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Pubblicato il 28/04/2015

in: Mediterraneo e migranti: ecco i numeri da tenere a mente prima di parlare

Non tutti gli stranieri che arrivano con i barconi sono rifugiati o profughi, anzi sono relativamente pochi quelli che possono effettivamente avere questo status. Tra l'altro si tratta di paesi, quelli di provenienza, dove le lotte tribali, di religione, di sopraffazione per un territorio o per il potere sono endemiche. Dobbiamo quindi pensare che l'Italia, [...] che già non è in grande salute, debba accogliere un numero infinito di persone che spesso non hanno titolo per essere considerati rifugiati, mantenendole fino a quando? Con quali risorse, quando i fondi dedicati all'emergenza saranno finiti? Fondi e risorse che oggi vanno ad arricchire i soliti noti delle cooperative sociali di vario colore o privati che ospitano i neo arrivati lucrandoci. E una volta che le risorse dell'emergenza saranno azzerate, cosa succederà? E poi sarà anche ora che gli abitanti di questi paesi imparino ad affrontare i problemi interni con le loro forze, a costruire qualcosa, a combattere per la democrazia e per un futuro migliore, a creare attività economiche, a lavorare e non a sopravvivere, o aspettano sempre che siano gli altri a togliere le castagne dal fuoco, a pagare? Non sarà che siamo di fronte a un colonialismo all'incontrario, non sarà che esiste un disegno di conquista, l'obiettivo di minare alla base una civiltà che certamente è in decadenza, ma che nessun'altra civiltà è riuscita a raggiungere in quanto a conquiste su tutti i piani? Non sarà che è arrivata l'ora di pretendere che tutti i popoli, se è vero che siamo tutti uguali, imparino a procedere con le proprie gambe, soprattutto se abitano in territori non meno ricchi di altri?

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