Adolescenti, la prima “sbornia” a 11 anni. I dati shock di una ricerca

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18 Luglio 2017

Gli adolescenti italiani cominciano ad abusare di alcol già a 11 anni. E’ uno dei dati, preoccupanti, che emerge da una ricerca dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza su un campione di 8.000 adolescenti. Su tutto il territorio nazionale, l’avvicinamento dei ragazzi all’alcol è veramente precoce, e nella fascia d’età compresa tra gli 11 e i 13 anni, il 36% dichiara di bere bevande alcoliche e 1 su 10 si è  già ubriacato. Nei ragazzi più grandi la percentuale sale notevolmente, sono il 55% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni che beve alcolici e il 24% anche fino a stare male.

“L’abuso di bevande alcoliche durante il periodo adolescenziale è veramente un problema molto serio”, speiga la psicologa Maura Manca, presidente dell’Osservatorio, ” e, soprattutto nel periodo estivo, diventa ancora più grave perché i ragazzi sono mentalmente più predisposti all’evasione, sentono meno il peso delle regole e dei doveri scolastici e invernali, non hanno l’obbligo di alzarsi presto, non hanno voglia di fare niente e si sentono in diritto di poter rientrare tardi la notte, a volte anche invertire il giorno con la notte, e di trascorre molto più tempo in gruppo e in compagnia degli amici. Questa condizione facilita la ricerca e la messa in atto di svariati comportamenti un po’ più al limite, che mettono a rischio la salute dei ragazzi stessi”.

Secondo i dati raccolti dall’Osservarorio, oltre 3 adolescenti su 10 hanno partecipato a giochi a base di alcol, che in genere prevedono di bere tutto in un sorso e generalmente un superalcolico.

“Il problema degli adolescenti sono anche i mix che spesso diventano letali perché i ragazzi non reggono, si sentono male, vomitano nel migliore dei casi o si intossicano, fino a rischiare anche il coma etilico” dichiara la dottoressa Manca. “Durante il periodo estivo rischia di diventare un “lo faccio perché lo fanno gli altri”, una sfida, un dover dimostrare di essere in grado di riuscirci e di essere come gli altri. Senza altri tipi di stress ci si sente più liberi anche di provare qualcosa di nuovo, se lo possono permettere e durante l’estate si provano spesso sostanze che in altri periodi non si penserebbe neanche di assumere. Non ci si deve dimenticare che anche il sostegno del gruppo rinforza e facilita l’andare oltre, proprio perché si divide la responsabilità tra i singoli membri del gruppo”.

Uno dei dati più allarmanti è il 24% degli adolescenti che dichiara di aver bevuto, in genere nel fine settimana, più di 5 drink di seguito, solo con l’intento di ubriacarsi.

Il rischio maggiore è quindi quello di mettere in atto determinati comportamenti estremamente nocivi per la salute, senza avere la piena consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni.

 

Maura Manca, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza

Sesso e alcol, un mix particolarmente rischioso

L’80% degli adolescenti che abusa di alcol dichiara anche di aver fatto sesso promiscuo e con più persone nell’arco della stessa sera. In questo modo, aumenta notevolmente il rischio di incorrere in malattie sessualmente trasmissibili dall’HIV, sempre più diffuso tra i ragazzi, all’HPV e tutte le varie infezioni batteriche e virali, senza che abbiano consapevolezza dei rischi a cui vanno incontro. L’estate, la vacanza, i luoghi nuovi in cui si è semplicemente turisti, gli amici, le feste, l’assenza di orari e la voglia di evadere, sono tutti fattori che abbattono i freni inibitori e le difese.

Il rischio però è anche quello delle gravidanze precoci. Infatti, sono 2 su 100 le ragazze che dichiarano di essere rimaste incinta e, di questa percentuale, la maggior parte di loro, circa l’85% dichiara anche di aver abusato di alcolici.

Selfie alcolici che diventano selfie killer

Esistono anche delle mode selfie in cui l’alcol è protagonista, come per esempio il beer selfie che consiste nel fotografarsi da soli o in compagnia di amici, con in mano un bicchiere o una bottiglia di birra. Esistono però le varianti e una di quelle è il DRELFIE, da drunk e selfie e consiste nel farsi fotografare ubriachi, mentre si vomita, sdraiati per terra in uno stato di semi incoscienza, nei bagni e in qualsiasi altra posizione. “I rischi di questi selfie e di questa ricerca di approvazione e condivisione social, sono l’intossicazione alcolica e in svariati casi anche il coma etilico, perché certe volte i più giovani  pur di andare oltre, che equivale a notorietà e viralità, non si rendono realmente conto delle ingenti quantità di alcol che arrivano ad assumere” continua la  Manca. “L’aspetto preoccupante di questa tendenza giovanile è che molti ragazzi non sono in grado di mettersi dei limiti. Gli attori di questo teatro digitale sono gli adolescenti della e-generation, coloro che sono poco educati dalla scuola e dalla famiglia circa gli effetti dell’alcol soprattutto durante le fasi della crescita. Non è importante il tipo di bevanda alcolica ingerita, perché l’unico scopo è l’ubriacatura, quindi la perdita di controllo dovuta all’assunzione di quantità superiori rispetto alle proprie capacità fisiologiche, deleterio ancor più in questa fascia di età, che può portare anche nei casi più gravi alla morte”.

Alcol e guida un mix estremamente pericoloso

Gli adolescenti non rinunciano a mettersi alla guida anche quando sono in una condizione di alterazione. Circa 3 adolescenti su 10 che possiedono una mini car dichiarano di aver guidato dopo aver assunto sostanze o bevuto alcol. La percentuale di chi guida lo scooter si abbassa al 23% e al 12,4% chi ha un’automobile. Calcolando, però, che si tratta di un campione dai 14 ai 19 anni,  la macchina la può guidare solo una cerchia ristretta di ragazzi. Questi comportamenti mettono inevitabilmente a rischio la propria vita e quella degli altri. In più, oggi, oltre a guidare in stato di ebbrezza, riprendono con lo smartphone le bravate in auto o in moto, si scattano selfie mentre fanno le loro inutili e nocive “prodezze” per immortalare un momento che, a volte, li ha letteralmente immortalati per sempre. Si chiamano kilfie o killer selfie e sono quelle foto in cui si mette a rischio la propria vita.

In quel momento i ragazzi si sentono onnipotenti, leggono solo l’aspetto ludico e legato al divertimento del momento, senza riflettere sugli esiti immediati di ciò che stanno facendo e di quello che può accadere a lungo termine.

TAG: Maura Manca, Osservatorio nazionale adolescenza
CAT: costumi sociali

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