La libertà di stampa spiegata a un grillino

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17 Ottobre 2017

Nel montaggio fotografico che illustra questo articolo, mostro alcune copertine de L’Espresso pubblicate negli ultimi anni. Epoche diverse, diversi sindaci di Roma. A seguito di quelle inchieste – come è normale che sia – partirono contestazioni da parte dei partiti che erano alla guida della città, accuse di faziosità e precisazioni più o meno corrette sui dati riportati, ma nessuno – neanche il Silvio Berlusconi all’apice del suo potere – pensò mai di delegittimare tout court l’intero sistema dell’informazione.

Nei paesi democratici –  quelli dove la rassegna stampa non deve passare il vaglio di chi governa e i giornalisti non vengono perseguitati, imprigionati, esiliati o ammazzati – il compito del giornalismo d’inchiesta è quello di investigare portando alla luce fatti scomodi; succede spesso che da inchieste giornalistiche partano inchieste giudiziarie. È accaduto in Italia così come nel resto del mondo, perché i giornalisti, si sa, sono i cani da guardia del potere. L’esempio più citato è quello dello scandalo del Watergate, “la madre di tutti gli scoop” che portò alle dimissioni dell’allora presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon. Era il 1972 e due giovani reporter, Bob Woodward e Carl Bernstein, svelarono un sistema di intercettazioni, spionaggio e intimidazioni messo in atto da alcune figure di punta del Partito Repubblicano vicini all’allora presidente ai danni di esponenti del Partito Democratico. Ma la lista sarebbe lunghissima; limitandosi all’Italia e al recente passato, il pensiero immediato va all’inchiesta di Repubblica sullo scandalo del “RubyGate” che causò – insieme alla relativa inchiesta giudiziaria – la caduta di Silvio Berlusconi.

Indagare sul potere è uno dei fondamentali, l’abc di chi il potere lo racconta e lo spiega a un pubblico altrettanto libero di scegliere da chi farselo raccontare. C’è poi chi – partendo da un’analisi dei fatti – scrive le sue opinioni, nella consapevolezza che queste siano più o meno condivise. È il caso del sottoscritto e di tanti opinionisti che pubblicano i loro articoli su testate con linee editoriali più o meno neutre. Anche questo fa parte della libertà di stampa e della libertà d’espressione in generale. Più opinioni ci sono, più la stampa può considerarsi libera. Con buona pace di chi considera quelle opinioni “prezzolate” o frutto di qualche complotto di questo o quel gruppo editoriale contro un singolo partito.

Oggi a Roma il Movimento 5 Stelle è il potere: è giusto e normale che si indaghi sul suo operato e che si commenti la sua azione di governo. La stessa sorte toccò a tutti i predecessori di Virginia Raggi, né più e né meno. Insomma, nessuno pensò che all’epoca dell’inchiesta sulla “Parentopoli” di Alemanno, dei tanti articoli sulla panda rossa della moglie di Ignazio Marino, sugli scontrini e i viaggi in USA dell’ex sindaco o sull’inchiesta “Mondo di Mezzo” (che ha occupato le cronache nazionali per mesi e mesi) di accusare il Gruppo L’Espresso (quotato in borsa) di essere al soldo della Casaleggio Associati. E a chi – come l’attuale Sindaco di Roma – si chiede oggi dove fossero i giornalisti quando il potere era gestito da altri, consiglierei di leggere le inchieste comparse in quegli anni dalle stesse testate che ora mette alla gogna, articoli che in molti casi portano le stesse firme dei “nemici giurati” inseriti nella lista di proscrizione sul blog di Grillo. Magari scoprirà che è anche (…o soprattutto) grazie a quel lavoro di indagine e di divulgazione di quegli stessi giornalisti che oggi definisce “giornalai” che oggi il Movimento 5 Stelle governa città come Roma e Torino. E che la libertà di stampa può essere fastidiosa per chi detiene il potere, ma è una garanzia, per tutti.

TAG: beppe grillo, giornalismo, libertà di stampa, movimento 5 stelle, VIRGINIA RAGGI
CAT: Partiti e politici

11 Commenti

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  1. dionysos41 7 anni fa

    Veramente, andrebbe spiegata a tutti, la libertà di espressione, partiti, movimenti e cittadini. In Italia stenta a essere non dico accettata, ma almeno capita. E non parlo dei vari D’Alema, Berlusconi e altri che s’infastidirono e sì’infastidiscono per qualunque critica, ma dei cittadini, che reagiscono scompostamente alle critiche e agli sberleffi se provengono da altri paesi, come è accaduto per le vignette del terremoto, salvo a riservarsi per sè la libertà di sputtanare il mondo intero. Ecco: andrebbe spiegato proprio questo, che la libertà riguarda tutti, senza nessuna eccezione: se un italiano può dire che i tedeschi in fondo sono nazi, perché un tedesco non può dire che gli italiani sono mafiosi? Non veritiere entrambe, ma se mi permetto l’una devo permettere anche l’altra.

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  2. evoque 7 anni fa

    Play the victim si dice in inglese, e davvero funziona. Prima ancora che la scolorita Raggi diventasse sindaco, feci notare a degli interlocutori del Fatto che, qualora il M5s avesse vinto le elezioni romane, avrebbe dimostrato la propria totale incapacità di governo, ciononostante avrebbe incolpato dei guai le amministrazioni precedenti e soprattutto la stampa colpevole di remare contro…Poi, il populista deve delegittimare la stampa con epiteti quali: di regime, prezzolata, al servizio dei poteri forti. Perché? Ma perché in questo modo egli può raccontare tutte le balle che vuole sapendo che il suo pubblico – composto di fan – crederà a lui e non ai media. Tutti bugiardi. P.S. Per quel che può valere, mi piace Salamida, mi piacciono le sue riflessioni, la sua ironia, dunque quando vengo sugli Stati cerco sempre un suo articolo.

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  3. andrea-lenzi 7 anni fa

    I 5stelle sarebbero un ottimo strumento al servizio del paese se non fosse per la parte della loro base fatta di creduloni, ingenui (e pure cattodementi omofobi) pronti ad essere aizzati contro “gombloddi” e tutto e tutti che non siano loro… però proprio questo li ha resi un partito. E’ responsabilità di chi li guida farli uscire da questo stadio di adolescenza e portarli alla maturità

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  4. andrea-lenzi 7 anni fa

    I 5stelle sarebbero un ottimo strumento al servizio del paese se non fosse per la parte della loro base fatta di creduloni, ingenui (e pure cattodementi omofobi) pronti ad essere aizzati contro “gombloddi” e tutto e tutti che non siano loro… però proprio questo li ha resi un partito. E’ responsabilità di chi li guida farli uscire da questo stadio di adolescenza e portarli alla maturità

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  5. andrea-lenzi 7 anni fa

    I 5stelle sarebbero un ottimo strumento al servizio del paese se non fosse per la parte della loro base fatta di creduloni, ingenui (e pure cattodementi omofobi) pronta ad essere aizzata contro i “gombloddi” e tutto e tutti che non siano loro…
    però proprio questo li ha resi un partito.
    Ora è responsabilità di chi li guida farli uscire da questo stadio di adolescenza e portarli alla maturità

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  6. cantelmo19 7 anni fa

    evoque, fabio salamida è solamente un coglione. Non sa fare altro che parlar male di un solo partito: il movimento cinque stelle. Tuttavia non ha mai proposto un’alternativa che sia una , proprio come fanno tutti i detrattori del movimento . Sarei proprio curioso di saper cosa votano o cosa voteranno, visto che non vi son più elezioni da quando il movimento ha cominciato ad affacciarsi alla finestra politica. La pioggia che cade sui cinque stelle si è naturalmente formata in un sistema per il quale abbattimento, è nato il movimento appositamente. E’ quello che tutti chiedevamo, compreso chi lo biasima ed incluso chi non ha mai simpatizzato per il movimento. Naturalmente poi, a causa del princìpio stesso della libertà di opinione, ognun di noi deve aver un parere soggettivo anche innanzi agli aspetti oggettivi , altrimenti non ci sentiamo più democratici; per carità mai esser “tutti d’accordo su qualcosa” e poi gli italiani sono un popolo diviso per natura, sicchè a maggior ragione cresce la necessità della pluralità di gusti. Inoltre vi è l’aspetto teatrale che in questo Paese, forse più che altrove, ricade sulle scelte elettorali in base a criteri di simpatia o antipatia. Rammento il primo appuntamento cinquestelle in piazza al quale assistetti insieme ad una moltitudine di persone eccitate e pronte a consacrar un nuovo mito in puro stilo italico. MI sovvenne il periodo fascista ma non per Grillo, bensì per la rapida ascesa di entusiasmi deliranti da parte di persone che a differenza mia, non avevan probabilmente visto nemmeno uno dei vecchi spettacoli del Beppe anni ’80. Il fiume di ovazioni sarebbe svanito con altrettanta velocità negli anni successivi, per scivolare nel solito qualunquismo dell’italiano rassegnato che si esprime in “ma sì , tanto quando saliranno loro, faranno come gli altri” ; d’altronde il popolo medio di questo paese non segue la cosa pubblica e quando tenta di metterci naso, lo fa trasferendovi e applicandovi il tifo da stadio alla politica e specialmente al leader politico. Io fortunatamente non ho il sangue contaminato dalla volgare italianità e nemmeno seguo le partite di calcio: sarà per questo che non ho faticato più di tanto a rimaner razionale e coerente. Il mio entusiasmo è sempre stato moderato e lucidamente non ho fatto che constatare che il movimento cinque stelle resta tuttora il partito anti-sistema e non ho mai cambiato idea sulla volontà o sul sogno di abbattere questo sistema. Anzi, sono sempre più convinto della intenzione testé espressa dopo l’impegno con la tesi sulla corruzione che ha intaccato le istituzioni dalle interiora alla superficie, senza risparmiar neanche un partito ad eccezione ovviamente del cinque stelle: persino il pasticcio di Roma non ha rilevato la classica corruzione dei tradizionali partiti: erano capaci loro ? Beh sì , a mantener gli affari e ad oliare gli ingranaggi della rete (non quella del web) i classici politici eran molto più esperti e competenti della Raggi: va ad essi riconosciuta codesta abilità , infatti Carminati non si è mai lamentato della collaborazione di PD e PDL. L’ex fascio terrorista ha laconicamente espresso un concetto che non lascia dubbi alle capacità finanziarie dell’amministrazione comunale :”se’ magnamo tutta Roma” affermò egli stesso. Ordunque essendosi i mafiosi mangiata la capitale al tavolo della politica…. spieghi evoque come fare a non incolpare le amministrazioni precedenti ? E allora chi sono i responsabili ? Qualche notte fa, ho distrattamente origliato il televisore acceso che mi teneva compagnia dopo il rientro a casa e la mia attenzione è scivolata verso lo schermo allorchè mi accorsi che si parlava di Roma e di immondizia, in un servizio che aveva tuttavia un taglio differente rispetto ai soliti cui siamo avvezzi oramai da mesi. La natura di questo mini documentario non era politica, non era vestita di polemica ed era estranea a toni urlati o reverenziali. Il servizio si limitava a descriver il nuovo programma di raccolta differenziata , pensato e creato da questa vituperata amministrazione, però senza fare nomi di personaggi politici, quindi nessuna captatio benevolentiae per i grillini (come li chiamano sminuendoli) . Insomma la raccolta differenziata ha conosciuto un difficile cammino di conversione dallo status quo precedente ed ora sta interessando alcune aree della metropoli con esiti positivi. Purtroppo le zone di raccolte sono circoscritte e il progetto dell’estensione incontra gli ostacoli dovuti allo strappo ed alla burocrazia ma soprattutto dalla scarsità di fondi , sicchè sarà necessario perlomeno un anno e mezzo prima che la copertura sia soddisfacente. In una città così complessa, nessuno può compier miracoli; a prescinder dalla capacità. Comunque sia di questo progetto se ne parla giusto di notte, quando la gente dorme, tranne qualche nottambulo come il sottoscritto. Il vero potere di Roma risiede nel parlamento e non nel campidoglio; buona parte della stampa riceve finanziamenti pubblici dal governo, che ovviamente ne influenza il flusso di informazioni , direzionandolo, restringendo e ampliando laddove conviene. Naturalmente non si tratta di un controllo totale ed esplicito ma il bavaglio ed il megafono sono largamente utilizzati , come la cesoia e l’amplificatore. Rammento che del caso Sala a milano se n’è parlato – ci mancherebbe – ma in modo piuttosto contenuto e non ripetitivo come è avvenuto per Roma , nonostante fosse molto più grave il furto di circa 3000.000 Euro , nonchè i rapporti indiretti con gli appalti dati a società mafiose. Io non mi son meravigliato di nulla perchè immaginavo che il Sistema avrebbe reagito tramite il Quinto potere. E’ vero, i giornalisti sono i cani da guardia del potere ma abbaiano contro chi si ribella al potere quando ne sono dipendenti: possono definirsi davvero liberi se non han padroni cui render conto.

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  7. marco-baudino 7 anni fa

    Si possono evitare epiteti e, almeno su questo strumento messo a disposizione da Gli Stati Generali, restare sui contenuti?? Mi scusi Mr. Cantelmo19. Mi sono fermato a leggerla alla prima riga, del suo commento fiume di cui, ditemi pf altri lettori se d’accordo, non mi interessa conoscere i contenuti!!

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  8. evoque 7 anni fa

    cantelmo, scusami ma ho riletto diverse volte l’articolo di Salamida e non mi pare sostenga un qualcosa che anch’io non abbia constatato a proposito di M5s. Il M5s – che io ho sostenuto agli inizi votandolo pure nel 2010 perché ne condividevo i principi che ne stavano alla base – è degenerato strada facendo: ha messo in luce un volto anti-democratico, un modus operandi opacissimo, una violenza di linguaggio indegna di un consesso democratico, un doppiopesismo intollerabile. Quante volte abbiano sentito esponenti di primo piano del M5s – Grillo compreso – sostenere che un avviso di garanzia avrebbe dovuto portare alle dimissioni i destinatari? Quando poi è toccato a loro, vedi Nogarin, la giuliva Raggi dice che no lei non ne chiede le dimissioni perché prima vuole leggere le motivazioni; quando poi arriva a lei, ecco che subito informa urbi et orbi che non pensa a dimettersi; e adesso che è arrivato all’Appendino, qualcuno comincia a tirare in ballo la magistratura di parte. Oh, bella! Ho capito che la magistratura è brava e bella se manda avvisi al PD, diventa di parte se li manda ai Cinquestelle. Atteggiamento alquanto infantile. E questo è uno dei motivi che mi fanno ritenere il M5s inadatto a governare. Motivo che si accentua se penso che due nullafacenti come Di Maio e Di Battista sono gli esponenti di primo piano di questo movimento: Di Maio, addirittura con un curriculum risibile – in pratica inesistente -, è stato indicato come candidato alla presidenza del consiglio. Poi, il fatto di sostenere il mantra: noi soli siamo buoni bravi belli giusti , mentre tutti gli altri – nessuno escluso – sono marci, secondo me dimostra una intolleranza settaria che li rende inadatti a cariche pubbliche. Infine, i giornali non ricevono più da anni i contributi pubblici diretti.

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  9. evoque 7 anni fa

    cantelmo mi sono dimenticato di rie a proposito di Sala, sindaco di Milano, che l’accusa più pesante nei suoi confronti – turbativa d’asta – è decaduta, resta in piedi quella di falso in atto pubblico. Poi, forse ti è sfuggito che qualche settimana fa il comune di Milano aveva messo per iscritto nomi e cognomi dei giudici che avevano avuto ruoli decisivi nella gestione di Expo; è di ieri la notizia che la magistratura di Brescia e quella di Venezia stanno indagando su quei giudici. Sala è un bravo sindaco capace attivo. Farà molto bene a Milano. Città che comunque è sempre stata piuttosto ben amministrata.

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  10. giuseppe-giulas 7 anni fa

    Non so nulla di Roma a parte ciò che ho letto di mafia capitale e il martellamento mediatico contro Raggi e anche il documento di cui parla cantelmo 19. È ovvio che ognuno di noi si forma le proprie convinzioni spesso proprio la tecnica di attacco di tutti contro uno è negativa, non di può sempre fare le pulci agli avversari senza avere un passato o proposte positive da mettere a confronto. Alcuni usano la tecnica di denigrazione dei votanti, addirittura, definendoli ignoranti, decerevrati e quanto di peggio scordandosi che quei votanti potrebbero anche cambiare idea se non offesi.
    Ognuno fa e scrive ciò che ritiene opportuno salvo poi a trovarsi con un pubblico F
    di parte e a parlarsi addosso e quindi a restare isolati e inutili.

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