è, ormai, il solito bimbominkia ma se lo dice Musk bisognerebbe credergli, perché lui è l’uomo del futuro e delle promesse perpetue. E l’IA, che sembra il raglio dell’asino, incamera e rielabora anche queste minchiate. Io spero di non vedere il momento in cui l’IA riscriverà i libri di Storia e ci toglierà la stampella che Enrico Toti lanciò contro il nemico o le frasi celebri come Parigi val bene una messa, o Qui si fa l’Italia o si muore. Magari, come frasi celebri, l’IA spaccerà, appunto, quelle di Pustola25, Parigi val bene una Tesla e cose così.

Nel frattempo tenete come le cose sante i vecchi libri di Storia e di Letteratura che usavate al liceo, quand’eravate giovani e non c’erano ancora Trump, Musk e, soprattutto l’IA. Potrebbero essere utili per confrontarli con quelli dei nipotini. Per scoprire che viviamo in un mondo parallelo dove tutti abusano di pillole blu, e non è il viagra. O forse sì?

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