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Leone XIV: un Papa americano? È cittadino del mondo
L’elezione di Leone XIV per sostituire Papa Francesco è stata lodata da Donald Trump per l’evento storico di avere un Papa americano. Vero ma il nuovo pontefice è anche cittadino peruviano e ha avuto esperienze globali che lo rendono un cittadino del mondo.
“È un grande onore per il nostro Paese”. Queste le parole di Donald Trump subito dopo l’annuncio che il Cardinale Robert Francis Prevost di Chicago è stato eletto per sostituire Papa Francesco alla guida della Chiesa cattolica. Per il presidente Usa si tratta di una vittoria per l’America senza però capire la profondità delle situazioni.
Papa Leone XIV è nato in America ed è dunque cittadino Usa ma lo è anche del Perù. Infatti il nuovo pontefice è un cittadino del mondo, come ha detto Daniel DiNardo, arcivescovo emerito di Galveston-Houston. Il cardinale DiNardo ha giustamente spiegato che Leone XIV ha “passato una buona parte della sua vita come missionario in Sud America”. Il nuovo Papa è infatti un americano atipico. Oltre all’inglese parla spagnolo, italiano, francese, portoghese e conosce in leggera misura altre lingue. Dopo essere stato nominato vescovo di Chiclayo in Perù da Papa Francesco la sua carriera è avanzata in maniera abbastanza rapida. Infatti nel 2020 Prevost inizia a fare parte della Congregazione dei Vescovi e poi nel 2023 è scelto prefetto del dicastero responsabile per i vescovi di tutto il mondo e nello stesso anno viene nominato cardinale. Due anni dopo è eletto Papa. Alcuni analisti hanno suggerito che Papa Francesco avrebbe orchestrato l’ascesa di Prevost scegliendosi il successore.
I legami con Papa Francesco sono dunque ovvi è l’elezione di Prevost è facilmente connessa anche a una visione comune, la difesa dei poveri. Ciò lo ha spiegato anche il nuovo pontefice quando ha chiarito la scelta del suo nome. Leone XIV ha detto che fra le molte ragioni per la sua scelta c’è l’enciclica “Rerum Novarum” e la questione della rivoluzione industriale. Leone XIII, nel tardo Ottocento, si era schierato con i più poveri e i lavoratori. A quei tempi questi individui definiti dal romanziere messicano Mariano Azuela come “Los de abajo”, avevano solo come sostenitori i leader del movimento marxista. Nel caso dell’attuale pontefice il pericolo è identificato con l’Intelligenza Artificiale (IA) che mette in pericolo “la dignità umana, la giustizia e il lavoro”.
Si tratta di questioni che hanno assillato anche Papa Francesco, specialmente la questione dei migranti sulla quale il pontefice argentino si era duramente scontrato con Trump. Nel 2016, per esempio, durante una sua visita in Messico, l’allora pontefice aveva detto che chi “parla di costruire muri….. e non ponti, non si può considerare cristiano”. Per le sue difese dei migranti Papa Francesco era stato duramente attaccato dalla destra americana ed accusato di essere marxista.
Nonostante le belle parole incoraggianti di Trump, però, anche adesso il neo eletto Papa è stato attaccato da Steve Bannon, ex stratega del 47esimo presidente, dichiarando che è uno dei cardinali più progressisti. Molto più dura la complottista Laura Loomer, anche lei ex consigliera del presidente americano, la quale ha scritto su X (già Twitter) che Papa Leone XIV “è il più anti-Trump, anti-MAGA, …. e un completo marxista come Papa Francesco”.
La vicinanza con Papa Francesco è ovvia come ci dimostra anche la reazione su alcune dichiarazioni di JD Vance. Il vice di Trump, convertitosi al cattolicesimo nel 2019, aveva cercato di giustificare la linea dura sui migranti dichiarando che “si ama prima la propria famiglia, poi il prossimo….. e alla fine si dà priorità al resto del mondo”. Il cardinale Prevost aveva condiviso un editoriale del National Catholic Reporter, giornale indipendente non affiliato alla Chiesa cattolica, che ha rilevato lo sbaglio di JD Vance. L’articolo asseriva che “Gesù non ci chiede di fare la classifica del nostro amore per gli altri”. La vicinanza fra Leone XIV e Papa Francesco ci viene anche confermata dal fratello John Prevost. In un’intervista al New York Times il fratello ha detto che la miglior maniera di descrivere il nuovo pontefice è quella di “seguire i passi di Papa Francesco”. Ha anche aggiunto che non esiterà ad alzare la voce quando lo riterrà necessario per la difesa dei poveri.
Papa Leone non alzerà la voce come cittadino statunitense ma avrà un notevole megafono forse più potente di quello del presidente degli Stati Uniti considerando l’1,4 miliardi di cattolici nel mondo. Le sue parole, infatti, sono globali poiché vengono ascoltate anche dai non cattolici. Commentando le prime parole di Papa Leone, l’opinionista conservatore del New York Times e della Public Broadcasting System (Pbs) David Brooks si è detto emozionato vedendo “un americano sulla scena mondiale agendo da buona persona e da essere umano decente”. Brooks non è stato specifico ma ha ovviamente suggerito un altro americano, molto potente sulla scena mondiale, il quale non sarebbe un essere umano decente. Non dice il nome di questa persona ma i lettori potranno identificarlo facilmente.
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