Referendum costituzionale: il No sta vincendo la battaglia sul web

14 Ottobre 2016

A poco meno di due mesi dalle elezioni (4 dicembre) in cui i cittadini saranno chiamati a decidere sulla riforma costituzionale i favorevoli e contrari si danno battaglia sul web.

Da oggi parte il nostro monitoraggio su Twitter, un’arena privilegiata che ben racconta le accese dinamiche relative al dibattito politico online.
Per capire quali siano i rapporti di forza tra le due coalizioni in questo particolare contesto, abbiamo raccolto e analizzato, con tecniche di social media listening, tutti i tweet che nelle ultime 2 settimane contengono gli hashtag ufficiali della campagna: #bastaunsi e #iovotono.

Dall’analisi emerge come #iovotono abbia avuto maggiore successo nel mobilitare gli utenti: per ogni tweet che contiene #bastaunsi se ne contano infatti circa due che contengono #iovotono.
Nel campione analizzato relativo alle ultime 2 settimane – oltre 105.000 tweet prodotti da circa 17.000 utenti sottoposti a web listening – coloro che esprimono adesione alla campagna per il No attraverso l’hashtag #iovotono sono circa il 64,8% del totale, mentre il 35,2% sostiene le ragioni del Sì con l’hashtag #bastaunsi (immagine 1).

 

immagine articolo seconda versione_2

Immagine 1. Rapporto di forza fra #bastaunsi e #iovotono.

 

Come si vede in maniera plastica nell’immagine 2 siamo di fronte a due mondi che praticamente non si parlano. L’analisi del network sugli hashtag dimostra come solo una minima parte degli utenti utilizzi entrambi gli hashtag delle due campagne.

 

Immagine 2. Utenti che hanno twittato #iovotono e #bastaunsi nelle ultime due settimane.

immagine 2 articolo

Se analizziamo il network degli utenti (immagine 3) scopriamo che è Matteo Renzi il punto focale delle interazioni di entrambi gli schieramenti.
Emerge tuttavia come la mobilitazione dei due fronti si strutturi diversamente: gli utenti più influenti dal lato del Sì sono l’account ufficiale della campagna e i principali personaggi politici del Partito Democratico (Maria Elena Boschi in primis); dal lato del No, oltre agli account ufficiali della campagna, si mettono in evidenza alcuni esponenti del centrodestra fra i quali spiccano Salvini e Brunetta.

Discorso a parte va fatto sul Movimento 5 Stelle: oltre a Beppe Grillo, Di Battista e Di Maio sono presenti molti attivisti, magari meno noti, ma che contribuiscono a veicolare il messaggio del No con forza e costanza. Proprio quest’eterogeneità del fronte contrario alla riforma può essere una delle chiavi per spiegarne il successo.

 

Immagine 3. Le interazioni degli utenti del fronte del Si (blu) e del No (rosso). In azzurro gli account che interagiscono anche con la parte opposta.

immagine 3 articolo

 

È infine interessante osservare quali siano le ragioni avanzate a supporto delle due scelte. Il discorso del No è incentrato in maniera preponderante sulla figura del Premier e sul legame fra una sua sconfitta e le sue dimissioni. Forse anche per questo abbiamo assistito negli ultimi mesi a un cambio di impostazione della campagna (quasi una marcia indietro) del Presidente del Consiglio.

L’altra motivazione per chi “vota no” è quella della difesa della Costituzione come bene prezioso che non può essere toccato, pena una riduzione della democrazia.

Di contro, nel fronte del Sì, Renzi diventa meno rilevante, il voto appare slegato dall’attività di governo.

Emergono invece in maniera netta due parole: “cambiare” e “futuro”.

Quest’analisi, a nostro avviso, restituisce l’immagine di un Paese diviso, in cui la rabbia verso Renzi (testimoniata anche dalla crisi di consenso dei sondaggi) ha di fatto offuscato i temi veri del Referendum.

Gli accenni ai temi del quesito, sottoposto anche a ricorso presso il Tar del Lazio, sono comunque residuali e il dibattito è tutto ideologico. A complicare il confronto anche la spinosa questione dell’Italicum.

Vedremo nelle prossime settimane come si evolverà il clima.

 

 

TAG: attualità, politica, referendum
CAT: Partiti e politici

7 Commenti

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

  1. evoque 7 anni fa

    Ormai lo sappiamo o dovremmo saperlo, a questo punto, che il Web non rappresenta la realtà.

    Rispondi 0 1
    1. salvatore-messina 7 anni fa

      la realta non la rapporeswenta piu questa politica affaruistica corrotta e ipocrita da almeno 30 anni dove anno dopo anno e con una crisi pilotata ci stannp pèrima impèoverendo per poi sfruttarci per fame con il jobs act , lavoro a tempo a random e senza certeszze e futuro…fatti una famiglia o un mutuo con il jobs act e fammi sapere !!!!!

      Rispondi 0 0
  2. umbertob 7 anni fa

    Ma chi voterà no pensa davvero che la Costituzione non può essere toccata “pena una riduzione della democrazia”? Non posso crederci che siano davvero convinti di una stupidaggine del genere, diciamo piuttosto che chi vota no lo fa solo ed esclusivamente per delegittimare Renzi. Mi pare più realistico.

    Rispondi 1 1
    1. walter-loggetti 7 anni fa

      Personalmente voto no.
      E no non penso che la costituzione non vada toccata pena una riduzione della democrazia.

      E’ che penso che QUESTA riforma non sia stata fatta nel modo giusto.

      Ma io parlo esclusivamente per me.

      Rispondi 0 0
    2. salvatore-messina 7 anni fa

      Mi SA CHE SEI TU A NON AVER CAPITO BENE QUESTA RIFORMA, PERDONAMI!!!! Proprio accettando il no si potrà cambiare in meglio la costituzione, in qualunque momento occorrerà farlo , ma tutto fatto da un governo legittimato dal consenso popolare che questo governo di indagati, condannati, collusi e corrotti non ha !!!!!! E il si in sintesi che renderà la costituzione riscrivibile dopo che se la saranno riscritta a loro uso e consumo dei corrotti abusivi mai eletti e indegni di spacciarsi per padri costituzionalisti !!!!!!! La costituzione si deve e si può migliorare , ma non é questa che vorrebbe Renzi la riforma corretta e democratica da riscrivere …Rileggila nel testo la riforma e capirai che già partendo dal quesito sulla scheda elettorale e altamente ingannevole , fuorviante e falsa, la realtà va proprio nel verso opposto. Il senato resta e sarà formato di nominati e quindi servi di chi li nomina , le province restano e si chiameranno città metropolitane ed il reale risparmio si aggira al massimo sui 50 milioni all’anno pario a meno di un euro per ogni cittadino !!! e’ una totale fregatura e serve soltanto a loro già da corrotti a blindarsi al potere per altri decenni. un senato cosi composto di nominati avrà potere di veto anche se in maggioranza ci andrebbe il M5S, al quale gli bloccherebbero tutte le leggi favorevoli al popolo o che taglino le indennità ed il numero di parlamentari in modo reale e non fuorviante…..tu perderai anche il diritto di voto del senato …. quindi riforma = dittatura chiara e netta.

      Rispondi 0 1
  3. giorgio-cannella 7 anni fa

    Ecco il mio contributo. Buona lettura.
    http://giorgiocannella.com/index.php/2016/06/03/referendum-costituzionale-italiano-ottobre-2016/

    Rispondi 0 0
  4. salvatore-messina 7 anni fa

    votare no e sinonimo di intelligenza che tutti abbiamo se la mettiamo in campo, perchè basta leggerle le riforme , capire, chi le ha scritte e trarne il resoconto……padri costituzionalisti indegni e figli di un governo illegittimo da 4 anni !!!!!! napolitano/monti/letta/renzi Un unico filo conduttore verso la dittatura favorevole alla globalizzazione e alla perdita di diritti e sovranità da parte dei popoli.

    Rispondi 0 1
CARICAMENTO...