Napoli: città di santi e peccatori

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25 Agosto 2019

Napoli è una città senza vie di mezzo.

L’essere così fuori dalle righe, il caos, i colori, l’allegria, l’atmosfera, il cibo, la musica, il dialetto, il vulcano, a’ muntagnia, la montagna, che da sempre la guarda, e riempie i panorami che abbracciano il mare.

Napoli è uno di quei luoghi che non si finisce mai di scoprire.

Goethe, la definì, “un paradiso abitato da diavoli” e Croce, cercò di spiegare questo ossimoro, ma la città è come un serpente, cambia pelle di continuo, anche se il suo organismo è sempre lo stesso, ed oggi, le parole dette ieri, già hanno un significato molto diverso.

Si, è suggestiva tutto l’anno.

Nelle feste natalizie, raggiunge l’apice del suo fascino.

San Gregorio Armeno, il luogo più caratteristico per scoprire che a Napoli, l’arte presepiale, si tramanda da generazioni. Un’altra trasposizione fisica, di quello che la città è, cambiano gli scenari dei presepi, ma alla fine i pastori, sono sempre gli stessi.

Una città con le viscere. Chi vuole conoscerla, non deve solo scendere alla scoperta del grembo di Napoli, a quaranta metri di profondità, per un viaggio nel tempo lungo oltre duemila anni, tra miti e leggende.

Oggi, le viscere sono esposte, come un animale macellato, nelle periferie, abbandonate, da una classe politica, troppo intenta (ma forse anche giustamente), a salvare la cartolina e non la gente. Forse, ma dico forse, solo un po’ di attenzione verso quella che sembra racchiudere, la parte elitaria, degna di considerazione, essendo bacino di classe dirigente, imprenditori di rispetto e professionisti, la Napoli “alta”, quella dei quartieri del Vomero, di Chiaia e Posillipo.

Per gli altri, restano i santi.

Tanti, a cercare di proteggere quelli che chiedono aiuto, forse troppi.

Oggi, racconto la storia di Santa Patrizia e del suo miracolo, compatrona di Napoli e protettrice delle single.

 

«A Napoli si vive di miracoli».

Santa Patrizia è la compatrona di Napoli il cui culto antico è indice di prodigio e devozione.

Patrizia nacque a Costantinopoli il 3 o il 4 Gennaio del 664 d.C., ed era la discendente di Costantino detto il Grande, la figura più influente dell’Impero romano che proclamò la libertà di culto e tolleranza del Cristianesimo.

Patrizia, di stirpe nobile e ricca e di rara bellezza, le fu imposto con la forza il matrimonio dal suo congiunto Costante II; ma sin da piccola espresse voto di verginità, e per mantenere fede al suo giuramento, decise di fuggire con la sua nutrice a Roma per ricevere la benedizione del Papa.

Tornata in patria, lasciò il palazzo reale e i diritti sulla corona imperiale e distribuì la sua parte di eredità ai più bisognosi. Partì in pellegrinaggio verso la Terra Santa, per pregare sul Sacro Sepolcro in Gerusalemme, ma durante il viaggio. una terribile tempesta la spinse a far naufragio a Napoli sull’isolotto di Megaride.

Fu soccorsa, ma una breve malattia la terminò a soli 21 anni.

Intorno a lei si sviluppò una comunità di devote, che si chiusero in clausura e rimasero a sorvegliare il corpo della vergine.

La leggenda pone la data della morte di Santa Patrizia il 25 Agosto.

Il popolo napoletano che accolse le sue spoglie, prima nel monastero dei Santi Nicandro e Marciano a Caponapoli (dove si narra che ella profetizzò questo come luogo di sepoltura) e in seguito le sacre spoglie furono trasferite per motivi storici e sociali nel bellissimo monastero della Chiesa di San Gregorio Armeno, custodite dalle dette «Patriziane» secondo l’ordine monacale praticato dalla santa.

La liquefazione del sangue, simile a quello di San Gennaro, avviene però in tempi diversi e secondo la tradizione ogni Martedì  e il 25 Agosto, giorno del martirio.

Si racconta che un Cavaliere afflitto da enormi sofferenze, volle andare a pregare sulla tomba della santa per guarirlo. Pregò incessantemente tutta la notte senza staccarsi dalla reliquia, e spinto da una grande devozione, aprì l’urna e cavò un dente alla vergine, morta qualche secolo prima.

Dalla bocca di Patrizia fuoriuscì sangue come se fosse un corpo vivo; per l’enorme meraviglia, il sangue venne raccolto in due ampolline, ancora oggi custodita, dalle quali si assiste annualmente il 25 agosto il «miracolo» ovvero lo scioglimento dei santi grumi.

Patrizia è la Santa protettrice delle «single», delle ragazze in cerca di marito che si recano durante l’anno sulla sua tomba a pregarla, al fine di ricevere un buon matrimonio.

Ma è anche la protettrice dei naviganti, delle partorienti e dei bisognosi.

Quindi, dei napoletani.

 

 

 

TAG: avv Monica Mandico
CAT: Napoli, Storia

2 Commenti

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  1. lina-arena 5 anni fa

    racconto che dimostra, ove ce ne fosse bisogno, il livello di stupidità della massa di gente che deve questuare per vivere. La Chiesa inventa tante frottole e fra queste quella della vita di Santa patrizia. Poveri noi che v iviamo nel 2000 ma siamo immersi in un oscurantismo da far paura. Ma i politici che ci stanno a fare? Cosa fa e dice De Magistris? Prega anche lui per avere i miracoli da santa Patrizia?

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  2. massimo-crispi 5 anni fa

    @ lina-arena No, perché De Magistris non è una ragazzina single in cerca di marito, né un navigante, né un partoriente, né un bisognoso. Un sindaco che può fare? Solo stare a guardare l’ignoranza collettiva.

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