Cercando l’invisibile nel visibile, nuove sfide nella transizione energetica

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27 Novembre 2022

Al Palazzo delle Stelline la III edizione dell’Intelligence Week ha introdotto una riflessione sui rischi legati alle varie transizioni, che coinvolgono quattro settori chiave per gli equilibri geopolitici globali: l’energia, le infrastrutture, la logistica e l’acqua.

Il futuro è un gioco di specchi, su cui si riflette l’immagine della dimensione umana nell’esercizio del suo potere di controllo. Per questo oggi la relazione tra le diverse transizioni genera una platea d’interessi di portata globale. Un alveo attorno a cui ruota il rapporto tra l’uomo e il pianeta. La relazione dell’essere umano con se stesso, declina infatti ricadute tecnologiche e finanziarie, con cui viene posta in essere una serie di misure che hanno una natura non solo economica, ma anche antropologica, sociologica e politica. Non mancano le informazioni, ma è fondamentale trarne conoscenza al fine di fare decisioni corrette a livello di vertici aziendali. Questo il senso della corporate intelligence. Idee chiare sono emerse nei tre panel organizzati da iWeek, joint venture di Vento & Associati e Dune, al Palazzo delle Stelline.

Infrastrutture energetiche per la “libertà”: rinnovabili, reti, logistica e stoccaggi

I processi epocali di trasformazione oggi in atto passano dalle fonti rinnovabili, dalla logistica, dagli stoccaggi, ma anche dall’accesso ad acqua, gas, dagli investimenti in idrogeno e sul nucleare di nuova generazione. E più in generale da un cambiamento dei nostri stili di vita. Traduzione scientifica: efficienza energetica. Secondo Gianni Murano, presidente di Esso Italiana, bisogna riconsiderare l’uso dell’automobile, ad esempio: “Il chilometro più pulito è quello che non si fa, ovvero la coscienza di utilizzare la macchina solo quando è veramente necessario o quando si può utilizzare un autoveicolo ibrido che è molto più efficiente”. La spinta alla transizione, insomma, può venire dal singolo individuo. “In Italia abbiamo 10 milioni di tetti in cui si potrebbe utilizzare il fotovoltaico che permetterebbe un immediato risparmio per le famiglie e un ritorno a doppia cifra per le imprese”, ha dichiarato Gianfilippo Mancini, Ceo di Sorgenia. Certo, la guerra in Ucraina con la Russia che ha praticamente chiuso i rubinetti del gas ha modificato radicalmente lo scenario: “Questi ultimi anni hanno cambiato la nostra interpretazione di cosa sia la transizione energetica: prima era intesa quasi esclusivamente come decarbonizzazione, oggi significa modificare l’assetto del proprio approvvigionamento anche ai fini della sicurezza, dell’indipendenza ma anche per creare creazioni di condizioni stabili, in termini di costo, di accesso all’energia”, ha aggiunto Massimiliano Bianco, Ceo di Suez. Fondamentali per la nuova sicurezza energetica sono sicuramente le infrastrutture e la logistica (a partire dai rigassificatori) ma proprio quest’ultima ha un valore cruciale intrinseco legato a quanto avvenuto negli ultimi tre anni. Secondo Riccardo Fuochi, presidente di Swiss Logistics Center e vice presidente di Assologistica “la pandemia ha prodotto un grande cambiamento culturale. L’incremento dell’ecommerce ha fatto salire alla ribalta il trasporto marittimo, che produce il 12% del Pil mondiale: ciò per l’Italia significa una leadership nello short shipping”. Al contempo, tuttavia, sorge il tema della “imponente mole di packaging da smaltire con cui vengono eseguite le consegne dei beni che le persone comprano da casa”. Infine, sempre sul fronte della logistica ma allargando l’obiettivo a livello globale, o quantomeno del Mediterraneo, Tiziana Vallone, vice presidente ManagerItalia e partner dello Studio Vallone, ha evidenziato il tema dei colli di battaglia e quello ancora più recente dell’inflazione, che provoca un aumento dei costi dei noli: risolvere questi nodi contribuirà a definire nuovi equilibri a livello geopolitico tra i “grandi” del mondo.

Gas, idrogeno e Guerra Fredda: il crocevia del Mediterraneo e l’energia di Stato

Ad aprire il talk, Fabio Tambone, director of External International Affairs di Arera: “Il futuro si regge sull’equilibrio tra gas e rinnovabili. Il gas ha la necessità di un approccio regionale, ovvero di un consumo sostenibile regolato da una rete sovranazionale regionale e globale mentre le rinnovabili possono non gravare sulle grandi infrastrutture, sono propedeutiche alla costituzione di comunità energetiche favorendo l’incontro tra domanda e offerta in una logica glocal”. I capitali per sostenere la svolta non mancano. “Gli investitori internazionali sono pronti a immettere liquidità e a puntare sull’Italia, posto che sia ponderata la execution risk”, ha fatto notare Claudia Fornaro,managing director e Co-head Energy di Mediobanca. Il tema è quello delle lungaggini burocratiche
(e non solo) ma Fornaro ha voluto inserire una nota di ottimismo sottolineando che alla fine, nel
nostro Paese, se le cose si vogliono fare si fanno. Il tema della burocrazia è stato sottolineato
anche da Nicola Monti, Ceo di Edison, che ha parlato a lungo della possibile realizzazione del
gasdotto EastMed Poseidon, che partendo da Israele (Paese affidabile, diversamente dalla
maggior parte dei fornitori di gas dell’Europa) e passando per Cipro e la Grecia potrebbe portare in
Italia fino a 20 miliardi di metri cubi di materia prima l’anno. Un progetto potenzialmente
rivoluzionario per il Mediterraneo che infatti ha incontrato l’opposizione della Turchia, con gli Stati
Uniti comunque parte interessata, visto che ora puntano a esportare attraverso il mare nostrum
ingenti partite di Gnl. A confermare questa view è stata Barbara Pontecorvo, fonte più che
autorevole visto che è Partner Deloitte Legal e Responsable Desk Israele: “L’Italia – ha anche
aggiunto – a volte manca di una visione strategica e non dice con chiarezza quali sono gli obiettivi
per l’energia in relazione all’agenda 2030, tutto ciò causa equivoci”. A proposito di strategie, ha
aggiunto Umberto Quadrino, presidente di Tages, “per l’acquisto di gas l’Europa deve muoversi in
maniera unitaria per far pesare il proprio ruolo. Il futuro è delle rinnovabili, che consentiranno di
fare sempre più contratti a prezzo fisso, però il gas – seppur sempre meno – continueremo a usarlo
per i prossimi 50 anni”.
Non ultimo, il contributo di Emanuele Fiano, già deputato del Pd, che ha evidenziato la forte
valenza geopolitica dell’attuale partita nel Mediterraneo con la storica pax marittima tra Libano e
Israele che è stata dettata proprio da questioni energetiche. Insomma, una volta tanto – mentre in
Ucraina, ha ricordato Quadrino, si combatte una guerra economica – l’energia come strumento
distensivo nel Mediterraneo.

Acqua: risorsa economica e strumento geopolitico

Il talk dedicato all’oro blu ha alternato stimoli distopici e visioni strategiche, investendo il tema del
“risparmio” e degli investimenti nelle reti infrastrutturali. Per più ragioni. Il primo è quello dello
stress idrico e della conseguente salvaguardia della rete nazionale che presenta perdite anche
superiori al 40% seppur con differenze regionali rilevanti. In materia di stress idrico, “L’Italia è al
44°posto al mondo, viene dopo l’Egitto”, dice Maurizio Bezzeccheri, Head of Latin American
Region Enel Group. “Serve un appropriato utilizzo dell’acqua, soprattutto per i problemi antropici
legati all’agricoltura. Inoltre, va considerato che nel 2050 il 67% della popolazione mondiale vivrà
nelle città. Per questo le reti idriche vanno utilizzate in modo circolare: l’Oman, ad esempio, tratta il
100% delle proprie acque e le riutilizza per il 70%”. Al proposito, Stefania Craxi, neopresidente
della Commissione esteri e difesa in Senato, ha ricordato come nei prossimi cinque anni la
crescita demografica porterà ad un aumento del 50% del fabbisogno d’acqua, con relative
conseguenze globali anche a livello di flussi migratori.
Dalla visione globale a quella locale, non mancano esempi di efficienza nazionale: si distingue in
questo senso BrianzAcque. “Siamo un vettore in grado di risolvere problemi come la siccità e le
bombe d’acqua. I nostri sistemi gestiscono lo stress idrico, scaricando l’eccesso d’acqua in vasche
di laminazione. Non solo: disponiamo di droni in grado di controllare sversamenti illegali nel fiume
Lambro o nel Seveso e siamo in grado di esercitare un’attività predittiva in caso di fenomeni
metereologici. In questo modo possiamo tutelare qualità, attrattività e competitività per le imprese
del territorio”, ha fatto notare Gilberto Celletti, vice presidente di BrianzAcque.
L’esperienza insegna. A dirlo è anche di Andreas Herfelt, sector water expert dell’Ambasciata di
Danimarca che ha raccontato come il 2 luglio del 2011 su Copenaghen si abbattè una violenta
bomba d’acqua che in meno di tre ore provocò disastri allagando interi quartieri, strade e
abitazioni, con danni stimati in un miliardo di dollari. Da quel momento la città ha cambiato passo,
ripensando la propria urbanistica proprio attorno all’acqua.
Proprio per questo la domanda è d’obbligo: quali risposte dà il sistema Italia alla crisi idrica? “Non
c’è programmazione, si interviene sempre in emergenza. Bisogna strutturarci perchè le siccità
estive ci saranno sempre”, ha fatto notare Pietro Bussolati, consigliere regionale della Lombardia.
Concorde con questa analisi Alessandro Marangoni, CEO Althesys Strategic Consultants: “Il
climate change è una minaccia crescente e non è più emergenziale. In Italia la disponibilità di
acqua è cambiata molto nel corso dei decenni”. Certo, il 2022 è stato l’anno della tempesta
perfetta nel settore, che si è tradotto – ha detto Paolo Vanoni, Chief Strategy Officer di Alperia – in
un calo della produzione idroelettrica che ha raggiunto il 38%, tutto a favore del termoelettrico, unafonte energetica non propriamente green. E così da un lato le problematiche produttive, dall’altro l’aumento della siccità hanno prodotto un doppio danno, come in uno scenario distopico. E nel futuro potrebbe non essere finita qui. Quale il ruolo del digitale nella gestione delle reti idriche? La risposta sta nel fatto che le nostre infrastrutture hanno mediamente 50-60 anni. È evidente che serve digitalizzare, sia per creare efficienza che per ridurre gli sprechi”, ha concluso.


Vulnerabilità cyber nel Settore energetico italiano

A proposito di comunicazione nel settore strategico della transizione energetica e ambientale c’è un tema che emerge con forza, in particolare nell’ultimo anno: quello della cyber security. “La vulnerabilità del settore energy è legata a quella della tecnologia, ha affermato Pierguido Iezzi, CEO Swascan – Tinexta Group. Qualunque soggetto o oggetto esposto su Internet è a rischio. Poi c’è anche lo human risk, legato al social engineering, e alle credenziali d’accesso che vengono sottratte da malware che fanno riferimento ai botnet. Credenziali che sono riferite a dipendenti che lavorano da remoto, a fornitori o a clienti. La vulnerabilità delle imprese del settore energetico italiano ha inoltre conosciuto un incremento importante dal 2021 al 2022: l’Italia è oggi sicuramente un target, uno dei Paesi più soggetti ad attacchi”, ha concluso Iezzi. Da qui l’importanza di una sicurezza proattiva e preventiva: “la chiave per affrontare le cyber minacce specie alla luce del contesto geopolitico che stiamo vivendo.”

L’Intelligence Week prosegue il 30 novembre

L’Intelligence Week procede il 30 novembre con una nuova sessione di lavori, sempre alla Fondazione Stelline, per parlare dalle 10.30 ancora delle sfide della transizione energetica, con un focus in particolare sul “Green Hydrogen: una soluzione energetica sostenibile. L’economia dell’idrogeno verde. Il piano italiano ed europeo per affrontare la sfida della diversificazione energetica” realizzato in collaborazione con Deloitte Legal, dagli scenari alle prospettive, trattando anche di innovazione, soluzioni industriali e investimenti finanziari.
“Questa prima giornata di iWeek è stata un grande successo – chiosa Andrea Vento. È stato possibile porre in essere un confronto sulle sfide incombenti come la transizione energetica e sugli elementi di sicurezza che ne derivano per il paese. Il 30 novembre approfondiremo la tematica dell’idrogeno e di quale opportunità rappresenti per il sistema produttivo. Abbiamo anche deciso di dedicare la IV edizione della iWeek che si terrà nella primavera del 2023 al tema dell’acqua, al contempo risorsa scarsa anche energetica e causa d’instabilità.”

Ecco le interviste

Gianni Murano – Presidente Esso Italia

Massimiliano Bianco – Ceo Suez

Pierguido Iezzi – Ceo Swascan

Simone Crolla – Camera di commercio americana in Italia

Nicola Monti – Ceo Edison

Gianfilippo Mancini – Ceo Sorgenia

Claudia Fornaro – Co -head energy Mediobanca

Alessandro Marangoni – Ceo Althesys

TAG:
CAT: acqua, clima

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