Federica
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Pubblicato il 31/03/2015

in: Formare i docenti: SISS, PAS, TFA e altre amenità

Sono una tirocinante della classe di concorso A037 presso l’Università degli studi di Milano e dire che sono sconcertata dalle modalità con le quali si sta svolgendo questo TFA è un eufemismo. Dopo mesi e mesi di studio per superare le prove di selezione, nonché una non sottovalutabile retta di 2500 euro, mi aspettavo un [...] corso che mi “insegnasse” a fare l’insegnante, ma il TFA, così come attualmente strutturato, non porta affatto in questa direzione. La mia critica si rivolge sia ai corsi di didattica disciplinare, sia al tirocinio diretto. I corsi di didattica disciplinare non meritano il nome che portano, si tratta infatti di normalissimi corsi monografici, che non insegnano nulla sulle modalità con cui costruire una lezione; il tirocinio diretto invece può essere definito una corsa contro il tempo, un assurdo tentativo di accumulare 200 ore in circa 3 mesi di lezioni. Per quanto riguarda invece l’atteggiamento della mia tutor accogliente non posso assolutamente lamentarmi, fin da subito si è dimostrata disponibile, mi coinvolge durante le spiegazioni e mi sprona a fare lezione sugli argomenti che più mi interessano. Nonostante queste critiche, il TFA ha anche dei pregi, che è giusto sottolineare. Ritengo davvero utili i laboratori di tirocinio, che permettono a noi tirocinanti di confrontarci sulle rispettive esperienze scolastiche arricchendoci vicendevolmente; purtroppo però le ore dedicate a questi laboratori sono davvero esigue, solo quattro incontri da cinque ore ciascuno. Stesso discorso per il corso di Scienze dell’educazione, che, pur essendo fondamentale per la formazione di un bravo insegnante, è profondamente sacrificato nell'economia generale del percorso di studi. Detto questo, penso che per migliorare il TFA bisognerebbe attuare le seguenti strategie: 1) trasformare i corsi di didattica disciplinare in quello che dichiarano di essere, non ci serve ristudiare le stesse nozioni che già abbiamo dimostrato di possedere durante le selezioni, ci servono gli strumenti per poterle trasmettere agli studenti; 2) far partire il tirocinio diretto nei mesi di settembre/ottobre, solo così, svolgendosi sul lungo periodo, potrà veramente essere proficuo; 3)aumentare le ore destinate ai laboratori di tirocinio, sono infatti le uniche occasioni in cui è possibile riflettere criticamente coi colleghi sulle proprie esperienze di tirocinio; 4)dare maggiore importanza ai corsi di Scienze dell’educazione, è infatti l’unica disciplina nella quale nessuno di noi ha delle competenze, eppure è quella meno valorizzata. Seguendo queste linee credo davvero che il TFA potrebbe essere migliore e assolvere il compito che dichiara di voler svolgere: formare dei bravi insegnanti!

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