Il Salvini che è in noi

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27 Agosto 2018

Governo del cambiamento… Sembra uno slogan più che un progetto. Una boutade propagandistica più che un’idea forte

L’idea forte di cambiamento parte da una riflessione seria sull’esistente; si dividono le cose in due categorie: quelle che meritano di essere confermate o rafforzate e quelle che vanno messe in soffitta e sostituite.

La retorica del cambiamento, invece, è molto più grossolana: il cambiamento non è più una delle opzioni possibili, ma una parola d’ordine, una specie di mantra, cui tutti sono chiamati ad uniformarsi.

Poi, magari, si continuano ad operare dei distinguo tra le cose che vanno conservate (perchè si scopre che tanto male poi non erano) e quelle che vanno azzannate e distrutte.

Ma il mantra è sempre lo stesso: siamo nuovi e diversi, siamo il cambio di paradigma, la pagina nuova di storia.

Insomma, come dicevo sopra, la retorica del cambiamento.

Ma una retorica che attecchisce, che trova riscontro e seguito entusiastico.

Stiamo assistendo alla nascita di una nuova egemonia culturale, di un nuovo conformismo?

Ne ho il sospetto.
Soprattutto quando mi chiedo come mai siano così tanti, tra i non leghisti oppure tra gli accesi antileghisti, quelli disposti a considerare accettabili o addirittura apprezzabili le esternazioni di Salvini.

Diceva Longanesi: “Non mi spaventano le idee, ma le facce che le rappresentano“.

Ecco a molti la faccia, i modi e il linguaggio di Salvini continuano a non piacere o a piacere pochissimo.

Il che consente loro di dichiararsi antisalviniani senza esserlo veramente. Di criticarlo, ma con molti see molti “ma”.

Molti i plaudenti, insomma. E molti anche i quasi neutrali.

Tempi duri invece per i contrari, ai quali non resta altro, per il momento, che sperare nella quasi ritualità del criterio di alternanza che caratterizza gli umori elettorali di questo paese da diversi anni.

Chi ha governato, dalla discesa in campo di Berlusconi in poi,  prima o poi, è stato costretto a fare delle scelte, a penalizzare qualcuno, a scontentare qualcun altro, incassando alla fine delle sconfitte.

Non so se e quando la stessa sorte subirà questo governo a trazione salviniana.

Dipenderà anche da come verranno accolte le sue “novità” reali. Al momento le reazioni prevalenti, quantomeno stando ai sondaggi, sembrano più che buone.

Qualcuno dice: dipenderà anche da quanto Salvini c’è in noi…

 

 

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CAT: Governo

2 Commenti

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  1. cantelmo19 6 anni fa

    Il punto prevalente è uno: Salvini può piacere oppure no. A me personalmente non garba in modo particolare , sebbene tuttavia non posso certo esimermi dall’esser obiettivo e pertanto non è pensabile fare a meno di constatare che sul tema dell’immigrazione , aldilà dei modi e delle parole, non è assolutamente possibiile dare torto a Salvini. Contrariamente a questa considerazione, chi può esser a favore dell’immigrazioone irregolare ?

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  2. andrea-marelli 6 anni fa

    iL punto fondamentale è che per Salvini(e per i suoi elettori o chi dice che non ha torto anche se non gli garba) essere contro l’immigrazione irregolare è una scusa per non volere nessuno ”straniero”.Quando arriva un barcone dovresti salvare le persone,batterti per ricollocarle in altri paesi.Invece se li lasci in mare per tantissimo tempo ed anzi attacchi e fai la guerra alle ong che operano i salvataggi significa che per il ministro dell’interno possano anche affogare tanto chissenefrega…

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