Sicurezza e integrazione: le due parole che agitano i sonni dell’Emilia Romagna
I risultati elettorali in Emilia Romagna hanno sorpreso in molti per varie ragioni, la quota di astensionismo e il successo della lega in modo particolare. Ma qual è il clima sociale da cui emergono queste evidenze? La regione radiografata dai dati di Episteme si presenta confermando gli stereotipi del passato. Una società modello, caratterizzata da una vivibilità che scaturisce dalla sinergia di vari fattori, dalla coesione sociale al buon funzionamento delle istituzioni.
Modernità, dinamismo, laboriosità, cultura sono le componenti di un mix che produce benessere percepito e condiviso. Il valore aggiunto però sembra radicarsi in primo luogo in uno spirito di identificazione e appartenenza che satura i bisogni simbolici e non solo materiali dei cittadini. E’ anche su questo presupposto, oltre alle altre chiavi di lettura, che vanno ricercate le ragioni dell’esito della consultazione. Un contesto che manifesta soddisfazione e fiducia nel futuro è portatore di aspettative elevate che dunque possono essere facilmente deluse. La perfezione, si sa, è difficile da mantenere e ogni incrinatura non può risultare indolore provocando forme di protesta ‘gentile’ quale quella silenziosa dell’astensionismo.
C’è inoltre un tallone d’Achille si questa regione ‘ideale’ che merita a tutti gli effetti di essere chiamata ‘comunità’, la sicurezza dei cittadini soprattutto in relazione all’armonia dei processi di integrazione. E proprio su questi due fronti la mappa delle priorità restituita dai nostri intervistati evidenza la sicurezza e l’immigrazione come aree non sufficientemente presidiate e di facile presa per un messaggio difensivo di stampo populista.
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