L’irrinunciabile cretineria da Talk

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3 Giugno 2020

“Detto questo …”, “Tanto per essere chiari …”, “Ma di che stiamo parlando?” Sono solo alcune delle gemme lessicali di un omologato frasario da talk, che sempre più va contagiando il linguaggio popolare. Lo “stupidario” politico della televisione, difatti, nel suo variegato campionario, offre agli italiani la possibilità di attingere a piene mani. Non c’è argomento di sorta che la moltitudine nazionale non affronti emulando i miserabili interlocutori di questa o quella melassa televisiva. E non c’è problema sociale che attiri considerazioni diverse da quelle “ufficiali” dei palinsesti, elargite con tanta abominevole cura dai fini pensatori dei salottini televisivi. Sicché, si (s)ragiona su tutto adoperando la prosopopea e finanche il piglio, solitamente aggressivo, di chi per convenienza evidentissima e pura balordaggine si adagia su posizioni accomodanti e blande, in difesa dello stato (in)naturale delle cose.

La politica come spettacolo di intrattenimento, e non come campo di confronto intellettuale, imperversa ovunque, provocando il dilatarsi di una tangibile alterazione generale, che, in via del tutto spasmodica trova sfogo principalmente sui social. Fatta eccezione per qualche versione, non vi è un talk che abbia in sé forza di attrazione, educata capacità di analisi e attinenza ai bisogni di un pubblico esigente: ognuno è la brutta copia dell’altro, e tutti sono orientati terribilmente verso il basso, privi di qualsiasi aspetto gradevole, ostili a ogni gentile forma di estetica, pregni di conversazioni fintamente pertinenti. Format del genere restano buoni solo per dare piena testimonianza della decadenza del paese, dove il contrasto tra la meraviglia del luogo e il vuoto interiore delle classi dominanti che vi operano diventa l’unica chiave di volta per interpretare l’involuzione di una nazione come la nostra.

Abbiamo un problema di frammentazione delle notizie e del racconto della realtà di una indecenza spettacolare. Problemi complessi che richiederebbero puntate monotematiche vengono affrontati in rapida successione. Veloci e chiassose discussioni, fatte di un fuoco incrociato di invettive ed esternazioni concitate, costituiscono i punti cardini di un ragionamento che non analizza alcunché, privo com’è di qualsiasi riflessione logica. E tutto risulta essere tanto più orribile in quanto si divulga in una ripetitività rituale, all’interno di una celebrazione della minchioneria sempre uguale a se stessa. Si arriva, così all’assurdo: i talk non vengono fatti per raccontare gli eventi, ma per andare contro la narrazione degli eventi.

Con una parte importante della comunicazione e dell’informazione, congegnata in questa maniera, rischiamo, così, di non essere idealmente uno Stato e men che meno un popolo. Non ci resta che osservare correttamente il congiuntivo come segno di appartenenza a una lingua.

 

 

 

TAG: comunicazione, disinformazione, politica, talk show
CAT: Media, società

12 Commenti

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  1. xxnews 4 anni fa

    purtroppo , tranne poche eccezioni …. gli attuali “signorotti” della politica italiana (volutamente minuscola ) sono degli incompetenti signorotti APPOLTRONATI che mirano solo ad un gruzzolotto di quattrini e a servire come sguatteri i potentati di turno …. la “POLITICA ” VOLUTAMENTE MAIUSCOLO è tutt’altra faccenda

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  2. unoqualsiasi 4 anni fa

    Vero quello che dice xxnews, però viene da domandarsi chi li abbia eletti questi signorotti. Forse gli stessi che se ne lamentano. Ci starebbe visto che non abbiamo avuto un colpo di stato con carrarmati e seguito della coreografia.
    Per dire, con due esempi, Petrolini disse a quello che lo fischiava dal loggione “Io non ce l’ho con te, ma con quello accanto che non ti butta di sotto” e Spinoza aveva detto “Non è il tiranno che fa gli schiavi, sono gli schiavi che fanno il tiranno”.

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  3. beniamino-tiburzio 4 anni fa

    Credo che “xxnews” e “unoqualsiasi” non abbiano colto il senso del ragionamento di Nicodemo. La fondata critica non va intesa solo con riferimento aglii ospiti dei talk, bensì anche, forse soprattutto, alla cretineria di tutti gli autori e partecipanti dei “format”. Propongo : 1- abolizione del pubblico plaudente in studio, 2- divieto di interruzione di chi parla, 3- divieto di chiosa da parte del conduttore, 4- abolizione della ripresa del volto degli avversari politici, che, con smorfie di dissenso ed altri atteggiamenti da mimi pulcinelleschi, trasmettono ad un pubblico impreparato un messaggio violento : chi sta parlando è un cretino, un bugiardo, un cialtrone. Ovviamente, a turno, sono tutti tali.

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  4. beniamino-tiburzio 4 anni fa

    Chiaro che con i miei emendamenti l’ impreparato pubblico di cui sopra non seguirebbe più i talk.

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  5. raffaele-pisani 4 anni fa

    I COLORI SBIADITI DELLA NOSTRA POLITICA
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    I colori sbiaditi della politica hanno spento i miei entusiasmi.
    Avevamo il “rosso” della sinistra, il “nero” della destra, il “bianco” del centro. Avevamo l’entusiasmo che ci faceva credere e sperare che le promesse fatte a noi elettori si concretizzassero davvero. Purtroppo non è così. La politica di sinistra ha tradito il popolo. La destra, appena è riuscita ad avere un poco di potere se lo è gestito unicamente per la propria cricca. Il centro si è diviso di qua e di là entrando in coma profondo. Non fanno altro che litigare, accusarsi e ingiuriarsi reciprocamente. Il risultato finale è questo: siamo stati tutti ingannati, e restano inascoltati i bisogni, le sofferenze e le lacrime dei milioni di “ultimi” che giorno dopo giorno aumentano sempre di più. Ora, con le improbabili e mercenarie alleanze studiate a tavolino con il solo scopo di accaparrarsi le poltrone di comando, i politici della non politica hanno ridotto questi tre colori in una tinta sbiadita senza luce, senza ideali e senza storia. Ritroveremo la strada giusta per ridare smalto al Paese?
    Raffaele Pisani

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  6. unoqualsiasi 4 anni fa

    Gent.mo sig. Beniamino
    Mentre sottoscrivo in toto le sue osservazioni per come si dovrebbe svolgere un talk, resta che i loro protagonisti sempre quelli sarebbero e sempre idiozie direbbero. Ma, ecco quello che volevo dire e che mi pare lei non abbia colto, non basta dire di “loro” e così lavarci la coscienza. Quando sarà che cominceremo vedere quante responsabilità abbiamo “noi?

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  7. beniamino-tiburzio 4 anni fa

    Egregio sig. ” unoqualsiasi “, se vuol dire che io ho delle responsabilità sbaglia. Non voto da decenni e me ne vanto. Se vuol dire che gli elettori che votano hanno delle responsabilità siamo d’accordo : gli eletti riflettono gli elettori. Se lei volesse aggiungere che faccio male a non votare, aggiungo che è un mio diritto NON votare. Se vuol sapere perchè non voto potrei rispondere in tanti modi ( non mi piacciono i candidati, non intendo votare per il meno incapace degli incapaci ecc. ecc.). Potrei anche dirle che la democrazia del voto è un falso matematico dimostrato dai matematici ( cfr. il saggio di P.G. Odifreddi, se stenta a crederlo ). La esorto a non credere a quanti ripetono che votare è un dovere morale. Non è un dovere. Poi, con LE morali si costruiscono gli Stati Etici, alias REGIMI. Se volesse chiedermi che cosa risolvo astenendomi dal voto ( si astiene ormai la maggioranza degli aventi diritto ) le rispondo che non voglio risolvere niente, aggiungendo che potrei fare a lei la stessa domanda per sapere se con il suo voto crede di risolvere qualcosa, se ha risolto qualcosa in passato o crede di risolvere qualcosa in futuro. Per suo divertimento mi permetterei, se non l’ha ancora fatto, di leggere o conoscere l’argomento del libro ” Saggio sulla lucidità ” di Josè Saramago. Mi capirà meglio. Chiudo panglossianamente : questo potrebbe essere il migliore dei mondi possibili……. in barba al buon Voltair.

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  8. unoqualsiasi 4 anni fa

    Mah, Gent.mo sig. Tiburzio, non capisco questa sua intemerata. Da una parte conferma che gli elettori hanno responsabilità e tanto è quello che ho detto, quindi la cosa finisce lì, poi parte sul fatto che lei non vota e mi attacca se pensassi che fa male, cosa che non ho detto.
    Semmai gliela dico ora visto che ci tiene tanto perché logici più importanti del prof Odifreddi le direbbero che anche non fare produce conseguenze, dunque è fare, oppure si legga Brecht e quello che non faceva mai nulla, e come va a finire perché quello non faceva nulla, o Gramsci quando dice “odio gli indifferenti”. Solo per contaccambiare i suoi consigli di lettura che, per quanto nella maniera sgarbata di tutto il suo post, ringrazio di avermi offerto.

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  9. beniamino-tiburzio 4 anni fa

    Egregio ” unoqualsiasi”, credo, dico credo, non se ne adonti, che lei abbia la coda di paglia. Non faccio intemerate a nessuno. Confuto solo, vibratamente, mai sgarbatamente, le idee delle persone. Ipotizzo che al mio dire si possa no fare alcune obiezioni sensate e a ad esse rispondo. L’ipotesi non la riguarda ? Nulla questio. Le cito il libro di Saramago non perchè lei debba leggerlo ( non cosiglio mai letture ) o condividerne le idee, che fra l’altro l’ A. non esplicita, ma solo per conoscere ” l’argomento ” ( cit. ). Lei mi cita Brecht e Gramsci, per suffragare le sue legittime idee, aderendo, alle idee dei suddetti, che io confuto ( non in questa sede, nessuno tema ). Neanche velatamente, mi taccia di ” indifferenza ” ( e non ho la coda di paglia ). Nè io nè lei sappiamo se l’indifferenza sia una virtù teologale o un vizio capitale. Anzi, sono convinto che né io né lei sappiamo se ESISTANO vizi e virtù. ” En passant “, non sono estimatore di chicchessia e neanche di Odifreddi, che non ha scritto da ” logico “, ma da matematico : robetta un po’ diversa. Sullo stesso argomento il P.G.O. è in compagnia di un certo Platone ( neanche quest’ultimo, peraltro, mi fa vibrare le vene e i polsi ). Nessuno l’ha mai detto prima : ho il sospetto che la matematica non sia una opinione. Mi creda : non è stato vittima di nessuna sgarberia. Ed ora mi prenda pure per matto. Amen.

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  10. unoqualsiasi 4 anni fa

    Mah, gent.mo sig. Tiburzio, che dirle?
    La sua prima risposta mi diceva che non dovevo giudicarla per il fatto che lei non votava, cosa che non avevo affatto asserito.
    Se non è andar fuori tema questo, che cosa allora?
    Da lì la vedo contraddirsi che non dà consigli di lettura, dopo averlo fatto, e varie e eventuali che non mi sembra nemmeno il caso di citare.
    Io mi fermo qui, e le mando cari saluti.

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